Arch. Stefano Cianca : [post n° 441652]

CONTRIBUTI MINIMI PENSIONATI ISCRITTI 2021

Leggo con incredulo stupore e crescente rabbia della novità introdotta da Inarcassa circa eliminazione per i pensionati iscritti della contribuzione ridotta al 50%, cioè con decorrenza dal 2021 i pensionati iscritti dovranno pagare l’intera contribuzione del 100% attualmente pari ad € 3.099,00.

Sinceramente non riesco a comprendere la ratio di un simile provvedimento se non quella della necessità di fare cassa da parte dell’Ente a scapito di una categoria già in gravissima difficoltà e con scarsissime tutele. Occorre evidenziare a chi di dovere che per chi percepisce una pensione di poco più di € 700 mensili continuare a lavorare non è una semplice opzione ma una questione di sopravvivenza.

Anche la scelta del tempo per varare un simile provvedimento appare inopportuno, ingiusto e vessatorio; in un periodo cupo come quello che stiamo attraversando determinato dalla pandemia da Covid – 19 che ha dato il colpo di grazia ad un lavoro già precario e scarso, con l’economia al collasso, ci si aspetterebbe da parte delle istituzioni e dagli enti preposti, delle agevolazioni e non degli ostacoli. Inoltre la misura appare svantaggiosa anche per la stessa Inarcassa in quanto è facile prevedere che in una situazione del genere ci sarà una cancellazione massiccia degli iscritti pensionati, con conseguente minor gettito contributivo relativo al contributo integrativo posto a carico della committenza.

Il lavoro non c’è, come dobbiamo dirvelo, in quale lingua, in quale modo per fare in modo di venire ascoltati! Anche il concetto di “contributo minimo” non ha più valore, poiché se io pago un contributo che dovrebbe essere commisurato in percentuale sul reddito percepito senza di fatto avere percepito alcun reddito, io considero l’imposizione dei minimi al pari di una tassa che si somma a tutte le altre che già ci soffocano. Infine occorre considerare che i contributi versati dai pensionati iscritti contribuiscono ad una modestissima rivalutazione delle pensioni percepite, rendendo di fatto non conveniente rimanere iscritti ad Inarcassa.

Per cui chiediamo l’immediata abolizione dei contributi minimi per i pensionati iscritti !
Nina :
Mi rendo conto che è alla stregua di una guerra tra poveri, e mi auguro che non si fraintenda il mio commento. La situazione da lei evidenziata, la cancellazione in massa dei pensionati, ha come rovescio della medaglia una minore concorrenza per i giovani che non solo devono fronteggiare la crisi, ma non godono nemmeno dell'entrata fissa di 700 euro dei colleghi più anziani e, onestamente, non la vedo una cosa totalmente negativa.
Arch. Stefano Cianca :
Quindi secondo lei se la coperta è corta la devono pagare chi vive una situazione di disagio e non ha più le energie di quando era più giovane? Non siamo noi a dover risolvere le diseguaglianze sociali, occorre trovare risorse per l’equità sociale da chi è preposto a farlo; Le ricordo che viviamo in un paese che ha varato il reddito di cittadinanza che doveva essere un volano per l’avvio al lavoro e che di fatto si è rivelato una forma di assistenza per persone che non ha mai versato alcun contributo, ovviamente non per colpa loro.
ArchiFish :
Non entro nel dibattito della lotta fratricida tra colleghi giovani ed anziani. E' una guerra tra poveri causata dai "ricchi" ed in quanto tale non dovrebbe esistere, ergo lungi da me la volontà di fomentarla.
Al contrario, non mi/vi risparmio di gettare benzina sul fuoco dell'assurdità gestionale e decisionale di carrozzoni quali Inarcassa.
Giusto per farvi un po' incazz@re, vi rammento che la nostra cassa di previdenza, alla quale siamo OBBLIGATI ad iscriverci (già trovo assurdo che esista, figuriamoci l'obbligo di "sottomissione"), al momento di stanziare i "ristori" per i danni da primo lockdown, ha atteso tempi inenarrabili ad erogare i contributi solo perchè pretendeva certezza d'essere rimborsata da parte dello stato (detto in parole molto povere).
La stessa Inarcassa che vanta un patrimonio da 11 miliardi di € che serviranno pure a pagare le pensioni, ma che si valutava se investire nella cordata che poteva strappare ai Benetton la gestione della rete autostradale. Quindi, quegli 11 miliardi si possono investire per fare utili e garantire maggiore solidità ai contribuenti, ma non si possono toccare per anticipare un aiuto ai contribuenti stessi che rischiano di morire di fame prima di arrivare alla pensione. Che poi, ad essere onesti, il contributo, Inarcassa, dovrebbe e potrebbe pure erogarlo di tasca propria, anzichè pretendere un "giroconto" dallo stato, dopotutto se quei miliardi, da 11 passano a 10, cambia poco o nulla alle casse del carrozzone, ma cambia tutto ai professionisti (sottolineo che quegli 11 miliardi sono lì e tali restano da un pezzo, non si esauriscono ogni anno per pagare le pensioni, vengono in parte impiegati, forse e poi puntualmente rimpolpati dai contributi versati annualmente dagli iscritti, correggetemi se sbaglio).
La stessa Inarcassa che ci tartassa di SMS in cui si propongono prestiti a tasso zero (secondo voi, se sono nella merd@ già di mio faccio dei debiti?) o che ci ha molto umanamente concesso di versare con calma i contributi entro fine anno o di rateizzarli (l'importate, però, è che in un modo o nell'altro vengano versati). o di sospenderli in parte, salvo poi, strozzinare sul come e quando recuperare la contribuzione non versata.
Non proseguo in polemiche ulteriori, perchè credo emerga palesemente tanto il mio pensiero, quanto lo sdegno per un sistema, ormai non solo previdenziale, basato sull'obbligo e sull'assoluta privazione della libertà di scelta, sebbene, per accezione del termine, dovremmo essere LIBERI professionisti.
Arch Stefano Cianca :
Condivido in tutto. Mi dispiace constatare che non c’è nessun organismo che ci tutela veramente come avviene per altre categorie di lavoratori.
un pensionato :
E' assurdo che un pensionato che percepisce una pensione mensile netta di mille euro o ancor meno debba versare ,se iscritto, oltre 3.000 euro di contributi all'anno, se deve ancora lavorare per necessita' nel tentativo assai difficile di integrare un po' la misera pensione.
Ho versato negli ultimi 5 anni,da pensionato iscritto, circa 20.000 euro di contributi a Inarcassa e mi sono visto la pensione mensile aumentare di soli 50 euro netti al mese.
Una vera vergogna.....me li sarei volentieri tenuti per me quei soldi.
In periodo di Covid-19 poi si lavora pochissimo perche' molte attivita' sono in crisi profonda, e Inarcassa che fa,come sostegno alle fasce piu' deboli: a sorpresa raddoppia i minimi ai pensionati iscritti che cercano di arrotondare le misere pensioni.
Almeno avesse pensato l'aumento a percentuali progressive commisurate agli effettivi redditi, esentando almeno chi guadagna quel minimo che serve ad arrotondare la pensione.....questa operazione veramente provoca disgusto.
un pensionato :
E' vero, sembra assurdo che Inarcassa possa decidere su cose cosi' importanti come l'imporre i contributi minimi per i pensionati raddoppiati anche con percentuali insopportabili per chi ha pensioni molto basse , e nessun organismo ci difenda per tutelare le fasce deboli dei pensionati.Solo l'Associazione Asso ha scritto al Presidente di Inarcassa manifestando aperto dissenso sull'iniziativa.....non va bene.
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