Convegno di presentazione del libro Le radici Anonime dell'Abitare moderno. Il contesto italiano ed europeo (1936-1980), firmato da Monica Bruzzone e Lucio Serpagli per Franco Angeli. Un testo che ha voluto ricordare quanto nell'architettura moderna, linguaggio e tecniche, derivino dalla tradizione popolare e da una progettualità "senza architetti".
Pochi ricordano come l'architettura moderna affondi molte delle sue radici anche nella tradizione popolare. Dalla lettura di quella progettualità, verificata nella casa rurale del XX secolo, si coglie il pretesto per una revisione critica dell'architettura domestica dell'Italia moderna. Da pochi modelli culturali senza tempo, continua a emergere la dimensione collettiva del costruire, l'adesione a tecniche condivise presenti nell'edilizia minore e l'affermarsi di un linguaggio formale semplice, schietto ed evocativo, continuamente ripreso e sempre attuale.
Interventi
• L'invenzione di una nuova tradizione dell'abitare. Questioni d'oggi.
Monica Bruzzone e Lucio Serpagli
• Era antica la casa (la stessa sempre come tu la sai)
Francesco Collotti, Università di Firenze
• Mito e sortilegio d'architettura senza architetti
Nicola Braghieri, Università di Genova
• Permanenze regionaliste nell'architettura contemporanea
Aldo De Poli, Università di Parma
Appuntamento: mercoledì 28 marzo 2012 ore 10.30 - 13.30
Facoltà di Architettura sede didattica, aula disegno 2 - Campus Parco delle Scienze 69/a - Parma.
Il libro
Lo studio inizia restituendo evidenza alla figura intellettuale di Giuseppe Pagano, che per primo in Italia aveva anticipato l'importanza della "architettura piccola" nel dopoguerra. Poi, con un doppio livello di lettura collega i principi con gli esempi. Da una parte la trasmissibilità dei modelli interpretativi del progetto nel XX secolo, vista come occasione per ridiscutere sui caratteri identitari della tradizione architettonica italiana, quando il contesto viene assunto come sfondo e protagonista del progetto; dall'altra la conferma, nell'edificio costruito, dello stretto rapporto tra permanenze formali, componenti materiali e tecniche costruttive, quando l'architetto italiano, artigiano e umanista, tra realismo e buona costruzione, affronta la piccola dimensione.
Una presentazione di Aldo De Poli, dell'Università di Parma, colloca la ricerca di un'estetica regionalista tra le espressioni più vive del progetto contemporaneo. Un saggio conclusivo di Nicola Braghieri, dell'Università di Genova, imprime uno sguardo internazionale, spingendo in avanti una necessaria riflessione sul ruolo della tradizione anonima e dell'architettura mite.
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