A Bergamo, fino al 10 gennaio 2026, la mostra fotografica LOVE ARCHITETTURA propone una selezione di dodici architetture del secondo Novecento in un circuito di quattro Spazi di Quartiere (Borgo Palazzo "Costante Coter", Celadina "Al Civico 7", Longuelo, Villaggio Sposi). Ciascuna opera è raccontata dagli scatti di Marco Introini e dai podcast realizzati in collaborazione con la piattaforma Loquis.

Promosso da Ordine e Fondazione Architetti di Bergamo, con Consorzio Sol.Co Città Aperta e Comune di Bergamo- Servizio Partecipazione e Reti di Quartiere, il progetto racconta la città attraverso le opere realizzate tra il 1945 e il 1980 selezionate dal Censimento delle architetture italiane del secondo Novecento del Ministero della Cultura.

Ogni spazio espositivo presenta tre edifici, ciascuno documentato da quattro scatti che specchiano il paesaggio antropizzato e il patrimonio architettonico bergamasco: da Giovanni Muzio (Palazzo degli Uffici Comunali, Oratorio di San Sisto) a Giuseppe Pizzigoni (Istituto "Paleocapa", Seminario Giovanni XXIII, Santa Maria Immacolata), fino alla coppia Gambirasio-Zenoni (Centro civico di Loreto); in rassegna anche il Centro sportivo Italcementi, il Palazzetto dello Sport, la Chiesa di San Gregorio Barbarigo, il Convento di Sant'Antonio, la Scuola Sorelle Cittadini a Curno e l'ex Istituto San Marco.

L'iniziativa si inserisce nel programma LABB - Love Architettura Bergamo Brescia, progetto diffuso sui territori delle province di Bergamo e Brescia, ispirato alle parole di Gio Ponti,"Amate l'architettura", e avviato durante l'anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023.

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12 edifici. 4 quartieri. 1 sguardo contemporaneo

VILLAGGIO SPOSI

Palazzo degli Uffici Comunali

Giovanni Muzio, 1954-57

Tra via Tiraboschi e piazza Matteotti, Muzio incorpora la facciata ottocentesca del Palazzo delle Preture (Francesco Valsecchi, 1849-53) all'interno di un nuovo impianto a pettine, articolato in tre corpi su cinque piani innestati su una spina distributiva centrale. Verso strada, i fronti sono governati da un rigido ritmo di bucature a sviluppo verticale, conclusi superiormente da un alto cornicione alla base dei tetti a falda, e dalla giustapposizione di lastre in pietra locale e in marmo di Zandobbio, impiegato per lesene, cornici e fasce marcapiano.

Puntata del podcast

Palazzo degli Uffici Comunali. Foto © Marco Introini

Oratorio parrocchiale di San Sisto

Giovanni Muzio, 1945-54

L'oratorio di San Sisto si articola in due volumi tra loro perpendicolari: il corpo del cinema-teatro, affacciato sulla piccola piazza di via San Sisto, e il blocco delle aule di catechesi, allineate lungo un portico di circa 27 m. La scelta materica è sobria: intonaco grezzo, pilastri in sabbia-cemento lasciati a vista, aperture verticali con serramenti bianchi. La copertura, concepita come un sistema di falde inclinate orientate nella stessa direzione e realizzata con manto in coppi, è movimentata dal profilo a capanna che si staglia sul fronte di via San Sisto, marcando all'esterno il volume dell'aula teatrale.

Puntata del podcast

Chiesa Parrocchiale di S. Sisto. Foto © Marco Introini

Ex Guardia di Finanza (ex Istituto San Marco)

Luigi Ghò, Aldo Favini, Domenico Deleidi, 1960-72

Il complesso si organizza in tre corpi principali: lungo via dello Statuto si affaccia l'edificio scolastico, dimensionato per 1.500 studenti; sul lato retrostante si collocano gli impianti sportivi con piscina, il collegio per 750 residenti (impostato su una pianta a tre bracci) e l'aula magna. Tutti i volumi sono messi in relazione da percorsi comuni, integrati in un giardino che include la "Piazzetta degli incontri", concepita come spazio scenico per rappresentazioni teatrali o conferenze all'aperto.
L'aula magna e la piscina adottano una struttura portante in cemento armato, mentre l'area degli impianti sportivi è coperta da una sequenza di archi ribassati. Ogni edificio presenta un proprio registro architettonico, ma l'intero complesso è unificato dall'impiego del mattone faccia a vista.

Puntata del podcast

Ex Istituto San Marco. Foto © Marco Introini

LONGUELO

Chiesa di Santa Maria Immacolata

Giuseppe Pizzigoni, 1961-65

La chiesa, realizzata a servizio del quartiere di Longuelo, adotta una pianta centrale, la cui conformazione deriva dall'aggregazione di quattro volumi autonomi. Ciascuno di essi è costituito da cinque volte sottili in c.a.: quattro a doppia curvatura e una in corrispondenza dei nodi centrali, che configurano una tensostruttura evocante l'immagine di una vela o, in chiave simbolica, della biblica tenda di Mosè. Ogni sezione si imposta su 21 aste che sorreggono paraboloidi iperbolici, per i quali era stata prevista (ma non realizzata) una tinteggiatura interna.

Puntata del podcast

Chiesa di Santa Maria Immacolata. Foto © Marco Introini

Centro civico di Loreto

Giuseppe Gambirasio, Giorgio Zenoni; strutture Studio Finazzi, 1975-77

L'intervento consiste nella costruzione di due edifici distinti, messi in relazione da una corte centrale su cui si affacciano scale e passerelle aeree di distribuzione comune. Ciascun volume è a sua volta formato dall'aggregazione di sei e sette corpi a pianta rettangolare di dimensioni differenti, coperti da tetti a falda unica inclinata, con manto in cemento. I vari ambienti sono illuminati da sottili feritoie orizzontali collocate alla base di ciascuna falda e da una finestra a nastro continua che definisce i fronti dei blocchi verso la corte.

Puntata del podcast

Centro civico di Loreto. Foto © Marco Introini

Scuola Sorelle Cittadini a Curno

Baran Ciagà, Giuseppe Gambirasio; strutture Studio Finazzi, 1967-69

La scuola, commissionata a Ciagà e Gambirasio dall'ordine delle Suore Orsoline di Somasca, si organizza intorno a una galleria che attraversa longitudinalmente il complesso volume dell'edificio, costituendo il principale asse di distribuzione: su di essa si innestano rampe e corpi scala che consentono l'accesso ai diversi livelli e alle aule. Gli spazi interni - con un linguaggio quasi brutalismta - si configurano come un articolato sistema di quote sfalsate, in cui ambienti destinati a funzioni differenti si intersecano all'interno del volume definito dal profilo inclinato delle travi-parete in cemento armato, rivestite in resina poliestere colorata, che svolgono contemporaneamente il ruolo di copertura e di elemento di tamponamento.

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Scuola Sorelle Cittadini a Curno. Foto © Marco Introini

CELADINA

Istituto Tecnico e Industriale "P. Paleocapa"

Giuseppe Pizzigoni; strutture Alfredo Rocca, 1953-58 (ampl. 1962-66)

Sull'area Esperia, l'edificio si imposta su un lotto già occupato dallo stabilimento automobilistico, del quale l'architetto decide di preservare una parte delle strutture esistenti. I capannoni con copertura a shed vengono infatti inglobati nel nuovo complesso e rifunzionalizzati come laboratori. Su questo nucleo preordinato si innesta un corpo di fabbrica a "L", organizzato su tre piani fuori terra più un seminterrato, che rilegge in chiave contemporanea la memoria industriale del sito.

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Istituto Tecnico e Industriale "P. Paleocapa". Foto © Marco Introini

Centro sportivo Italcementi

Carlo Ravizza; strutture Carlo Sola, 1963-66

Realizzato in occasione del centenario dell'omonima azienda, il complesso sportivo comprende una piscina coperta per adulti, una vasca per bambini, una tribuna, una palestra attrezzata per la ginnastica e una piscina olimpionica all'aperto che, insieme agli spazi e ai servizi accessori, sono inseriti in un ampio parco alberato. Le piscine coperte costituiscono l'episodio progettuale più interessante: un grande volume scandito da una sequenza di nove portali con mensole a sbalzo su entrambi i lati, lasciate in vista, che raggiungono oltre trenta metri di luce e sono realizzate con una specifica tecnica di presso-compressione sviluppata da Ravizza in collaborazione con i tecnici Italcementi.

Puntata del podcast

Centro sportivo Italcementi. Foto © Marco Introini

Seminario vescovile Giovanni XXIII

Vito Sonzogni, Giuseppe Pizzigoni, 1961-66

Il seminario vescovile di Bergamo è concepito come piccola città sul colle di San Giovanni, attorno alla quale si dispongono le diverse funzioni: da un lato la chiesa, la palestra, il teatro, le cucine e i refettori ipogei; dall'altro il ginnasio, il liceo per la formazione dei futuri sacerdoti, i corpi delle aule propedeutiche e di teologia, la biblioteca.
Fulcro dell'impianto è la chiesa, impostata su una pianta ellissoidale e aperta su un sagrato che si affaccia verso la città tramite una facciata dominata da una grande apertura vetrata arcuata, di ordine gigante. Pensata come una grotta, l'aula liturgica è definita da una struttura portante in archi e volte in cemento armato, che guidano il campo visivo verso l'altare.

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Seminario vescovile Giovanni XXIII. Foto © Marco Introini

BORGO PALAZZO

Palazzetto dello sport

Giancarlo Eynard; strutture Luigi Bacci, 1959-62

Il Palazzetto dello Sport di Bergamo è un complesso a pianta ellittica, progettato dall'ingegnere Giancarlo Eynard insieme al figlio Daniele, in cui il volume principale è costituito da un cilindro destinato all'arena sportiva. Attorno ad esso si dispongono corpi di dimensioni minori, che ospitano i servizi e le tribune, rese accessibili tramite scalinate esterne coperte e aggettanti rispetto alle facciate.

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Palazzetto dello sport. Foto © Marco Introini

Chiesa di San Gregorio Barbarigo, Monterosso

Vito Sonzogni; strutture Franco Brignoli, 1964-75

La chiesa di San Gregorio adotta un impianto centrale, organizzato attorno a un'aula circolare alla quale si innestano sei nuclei poligonali, disposti lungo assi diagonali: il nartece, la cappella feriale, la cappella della Conservazione della Santissima Eucaristia, il presbiterio con il locale per la penitenza maschile e la sacrestia, la schola cantorum e il battistero, modellati da linee di margine, costruite tramite muri continui in cemento armato a vista che richiamano le geometrie coniche.
Staticamente, l'intero sistema si imposta su un perimetro continuo, mentre la copertura, formata da sottili paraboloidi, non richiede elementi di sostegno interni che avrebbero interferito con la percezione dell'altare - realizzato in blocchi monolitici di pietra - posto al centro della composizione prospettica.

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Chiesa di San Gregorio Barbarigo. Foto © Marco Introini

Convento e chiesa di Sant'Antonio

Walter Barbero, Giuseppe Gambirasio, Giorgio Zenoni; strutture Alessandro De Leo, 1969-70

L'edificio si configura come un volume polifunzionale, sviluppato prevalentemente in orizzontale, che accoglie il convento di Sant'Antonio, la chiesa, un centro comunitario e una serie di attrezzature scolastiche e sportive, tutte commissionate dall'ordine dei frati francescani. La struttura insediativa è regolata da una doppia maglia modulare, coincidente con lo scheletro portante in travi e pilastri di cemento armato, tamponato da pannelli prefabbricati in vetroresina bianca.
Sia all'interno sia all'esterno, il complesso è caratterizzato dalla dichiarata messa in evidenza dei materiali costruttivi che, oltre all'ossatura in c.a. e ai tamponamenti in resina, comprendono blocchi e lastre di lavagna, legno di rovere, intonaco a calce spenta naturale, e pavimentazioni in piastrelle di ceramica greificata bianca con fuga nera.

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Convento e chiesa di Sant'Antonio. Foto © Marco Introini

LOVE ARCHITETTURA
12 Podcast+mostra fotografica

Mostra diffusa→
fino al 10 gennaio 2026
Dove:
Borgo Palazzo "Costante Coter" (via Borgo Palazzo 25);
Celadina "Al Civico 7" (via Curò 7);
Longuelo (via G. Mattioli 12/a);
Villaggio Sposi (via Promessi Sposi 26/a).

Agli architetti sarà riconosciuto 1 Cfp per ogni Spazio di Quartiere visitato.

+info: lovearchitetturabgbs.it

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