polimi.world

Milano, dal 17 al 28 ottobre 2005

orari: lunedì – venerdì 9.00/19.00

Mostra prodotta dal Politecnico di Milano - Dipartimento di Progettazione dell’Architettura - Facoltà di Architettura Civile

a cura di Federico Bucci, Claudio Camponogara, Massimo Fortis, Raffaella Neri

progettazione grafica Marco Strina

organizzazione e coordinamento Liana Frola, Annette Tosto con Chiara Tovaglieri

hanno collaborato Alessio Barbieri, Andrea Bogani, Giovanni De Netto

La mostra polimi.world. Testimonianze internazionali di architetti e designer politecnici negli ultimi 50 anni che verrà aperta il 17 ottobre alle ore 10.30, presso lo spazio mostre del Politecnico di Milano-Bovisa – via Durando 10 – in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2005-2006, propone – in 25 pannelli fotografici – un’itinerario attraverso alcune tra le più significative opere della storia dell’architettura contemporanea.

Il senso di questa iniziativa infatti, non è tanto quello di censire le realizzazioni all’estero degli architetti e designer laureati al Politecnico di Milano, bensì di provare a verificare i differenti esiti internazionali di una formazione con una ben precisa matrice tecnica e culturale.

Le ville venezuelane di Gio Ponti e il suo Denver Art Museum, i negozi, gli uffici e le fabbriche realizzate per la Olivetti in Europa e America Latina da Franco Albini, Ignazio Gardella, i BBPR e Marco Zanuso, le scuole di Vittorio Garatti a Cuba, gli allestimenti di Achille Castiglioni e gli interni di Vico Magistretti, il Museo d’Orsay di Gae Aulenti a Parigi e il Museo di Groningen di Mendini, le più celebrate opere di Renzo Piano, Vittorio Gregotti, Aldo Rossi e Giorgio Grassi, fino alle esperienze europee di Antonio Citterio e delle più giovani generazioni, non sono semplicemente le fortunate realizzazioni internazionali di alcuni dei protagonisti della cultura architettonica italiana, ma nella specificità dei singoli percorsi nei diversi contesti storico-geografici, individuano un caratteristico modo di fare architettura che partendo da un razionale contatto con la storia e con le tradizioni costruttive, approda a soluzioni di grande raffinatezza poetica.

Quanto di questo intreccio tra razionalità e poesia sia frutto della formazione e del lavoro (molti sono i docenti) al Politecnico di Milano, non è dato saperlo con certezza, se non avviando un approfondito studio che, nel panorama architettonico attuale, avrebbe il merito di indicare un’alternativa possibile a quella “internazionale del gesto artistico” a cui appartengono poche grandi firme.

In queste opere "milanesi" sparse in tutto il mondo, c’è invece un’identità ben riconoscibile, che la mostra intende mettere in evidenza, anche attraverso il semplice accostamento di una serie di immagini proposte in successione cronologica.

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