Commissione Ue: una mappa delle professioni per facilitare la mobilità

Entro il 2020, 16 milioni i nuovi posti di lavoro per personale altamente qualificato

Quando il mercato interno si ferma, la parola d'ordine diventa internazionalizzazione. Allargare le prospettive di uno studio professionale o lavorare per un periodo in uno degli Stati della Ue, non è, però, sempre facile. La Commissione europea ha adottato una comunicazione in cui annuncia l'inizio di una valutazione delle normative nazionali che disciplinano l'accesso alle professioni regolamentate, compresa quella di architetto.

Le diverse normative possono ostacolare la candidatura di professionisti qualificati per un impiego in uno Stato membro diverso da quello di provenienza. Ed è chiaro che una normativa più semplice e trasparente favorisce la mobilità, oltre ad avere una ricaduta positiva sulla occupazione e sulla crescita economica. I soli servizi professionali rappresentano infatti circa il 9% del Pil della Ue.

E, in prospettiva del 2020, quando si attende una espansione della domanda di personale altamente qualificato, semplificare la mobilità dei professionisti diventa una priorità.

Aggiornamento dell'11 ottobre:
Il Parlamento europeo ha approvato una proposta di modernizzazione (niente di definitivo) della direttiva sulle qualifiche professionali (direttiva 2005/36/Ce), che dovrà facilitare le procedure di riconoscimento per i professionisti che vogliono offrire un proprio servizio o stabilirsi in uno dei Stati della Ue per lavoro. Alla base della novità vi è la tessera europea delle qualifiche professionali (compresa quella di architetto) che permetterà ai professionisti di veder riconosciuta la propria qualifica in un altro stato membro in maniera più facile e veloce.

Si tratta, in sintesi, di un certificato elettronico. «Il titolare di una qualifica professionale potrebbe chiedere al proprio Paese di origine di completare tutte le fasi preparatorie invece di dover far domanda presso il Paese ospitante, come avviene attualmente». [europarl.europa.eu]

 

Per "job openings" si intendono i nuovi posti di lavoro che si creeranno in ciascun settore indicato. Questi sono dati dalla somma delle posizioni che si rendono disponibili per un naturale ricambio generazionale e da quelle generate dalla crescita delle aziende. Crescita che determina la creazione di nuovi posti di lavoro.

 

Fonte: Cedefop, Skills supply and demand in Europe.

La comunicazione di Bruxelles

La mobilità dei professionisti tra i Paesi Ue è bassa. Per facilitarla la Commissione europea individua i prossimi passi da compiere: servono una mappatura delle professioni regolamentate e una valutazione delle barriere di accesso. Si tratta di un «esercizio di trasparenza» si legge nel comunicato della Commissione. Ogni Stato membro deve trasmettere l'elenco delle professioni regolamentate e la Commissione Ue raccoglie i dati sotto forma di mappa. Grazie a questa rappresentazione geografica, ogni professionista potrà informarsi sulle condizioni poste da ciascun Paese per un determinato lavoro.

In una seconda fase gli Stati membri inizieranno una valutazione reciproca delle rispettive barriere che limitano l'accesso ad alcune professioni. Nel processo dovranno essere coinvolte le parti interessate, quelle che rappresentano i professionisti.

«Non si tratta di deregolamentare le professioni - ha specificato Michel Barnier, commissario per il Mercato interno e i servizi - né di sanzionare gli Stati membri bensì piuttosto di garantire un migliore accesso ai servizi professionali rivedendo quali siano le strutture d'ingresso che promuovono meglio un sistema semplificato, adeguato, sicuro e trasparente».

Per il 2020 16 milioni di posti di lavoro altamente qualificati

Se la parola d'ordine per il futuro della professione è internazionalizzazione, la chiave di accesso a nuove opportunità è la specializzazione. Studi europei prevedono un aumento della domanda di personale altamente qualificato: almeno 16 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2020. Ma per rispondere a questa esigenza, l'Europa deve favorire un riconoscimento rapido e semplice delle qualifiche. Un problema, questo, già individuato due anni fa. La comunicazione di Bruxelles si inserisce dunque in un'esigenza, già espressa, di aggiornare e semplificare la direttiva sulle qualifiche professionali per facilitare la mobilità tra i Paesi della Ue (direttiva 2005/36/Ce).

di Mariagrazia Barletta architetto

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