Non chiamatele "Architetto": da oggi le professioniste di Bergamo possono ufficialmente timbrare come "Architette"

Da oggi le donne iscritte all'Ordine degli Architetti di Bergamo potranno presentarsi ai clienti e timbrare i loro progetti declinando il proprio titolo al femminile: "Architetta".

Grazie a una recente delibera approvata dal Consiglio, infatti, le "Architette" bergamasche, prime tra tutte in Italia, potranno richiedere il timbro professionale con la dicitura "architetta", appunto. Si tratta di un'importante vittoria nella dichiarazione di pari opportunità professionale ottenuta all'interno di un Consiglio paritario che, grazie anche alla presenza del gruppo Archidonne, da anni si impegna in iniziative indirizzate ad un'equa riconoscibilità del ruolo delle donne nella professione.

La proposta delle architette Vitali, Perani e Brambilla

La richiesta di ufficializzare la declinazione al femminile della parola "architetto" è partita dalla professionista Silvia Vitali, coadiuvata da una presenza attiva durante la recente Marcia delle Donne di Bergamo, appoggiata da due colleghe, Francesca Perani e Mariacristina Brembilla. I consiglieri hanno condiviso la proposta e l'Ordine ha deliberato di dare la possibilità a chi lo volesse di richiedere il duplicato al femminile del timbro che, fino a quel momento, era stato distribuito sempre e solo con il titolo di "architetto", a prescindere dal fatto che il professionista potesse anche essere una donna. 

Da Bergamo all'Italia intera

L'evento è molto importante per l'Ordine degli Architetti di Bergamo ma, in generale, per tutti gli ordini italiani, perchè dimostra come sia possibile aderire e promuovere una visione meno sessista e più paritaria in un settore che ancora fatica a lasciare spazio alle donne, ancora troppo spesso ingabbiate nei luoghi comuni e nel genere grammaticale maschile del loro titolo. 

L'architetta Francesca Perani, soddisfatta del fatto di essere una delle prime professioniste a vantare un titolo al femminile, parla dell'evento come un'occasione per favorire la consapevolezza di un mondo più equo e diversificato a favore delle nuove generazioni. 

La speranza è quella che, a partire da Bergamo, tutta l'Italia cominci a parlare di Architette, per fare in modo che le nuove progettiste e quelle che ancora sono nascoste dietro la convinzione di aver scelto un "lavoro maschile" riescano a riconoscersi con maggiore consapevolezza in un ruolo che non è più associato esclusivamente a un sesso e ad aprire la mente di chi ancora fatica a capirlo. 

di Maria Laura Leo

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