Come un campus anglosassone: a Pieve Emanuele (Milano) l'ampliamento dell'Università Humanitas firmato Filippo Taidelli

25mila metri quadri per un investimento (privato) di 100 milioni

A Pieve Emanuele (Milano) lo scorso 14 novembre è stato inaugurato, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il nuovo campus dell'Humanitas University, la facoltà di medicina e infermieristica privata che attrae studenti da tutto il mondo e dove le lezioni si tengono in inglese.

In tutto, 25mila nuovi metri quadri, a pochi passi dall'ospedale Humanitas, racchiusi in tre edifici (un hub polifunzionale, un centro di ricerca e un polo didattico) progettati per ospitare 1.200 studenti provenienti da 31 paesi del mondo. Un ampliamento che ha contato su un investimento privato di 100 milioni di euro. Fiore all'occhiello della struttura è il simulation lab, ossia un luogo che riproduce in modo fedele gli ambienti di una moderna struttura ospedaliera, dalla sala operatoria alle stanze di degenza, dove gli aspiranti medici possono fare pratica in tutta sicurezza. 

Foto © Andrea Martiradonna

Foto © Andrea Martiradonna

Il progetto è dell'architetto Filippo Taidelli, fondatore dello studio, con sede a Milano, FTA. Uno studio di architettura e design, multidisciplinare, che ha all'attivo numerosi importanti progetti, tra cui i nuovi uffici della Techint Engineering and Construction a Città del Messico; il quartier generale di Tenova a Castellanza (Varese); il training center dell'Inter ad Appiano Gentile (CO) che ha ricevuto il Next Energy Award 2008; lo Zenale Building, nato dalla trasformazione di un edificio dei primi del Novecento di Milano, premiato con il Bio Architecture Award 2012.

Per il campus Humanitas Taidelli ha firmato anche la residenza universitaria da 240 posti letto, che si prevede di mettere a servizio di studenti e ricercatori entro l'estate 2018.

Tre volumi introversi inseriti in un ampio sistema di verde

I tre nuovi edifici sorgono tra il Parco agricolo Sud e un'ampia area industriale, in connessione con l'ospedale Humanitas ed i laboratori già esistenti. Armonizzare i nuovi volumi con le preesistenze, in modo da conferire uniformità formale all'intero complesso, è stato uno degli obiettivi del progetto. Nonostante ciò, le nuove architetture mantengono un proprio carattere, entrano in dialogo tra loro disponendosi in modo armonioso intorno ad uno spazio aperto, una sorta di piazza verde sulla quale i tre edifici prospettano con i rispettivi accessi vetrati. Una permeabilità del piano terra che va a sottolineare l'indissolubile legame tra ricerca, cura e formazione che è il fulcro della filosofia del Gruppo Humanitas.

Foto © Andrea Martiradonna

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Il riferimento ai campus di stampo anglosassone è palese: i nuovi volumi, piuttosto introversi, spiccano tra i prati e si inseriscono in un ampio sistema di verde, che comprende boschetti di querce pronti a garantire zone d'ombra. Nel verde affacciano anche ampie terrazze concepite come aule all'aperto.

Dinamicità e compattezza

Foto © Andrea Martiradonna

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Ciascuna delle tre architetture è caratterizzata da una sovrapposizione di volumi degradanti. Si tratta di una composizione che ha un doppio vantaggio che si relaziona al punto di osservazione. Se visto da lontano il complesso appare compatto, ma, se osservato da vicino, le dimensioni sembrano ridursi e ciò a tutto vantaggio dell'impatto visivo.

Foto © Andrea Martiradonna

La sovrapposizione dei volumi, la loro articolazione e il degradare degli stessi con l'altezza, crea una composizione dinamica e varia. E, la dinamicità è aiutata anche dal colore: i tre edifici assumono le tonalità della terra, con tre variazione cromatiche affidate alle diverse colorazioni delle piastrelle di grès di rivestimento.

Massima attenzione all'orientamento e ai consumi energetici

L'articolazione dei volumi è studiata soprattutto in funzione dell'orientamento e dell'ombreggiamento. La sostenibilità ambientale è, infatti, un altro tema chiave del progetto. L'orientamento degli edifici e la loro forma permettono di ottimizzare l'apporto solare estivo e di ridurre le dispersioni di calore durante l'inverno. Allo stesso tempo, le corti interne vetrate garantiscono il massimo apporto di luce naturale. L'hub polifunzionale, ad esempio, è caratterizzato da un grande patio centrale che permette a tutti gli spazi che vi affacciano di ricevere luce naturale.

Foto © Andrea Martiradonna

Foto © Andrea Martiradonna

Foto © Andrea Martiradonna

Le strategie climatiche, insieme a sistemi attivi, come le pompe di calore ad acqua di falda, il riscaldamento a pannelli radianti a bassa temperatura e i pannelli fotovoltaici in copertura, hanno consentito il raggiungimento della classe energetica A3 della certificazione regionale Cened.

Crediti del progetto

Committente: PIEVE s.r.l.
Project manager: ing. Andrea Bambini
Construction manager: geom. Andrea Gardelli
Progetto e direzione artistica: Filippo Taidelli Architetto - FTA

Consulente illuminotecnico: Rossi Bianchi Lighting Design
Progetto esecutivo e direzione lavori: Artelia Italia s.p.a.

Impresa costruttrice: Colombo Costruzioni s.p.a. / MPartner s.r.l. / Landi s.p.a.

Progetto strutture e direzione lavori strutture: Sajni e Zambetti s.r.l.
Paesaggio: Area 68
Progetto grafico: Francesca Depalma 

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