Conto alla rovescia a Copenaghen per sciare sul termovalorizzatore firmato BIG - Bjarke Ingels Group

Sciare sul tetto di un termovalorizzatore di ultima generazione, restando in città. Nel 2011, quando è stata concepita, sembrava un'idea avveniristica, quasi impossibile. Nel 2018 diventa realtà. Proprio mentre in Italia le forze politiche si scontrano sul tema dei termovalorizzatori, è in fase di completamento Amager Bakke, il nuovo impianto per la generazione di energia per il riscaldamento ed elettrica di Copenaghen. Una struttura che ospita sul tetto un giardino e una pista da sci, pensata per diventare una sorta di montagna urbana, un nuovo landmark e attrazione turistica, firmata dal visionario Bjarke Ingels (BIG - Bjarke Ingels Group), vincitore del 2011 di un concorso di progettazione.

«Yes is more» è il suo motto che sta a indicare come, accettando i vincoli che ogni progettazione impone e restando ancorati al concetto di bene comune, si possa creare qualcosa di estremamente innovativo. Molteplici le sfide accolte nel progetto, che combaciano con gli obiettivi ambiziosi che l'amministrazione locale si è data per fare di Copenaghen la capitale dello sviluppo sostenibile.

L'impianto è stato costruito da Amager Ressourcecenter, azienda di proprietà di cinque comuni danesi, tra cui Copenaghen. L'opera, secondo quanto riporta un articolo pubblicato su bloomberg.com, sarebbe costata 660 milioni di dollari (quasi 586 milioni di euro).

Operatività a tappe

Il 25 novembre inaugura il centro sciistico, dove si noleggeranno sci e snowboard, ma per poter percorrere il tetto del termovalorizzatore con gli sci ai piedi bisognerà attendere ancora un po'. Entro la primavera 2019, tutte le attività previste dovrebbero essere aperte al pubblico (l'inaugurazione era prevista per dicembre 2018). Tre piste da sci di diversa difficoltà, due impianti di risalita, un ascensore che porta in cima al tetto, terrazze panoramiche, una caffetteria e la più alta parete di arrampicata al mondo. Sono alcune delle attrazioni annesse all'impianto.

Fotografia © ARC - Amager Ressourcecenter

In particolare, la parete per l'arrampicata parte dalla base dell'edificio per arrivare a quota + 80 metri. Non solo: il tetto riproduce l'ambiente alpino, con sentieri dove passeggiare o andare a correre, immersi in una fitta vegetazione. Ciò che manca ancora è la parte sommitale della foresta urbana e poi bisognerà testare le piste (il cantiere è stato avviato a marzo 2013).

Maggiore efficienza e minor impatto sull'ambiente

La nuova architettura ha rimpiazzato il vecchio termovalorizzatore con un impianto all'avanguardia. Rispetto alla precedente struttura, le emissioni di zolfo vengono abbattute del 99,5 per cento, gli ossidi di azoto sono ridotti ad un decimo e vengono impiegate tecnologie (selective catalytic reduction) per pulire i gas di scarico. Insomma: massima efficienza, minimo impatto ambientale e un'architettura innovativa che, introducendo nuove e inaspettate funzioni, determina svariati benefici, in termini di attrazione, animazione territoriale e anche economici e ambientali.

I cittadini, inoltre, hanno un'immediata percezione delle emissioni rilasciate in atmosfera, perché ad ogni tonnellata di CO2 emessa la ciminiera espelle un anello di vapore. È l'architetto che, escogitando nuove funzioni e rendendo attrattiva una tipologia di impianto che per definizione non ha nulla di seducente, si fa carico del problema dell'accettazione della struttura da parte della popolazione.

Copenaghen "CO2 neutral" entro il 2025

È molto concreta l'agenda per lo sviluppo sostenibile che la capitale danese ha approvato e messo in atto, mettendo nero su bianco gli ambiziosi obiettivi da raggiungere. Si tratta di implementare strategie lungimiranti e responsabili che hanno come fine ultimo il miglioramento della qualità della vita della popolazione, tenendo in debito conto la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Per contrastare il cambiamento climatico, la città ha approvato nel 2012 un apposito piano, il cui obiettivo principale è rendere Copenaghen «CO2 neutral» entro il 2025. Si tratta di lavorare tanto - e la città lo sta già ampiamente facendo - su due temi cruciali: la mobilità sostenibile e il consumo di energia. Significa che, ad esempio, entro il 2025 la produzione di energia elettrica e per il riscaldamento sarà soddisfatta sfruttando il vento, la geotermia, la biomassa e i rifiuti. L'obiettivo è addirittura quello di riuscire ad esportare energia "green" entro il 2025.

Vista dall'antica fortezza di "Kastlett"

La parola chiave è innovazione. Le città d'Europa, abituate a guardare con lungimiranza al proprio futuro, scommettono sull'innovazione intesa come capacità di dare soluzioni nuove alle problematiche che le città pongono. A Copenaghen sono nati, ad esempio, i "living labs": spazi urbani dove si cercano soluzioni innovative per affrontare le grandi sfide urbane, legate al traffico, alla mobilità, allo smaltimento dei rifiuti, alla salute pubblica, in dialogo con cittadini e aziende. Ne è un esempio il Bloxhub, l'urban innovation center nato all'interno dell'omonimo edificio progettato dallo studio Oma (inaugurato lo scorso maggio). Il Bloxhub lavora per sviluppare un approccio collaborativo - che mette insieme architettura, design, ricerca e tecnologie -, per affrontare le sfide che l'urbanizzazione globale e i cambiamenti climatici pongono. Lo stesso distretto Nordhavn, in fase di costruzione, è oggetto di un laboratorio sperimentale che intende dimostrare come sia possibile combinare, in modo intelligente, edifici energeticamente efficienti, trasporto con mezzi ad alimentazione elettrica e soluzioni avanzate per l'approvvigionamento energetico.

È in questo contesto che si inserisce Amager Bakke (o Copenhill), che è quello di una città in costante evoluzione, che programma il suo futuro con lungimiranza, facendo dell'innovazione uno strumento per rendere la città più ecologica, inclusiva e attrattiva. L'innovazione permette di testare oggi soluzioni efficaci, pronte a fare scuola e che domani possono diventare prassi. Soprattutto, l'innovazione è a servizio di politiche ambientali ben delineate da tempo.

Il parco verde e la sfida affrontata dai paesaggisti di SLA

Il parco verde sul tetto del termovalorizzatore si estende per 16mila metri quadri ed è stato disegnato dallo studio danese SLA, specializzato nella progettazione del paesaggio e di spazi urbani resilienti. Si è trattato anche in questo caso di una sfida ai limiti del possibile. La considerevole pendenza del tetto, le condizioni climatiche a 88 metri di altezza, la presenza di venti, costituiscono condizioni non facili per la vita di piante ed alberi. Inoltre, per la presenza degli impianti sottostanti, alcune porzioni del terreno raggiungevano i 60 gradi centigradi.

«Creare un parco panoramico attraente e verde in cima ad Amager Bakke è stato molto impegnativo. Non solo a causa delle condizioni naturali estreme - e innaturali - del sito e del tetto stesso, che mettono a dura prova piante, alberi e paesaggi. Ma anche perché abbiamo dovuto garantire che le numerose attività del tetto fossero realizzate in modo accessibile, intuitivo e invitante. L'obiettivo è quello di garantire che Amager Bakke diventi uno spazio pubblico ricreativo ricco di eventi con una natura rigogliosa e sensuale che offra un valore aggiunto a tutti i cittadini di Copenhagen, tutto l'anno», afferma Rasmus Astrup, partner dello studio SLA. Si è dovuto procedere con esperimenti per testare le diverse tipologie di piante. Il progetto del verde è anche pensato per proteggere e attrarre una grande varietà di uccelli e insetti, a tutto vantaggio della biodiversità urbana.

di Mariagrazia Barletta

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