Il "terzo territorio a metà strada tra urbanità e ruralità", citato dallo studioso del paesaggio Pierre Donadieu, è alla base del progetto del gruppo 80grammi - composto dagli architetti Martina Benedetti e Tommaso Zito e dall'ingegnere Sara Cheli - per il concorso internazionale indetto dall'Istituto Poligrafico della Zecca dello Stato e relativo alla riqualificazione del Parco Paglia di Foggia. L'obiettivo, trasformare l'area attraverso idee innovative e soluzioni progettuali integrate con il territorio e con il contesto locale.

Con l'intervento, i 37 ettari di terreno, dalle enormi potenzialità naturalistiche e la cui identità, scampata all'espansione edilizia ma legata allo Stabilimento del Dott. Saronio - soprannominato la Fabbrica della Morte per la produzione di aggressivi chimici per l'Asse, in vista di una possibile guerra chimica - diventerebbero così un parco multicentrico, potenziale e permeabile. 

Considerando il programma di concorso e la particolare natura storica e ambientale del sito, fortemente legata al secondo conflitto mondiale, il progetto di 80grammi cerca quindi di interpretare il paesaggio agricolo periurbano di Foggia per far convivere i retaggi della cultura del passato con i vecchi e nuovi tentativi di fare città.

Con l'intento di stimolare il recupero della memoria, l'intervento prevede, così, tre azioni principali:

  • la creazione di spazi di opportunità per favorire l'aggregazione e la socialità
  • un parco potenziale e agricolo-permeabile che coniuga tradizione locale e innovazione in ambito agricolo
  • il recupero della Torre dei Laboratori che, affiancata da nuovi edifici leggeri, sarà adibita a spazio culturale ed espositivo

Spazi di opportunità e nuova modalità di fare agricoltura, tra tradizione e innovazione

Il polo multifunzionale auspicato per la città, prende il via dalla creazione degli "spazi di opportunità", una serie di punti strategici, di due tipologie, dalla vocazione provvisoria, pensati per favorire aggregazione, sosta, gioco e intrattenimento: il primo tipo è aperto, come una sorta di cestino di vimini; il secondo, chiuso, pensato per accogliere le funzioni di servizio del parco.

Cuore del progetto, è invece il parco potenziale che, partendo dalla consapevolezza dell'ormai svanita contrapposizione tra urbano e rurale, tiene conto delle nuove modalità del "fare agricoltura", a metà strada tra la conservazione delle tradizioni locali e la spinta all'innovazione, mossa dalle nuove generazioni di coltivatori e consumatori. Qui, dunque, l'agricoltura viene collegata alla produzione di altri tipi di beni, da quelli ambientali a quelli sociali ed educativi, fino al valore delle relazioni. Attraverso la creazione e la valorizzazione di attività e funzioni diversificate, dal giardino delle essenze ed i frutteti agli orti urbani e all'apicoltura urbana,  l'obiettivo è quello di favorire i legami tra fruitori, produttori e consumatori.

Ad affiancare il parco potenziale, è il parco agricolo permeabile, con la promozione dell' "ecoturismo" per far riemergere le tradizioni del luogo: un unico percorso panoramico principale, con integrazioni e innesti di nuovi sentieri realizzati in terra battuta, farà da nastro di collegamento tra gli spazi delle opportunità, attraverso un armonico saliscendi che permetterà di ammirare e fruire del parco e dei suoi servizi.

Il terzo atto è il recupero della Torre de Laboratori, una struttura realizzata negli anni '40, rimasta in disuso dalla fine del secondo conflitto mondiale ad oggi, che diviene, nel progetto, il fulcro del nuovo Museo all'aperto, pensato per ospitare un percorso espositivo che racconterà sia la storia dell'Istituto Poligrafico che quella del Parco Paglia durante il conflitto mondiale.

A rafforzarne il carattere, sono tre edifici leggeri disposti intorno, realizzati in pietra bianca come la Torre, connotati da una copertura morbida e sinuosa realizzata con pannelli modulari e orientati lavorati con diverse trame, che ospiteranno a loro volta collezioni temporanee di artisti emergenti del luogo o eventi filantropici legati alla Zecca stessa.

Grande attenzione, infine, per la scelta dei materiali e delle tecnologie, finalizzate alla minimizzazione dell'impatto ambientale e al raggiungimento dell'autonomia energetica. La novità delle strutture, composte da un modulo di dimensioni 1x2 metri e lavorate con trame intrecciate in PLA come fossero paglia, ricordano i disegni delle filigrane dell'Istituto Poligrafico.

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