Per quanto si respiri l'aria di una capitale regia (merito, in primis, di questa urbanistica di grandi boulevard, di edifici maestosi e curatissimi giardini) Madrid si conferma una cartina di tornasole interessantissima sul fronte del contemporaneo. La scena creativa della città - arte, design, grafica, editoria, fotografia e gastronomia - è, infatti, incredibilmente vivace. Soprattutto in questo mese in cui sono moltissime le location e gli spazi, musei, locali, ristoranti, atelier, showroom, che hanno reso possibile trasformarla in un grande festival diffuso, un laboratorio en plein air. Per il quinto anno consecutivo.

Tra queste: Fernán Gómez. Centro Cultural de la Villa; Institución Libre de Enseñanza; DIMAD. Central de Diseño; Matadero Madrid; CentroCentro; CaixaForum; Círculo de Bellas Artes; Museo ICO; Centro de Arte Alcobendas; Club Matador; Museo Nacional de Artes Decorativas; Museo del Romanticismo; Museo Arqueológico Nacional e Museo Cerralbo.

WELCOME: ATTERRARE A BARAJAS

Ma basta iniziare dall'aeroporto in cui si atterra, forse una delle migliore opere di Richard Rogers, recentemente scomparso: il Terminal 4 di Barajas. Completato nel 2004 e costato oltre un miliardo di euro, il progetto si estende per più di un milione di metri quadri ed è pensato per gestire fino a 35 milioni di passeggeri l'anno, facendo di Madrid un importante hub europeo e un grande snodo per il Sud America. Un design leggibile e modulare, che crea una sequenza ripetuta di onde formate da vaste ali di acciaio prefabbricato. Sostenuto da "alberi" centrali nelle tonalità arcobaleno, il grande tetto, rivestito con strisce di bambù, è punteggiato da lucernari.

Muscolare, forte sostenitore dell'efficienza e della sostenibilità Richard Rogers è stato tra i fondatori del movimento dell'High Tech pur mantenendo un animo umanista (merito forse del sangue italiano?). Ad esempio, come in questo caso, ha sempre utilizzato il colore come espediente architettonico, anche per le sue camicie: pensava, infatti, che un edificio o una persona potessero essere allo stesso tempo tecnicamente ineccepibili e performanti ed insieme divertenti, e leggeri.

Terminal 4 di Barajas di Richard Rogers | photo Giulia Mura

Capitale cosmopolita, crocevia culturale vivacissimo, Madrid è una città che sa trasformarsi, che ama gli innesti, che accetta di buon grado che l'architettura contemporanea si ibridi con le preesistenze. Del resto, cambiano le esigenze, urbane e degli abitanti, e la città si adegua, senza perdere il suo linguaggio. 

Madrid, Only YOU Hotel Atocha | photo Giulia Mura

MADRID | PROGETTI IN CORSO

TORRI DE COLON

Le torri di proprietà di Mutua Madrileña, situate all'angolo tra Genova e Paseo de la Castellana in Plaza de Colón, ad esempio. Progettate da Antonio Lamela, e inaugurate nel 1977, saranno ristrutturate per la terza volta in 50 anni. I lavori sull'edificio - tra i migliori esempi di architettura 'appesa' in Spagna - dovrebbero concludersi nel 2022 e comporteranno l'eliminazione dell'emblematica copertura a 'tappo', la finitura ornamentale che coronava il complesso. Al suo posto verranno realizzati quattro nuovi piani per uffici, mantenendo inalterata l'altezza (117 metri). Lo studio Luis Vidal + Arquitectos sarà responsabile del progetto, mentre il nuovo design ha l'approvazione della Commissione per la Protezione del Patrimonio Storico-Artistico e Naturale (CPPHAN) del Comune.

PLAZA DE ESPAñA

Ri-abitare la città e lo spazio pubblico significa ri-appropiarsene. Se poi lo si fa in maniera condivisa, coinvolgendo in modo bottom up la popolazione locale (quella che poi quegli spazi li utilizzerà quotidianamente) il risultato sarà ancora migliore. Un esempio su tutti: la riqualificazione della Plaza de España, tramite concorso, bandito a fine 2016. Un processo partecipato che ha chiamato i cittadini ad esprimersi, votando il loro progetto preferito. A vincere, col 65% delle preferenze, il progetto "Welcome mother Nature", del gruppo Porras La Casta Arquitectos y Estudio Guadian, inaugurato lo scorso 22 novembre.

EL PASEO DEL ARTE / MUSEI: UN TOUR

Attorno alla stazione storica di Atocha, progettata nel 1851 e poi ampliata da Rafael Moneo tra il 1984 e il 1992 (la stessa che nel 2004 fu protagonista di un brutto episodio di terrorismo e oggi ospita un oasi tropicale al suo interno) la concentrazione di interventi contemporanei in ambito museale da parte di firme internazionali notissime è incredibile.

Madrid, la stazione di Atocha | | photo Giulia Mura

Nel giro di pochi km quadrati si trovano, infatti: Museo de Colecciones Reales (Mansilla + Tuñón, 2016), Museo Nacional Reina Sofia (Jean Nouvel, Vidal Y Asociados Arquitectos, 2005), Museo Thyssen Bornemisza (Rafael Moneo, 1992 e BOPBAA, 2004), Museo del Prado (Rafael Moneo, 2007), Caixa Forum Madrid (Herzog & de Meuron, 2008).

CAIXAFORUM

"Il CaixaForum è concepito come una calamita urbana che attrae non solo gli amanti dell'arte, ma tutta la gente di Madrid e da fuori. L'attrazione non sarà solo il programma culturale, ma anche l'edificio stesso, in quanto la sua pesante massa, è staccato dal suolo in apparente sfida alle leggi di gravità e, in un certo senso, attira i visitatori all'interno." (Herzog De Meuron)

Il CaixaForum-Madrid, centro socioculturale del XXI secolo, aperto all'arte antica, moderna e contemporanea,  dispone di oltre 2000 metri quadrati dedicati a sale espositive, un auditorium con 322 posti e diverse sale polifunzionali, uffici, una caffetteria, un bookshop e un ristorante.

L'aspetto scultoreo della sua silhouette è nato da un intervento chirurgico effettuato dal duo svizzero, eliminando la base e le parti dell'edificio non più necessarie. I muri di mattoni sono il ricordo dell'ex centrale elettrica, reminiscenza della prima era industriale a Madrid. La rimozione della base dell'edificio ha lasciato una piazza coperta sotto l'involucro, che ora sembra fluttuare sopra il livello stradale. L'annessione di una corona merlata in acciaio corten e di un muro di verde verticale, oltre che la scelta di dotarlo di interni dal sapore industriale rendono tutt'oggi il CaixaForum uno degli spazi per l'arte più interessanti della città.

CaixaForum-Madrid di Herzog De Meuron | photo Giulia Mura

MUSEO ICO

Poco più in là, sorge invece un piccolo museo, decisamente meno noto, ma che vale la pena citare non tanto per la sede quanto per i contenuti culturali, qui di natura prettamente architettonica. Inaugurato nel marzo 1996, inizialmente per ospitare le collezioni permanenti dell'ICO (Instituto de Crédito Oficial), dal 2012, il Museo è stato preso in gestione dalla Fundación ICO, l'unica istituzione di questo tipo in Spagna specificamente dedicata alla presentazione dell'architettura come disciplina artistica e culturale.

Per il MDF22,  presenta la prima mostra monografica in Spagna dedicata all'architetto tedesco Anna Heringer (1977), impegnata sull'esplorazione e sull'uso dell'architettura, di materiali e tecniche locali per offrire un futuro migliore alle comunità dove interviene. Il suo lavoro progettuale è un mezzo per rafforzare la fiducia individuale e la cultura stessa, per sostenere le economie locali e promuovere un equilibrio ecologico.

La coloratissima mostra, curata da Luis Fernández-Galiano, sarà esposta dal 9 febbraio all'8 maggio 2022 e presenta una moltitudine di progetti, immagini, maquettes, oggetti, lettere e stoffe prodotte dalle donne del Bangladesh con cui collabora da anni. Per la costruzione dei suoi progetti, sparsi tra Asia, Africa ed Europa, la Heringer usa materiali semplici come l'argilla, il legno, il bambù e la ceramica, e li alimenta con energie rinnovabili come i pannelli solari. Insieme a Martin Rauch ha introdotto il metodo Clay Storming, basato sulla costruzione manuale con l'argilla, che insegna nelle università. Per lei "sostenibilità è sinonimo di bellezza, e ciò che definisce il valore estetico di un edificio è quello di essere in armonia con il design, la struttura, la tecnica e l'uso dei materiali, nonché in relazione alla sua posizione, all'ambiente circostante, all'utente e al contesto socio-culturale."

Madrid, museo ICO la mostra dedicata all'architetto tedesco Anna Heringer | photo Giulia Mura

MATADERO

Ex mattatoio nel distretto di Arganzuela, il Matadero occupa parte dello splendido complesso di padiglioni progettato da Luis Bellido all'inizio del XX secolo: 48 edifici e 165.415 m2 di terreno che fino al 1995 sono serviti come macello industriale e mercato del bestiame della città di Madrid.

Nel 2005, quando è stato concesso il permesso di convertirlo ad uso culturale, sono iniziati i lavori la cui premessa fondamentale era preservare l'esterno architettonico dei diversi edifici denominati Naves. A tal fine si è cercato un equilibrio tra il massimo rispetto per il sito del patrimonio e, attraverso il limitato impiego di materiali direttamente industriali, per rafforzare la natura sperimentale delle nuove istituzioni di creazione contemporanea che vi avrebbero dovuto essere ospitate.

Un insieme di padiglioni in stile neomudejar - movimento artistico e architettonico che iniziò alla fine del secolo XIX a Madrid, come variante "spagnola" dell'architettura neomoresca - costruiti sulle sponde del fiume Manzanarre, oggi premiatissima piccola città dedicata alla cultura, composta da spazi riqualificati da diversi architetti, tutti spagnoli:

  • Naves del Español en Matadero / arch: Emilio Esteras, Justo Benito, 2007 spazio scenico
  • Casa del lettore / arch: Antón García Abril, 2012
  • Centrale di design / arch: José Antonio García Roldán, 2007 che con il sostegno del Comune di Madrid e di DIMAD (Associazione Designer Madrid) si occupa di promuovere e diffondere il design.
  • Cineteca / arch: José María Churtichaga and Cayetana de la Quadra Salcedo, 2011 prima e unica sala del paese dedicata quasi esclusivamente al cinema-documentario
  • Intermediae / arch: Arturo Franco, 2007 spazio per la produzione di arte contemporanea
  • Nave 0: vecchia cella frigorifera convertita in una zona per lo sviluppo di pratiche artistiche
  • Plaza e Calle Matadero / arch: Ginés Garrido, Carlos Rubio and Fernando Porras, 2011 multispazio all'aria aperta, riservato alle attività ludiche
  • Nave16, Centro di Residenze Artistiche / Arch: Alejandro Virseda, José Ignacio Carnicero and Ignacio Vila Almazán, 2011 grande spazio espositivo di oltre 4.000 metri quadrati, versatile e polivalente
  • MAD (Madrid Arti Digitali) Centro di Esperienze Immersive: spazio di creazione, sperimentazione ed esposizione
  • Medialab a Matadero: laboratorio cittadino che funge da luogo di incontro per la produzione di progetti culturali aperti.
  • Extensión AVAM: spazio gestito da Artistas Visuales Asociados di Madrid che offre agli artisti la possibilità di presentare i loro progetti in un ambiente aperto alla creazione di nuove reti, diventando una piattaforma di visibilità e scambio per i creatori.

Vilacor, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

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