Ne "L'Architettura della Città" Aldo Rossi definiva il contesto urbano come un organismo di fatti architettonici con il fondamentale ruolo di essere "la scena fissa nel teatro della vita umana".

Partendo proprio dal ragionamento sul rapporto reciproco delle singole parti della città, il libro sintetizzava quest'ultima attraverso due letture: la prima relativa all'immagine complessiva del manufatto architettonico; la seconda analizzando i fatti urbani, cioè le parti caratterizzate da una propria forma e una specifica architettura.

A suo modo il festival Concentrico, ben radicato nei tempi che stiamo vivendo, opera secondo la stessa logica, riuscendo ad instaurare un dialogo tra la città, il patrimonio e l'architettura contemporanea, stimolando nei cittadini e nei visitatori la riflessione sull'utilizzo di questi spazi.

Ormai alla sua ottava edizione, e conosciuto a livello internazionale per la capacità di utilizzare l'architettura effimera come strumento per riflettere e far emergere i cambiamenti e le necessità della città contemporanea, il festival parte, infatti, dall'identificazione delle peculiarità dei singoli brandelli di città. Da qui, vi costruisce attorno una manifestazione inclusiva e partecipata tra passeggiate itineranti, installazioni, mostre e talk con i progettisti, con l'obiettivo di rafforzare l'idea di comunità nello spazio pubblico attraverso nuovi possibili utilizzi.

Il Concentrico è organizzato e curato da Javier Peña Ibáñez, in collaborazione con il Comune di Logroño e con il sostegno di oltre 30 istituzioni nazionali e internazionali. Tutti i materiali delle installazioni, smontate una volta terminato il festival, vengono riciclati o riutilizzati per la realizzazione di nuovi progetti in giro per la Spagna.

L'edizione del 2023 si svolgerà nel mese di maggio, come da tradizione pre-pandemia.
Tutte le info → concentrico.es

Perché le nostre città hanno bisogno dell'architettura effimera

Nel tempo che viviamo, così veloce e sempre più contaminato dalle nuove tecnologia, utilizzare l'architettura effimera significa avere a disposizione uno strumento per riflettere sulla città contemporanea e su come assiomi diversi e complementari come l'abitare, lo stare, il vivere insieme possano coesistere.

L'efficacia dell'effimero sta quindi nel suo essere transitorio, qualcosa che oggi c'è e domani no, ma che lascia spazio alla memoria e, attraverso un processo di selezione, riesce a guardare con lucidità alle cose da portare avanti e a quelle da lasciarsi indietro.

Ne derivano nuovi scenari possibili e nuove sfide da affrontare per il vivere contemporaneo e futuro, dalla necessità di comportamenti orientati alla sostenibilità all'ottimizzazione delle risorse, senza escludere le relazioni tra spazio, mondo animale e vegetale.

L'architettura effimera è quindi un mezzo di sperimentazione, per prendere tempo e riflettere su quali siano le scelte da fare e le priorità da affrontare nel contesto urbano.

Ecco perché le nostre città dovrebbero utilizzarla più spesso!

100 sillas y 3 salones urbanos para Logroño by Izaskun Chinchilla | foto: © Josema Cutillas

Il successo italiano oltre confine

Puerta Extra-Ordinaria di Associates Architecture

Quella di Associates è una porta straordinaria, fuori dall'ordinario, collocata in uno dei punti più significativi della città (punto di passaggio dei pellegrini del Cammino di Santiago) per catturare l'attenzione e richiamare la storia del luogo.

La grande installazione, realizzata in legno dipinto di verde, porta con sè numerosi riferimenti: da un lato l'immagine dell'arco provvisorio costruito a Logroño durante la festa di San Bernabé e la forma della vicina porta Revellín per richiamare il rapporto storico, morfologico e materico con la città e la sua memoria collettiva; dall'altro il pensiero italiano, con la citazione della spettacolare porta che Aldo Rossi progettò per la Biennale di Venezia del 1980.

La Puerta Extraordinaria - questo il titolo originale - segna l'accesso a una piccola piazza che accoglie, sempre secondo il disegno di Associates, una tribuna provvisoria per assistere a spettacoli e rappresentazioni teatrali.

I due elementi, insieme, diventano così un unico organismo dove il portale, per il suo carattere imponente di elemento-soglia, invita ad entrare; l'altro, più discreto, suggerisce la sosta, una pausa dalla frenesia cittadina per guardarsi attorno e scoprire la storia della città.

Puerta Extraordinaria by Associates Architecture | foto: © Associates Architecture

Medio Vacìo Luna Llena di Piovenefabi

Dal centro città a uno sguardo privilegiato sulla città, lo studio Piovenefabi sceglie invece di guardare Logroño dall'alto, a 3 km di distanza dal centro.

Il progetto, evocando il percorso dei pellegrini del Cammino di Santiago, racchiude infatti l'idea dell'andare, una meta da raggiungere in conclusione di un itinerario che passa per la campagna e le vigne, attraverso vegetazione e rocce sparse.

Medio Vacìo Luna Llena rappresenta quindi un gesto, un segno forte e deciso ma allo stesso tempo leggero, appoggiato sulla terrazza naturale in cima al Monte Cantabria per offrire una visuale privilegiata sul fiume Ebro e su tutta la città.

Ecco allora che, quel luogo meta di escursionisti, pellegrini, vagabondi e ciclisti prende forma, formalizza la destinazione traducendosi in un semicerchio rosso, concepito come un anfiteatro di legno che ammette esperienze collettive e invita i passanti alla sosta, intesa come pausa di riflessione o come attimo di riposo.

Questo spazio, definito, ma aperto e in parte protetto da un telo teso, ammette ogni esperienza soggettiva, dalla contemplazione del tramonto al sonno sotto un cielo di stelle.

A un'estremità, infine, un pallone gonfiabile come una luna piena, si alza in aria e comunica la sua presenza alla città, invogliando i curiosi a percorrere il cammino e scoprire come, attraverso la definizione di uno spazio vuoto, si può abitare la natura che circonda Logroño.

Medio Vacìo Luna Llena by Piovenefabi | foto: © Josema Cutillas

Le altre installazioni

Ogni progetto, a prescindere dalla scala, interpreta a suo modo il contesto e le nuove esigenze: simboli e segni per la città contemporanea che spaziano dall'abitare allo stare, dal gioco all'apprendimento.

Sombras di Powel Grobelny

Così nella piazza del Comune di Logroño, che porta la firma di Rafael Moneo, appare l'opera Sombras, un gesto funzionale e al tempo stesso artistico che, disegnate come se fossero le ombre delle esili colonne dell'edificio, realizzano un salotto urbano dove le persone, sedute le une di fronte alle altre, possono dialogare.

Sombras by Powel Grobelny | foto: © Josema Cutillas

Cielo oscuro di Matali Crasset

Sempre nel centro storico cittadino, Cielo oscuro di Matali Crasset, cerca una relazione con la piazza ospitante attraverso una geometria colorata dai profili curvilinei in metallo e legno. Di giorno la struttura ospita il gioco dei più piccoli, mentre la sera, illuminata, è un invito a sdraiarsi per guardare il cielo e le stelle, dove tutto è in movimento.

Cielo Oscuro by Matali Crasset | foto: © Josema Cutillas

Teatro Popular di Yemail Arquitectura

Il Teatro Popular di Yemail Arquitectura rievoca invece, con una complessa struttura in legno, il clima delle feste popolari della cultura di Logroño. Il suo carattere scenografico è legato ad un antico metodo costruttivo, basato sull'assemblaggio di unità base di telai in legno di recupero, che si sommano a formare un insieme strutturale di grande leggerezza e consistenza.

Il messaggio è chiaro: rievocare mestieri antichi oggi molto attuali, sia nella cultura popolare che nella tradizione della falegnameria teatrale.

Teatro Popular by Yemail Arquitectura | foto: © Josema Cutillas

De-alienating the home di Gonzalo Herrero + Pati Santos

Gli spazi domestici sono, invece, il centro della ricerca di Gonzalo Herrero e Pati Santos, che con DE-ALIENATING THE HOME affrontano il tema della casa sotto la lente di ecologia e benessere.

L'installazione smaterializza l'immaginario tradizionale, invitando il pubblico a metterne in discussione i limiti e la definizione per cercare una nuova connessione tra uomo e pianeta. Il risultato è una casa surreale dove visitatori e passanti diventano residenti di uno spazio domestico inaspettato, abitato da oggetti e mobili insoliti che invitano il pubblico a interrogarsi sulla funzione di ogni stanza e, più in generale, sulla struttura della casa contemporanea.

De-alienating the home by Gonzalo Herrero + Pati Santos - Central Saint Martins | foto: © Josema Cutillas

Casa con 4 palmeras di Tudor Vlasceanu

CASA CON 4 PALMERAS riflette sul modo in cui ci relazioniamo con l'ambiente, immaginando un nuovo spazio domestico racchiuso tra quattro palme. Il giardino viene occupato da un volume insolito, dal colore scuro e dai tratti misteriosi che invita ad entrare e guardare verso l'alto, lasciando scorgere solamente il cielo e le foglie delle 4 palme che lo definiscono.

Casa con 4 palmeras by Tudor Vlasceanu | foto: © Josema Cutillas

Inmersivo di Esdir

Lo stesso principio, declinato nel campo della conoscenza, è applicato in INMERSIVO che, come una biblioteca a cielo aperto sotto il livello stradale, invita i passanti ad esplorare l'insolito spazio e fruirlo come luogo favorevole alla nascita di nuove idee.

Inmersivo by Esdir | foto: © Josema Cutillas

Il paesaggio in città di BUDCUD, Germane Barnes e Tableau

SEMILLEROS URBANOS, INTERSECCIÓN e LES SORPRENDIMOS CON FLORES BONITAS affrontano il tema del paesaggio nella città, declinandolo sottoforma di spazio teatrale o di giardino romantico, per capire e definire il ruolo dei fiori e delle piante negli spazi pubblici.

Semilleros Urbanos by BUDCUD | foto: © Josema Cutillas

Interseccion by Germane Barnes | foto: © Josema Cutillas

Les sorprendimos con flores bonitas by Tableau | foto: © Josema Cutillas

Espacio Hiber di Rintala Eggertsson Architects

ESPACIO HIBER di Rintala Eggertsson Architects è un'ode al panta rei, tutto scorre. Collocata sulle rive del fiume Ebro, la struttura in legno invita a fermarsi e godere dell'ombra degli alberi frondosi per ammirare la bellezza che ci circonda e prendersi cura dell'ambiente.

Lo scorrere del fiume rappresenta qui il tempo che passa, e il messaggio trasmesso si concentra sul come le decisioni di oggi possano influenzare il futuro nostro e dell'intero pianeta.

Espacio Hiber by Rintala Eggertsson Architects | foto: © Josema Cutillas

Arenas di Konstantin Grcic

Poco fuori dal centro città, all'estremità occidentale del Parco Felipe VI, il designer Konstantin Grcic propone ARENAS, celebrazione del gioco e delle attività collettive, con grande libertà di interpretazione.

Si tratta di tre strutture circolari, ognuna destinata a un'attività specifica, stravolta rispetto all'immaginario tradizionale: così il campo da basket diventa rotondo, con un numero insolito di canestri; una serie circolare di altalene, permette di guardarsi mentre si dondola; un sistema di tamburi consente di creare insieme un nuovo ritmo.

Arenas by Konstantin Grcic | foto: © Josema Cutillas

Prior di SKULL Studio

Sempre al gioco è dedicata anche PRIOR di SKULL studio che, partendo da una ricerca sui processi di apprendimento, mette in relazione le discipline neuroscientifiche con la pratica della progettazione di strutture di gioco. La disposizione spaziale, insieme ai colori accesi, in un mix di sensazioni ottiche e tattili, mira a stimolare contemporaneamente l'apparato fisico e quello mentale.

Prior by SKULL Studio | foto: © Josema Cutillas

A la mesa! di Ander López Alberdi e Sarai Olabarrieta Morales

Tra le installazioni vincitrici dei contest lanciati all'inizio dell'anno, invece, A LA MESA! riflette sul ruolo della tavola come spazio condiviso adatto ad ospitare diverse esperienze: il gesto del mangiare, studiare, leggere, discutere, ma anche uno spazio che può accogliere performance, come fu quella di Marina Abramovic al MoMA di New York.

A la mesa! by Ander López Alberdi y Sarai Olabarrieta Morales | foto: © Josema Cutillas

Una mesa di AAA

Sempre legato all'esperienza collettiva e alla condivisione, UNA MESA integra nello spazio un grande albero presente nella piazza, configurandosi come una piattaforma rialzata adatta all'incontro, generatore di coesione tra città e comunità. In dialogo con la versatilità dello spazio pubblico, il padiglione è riconosciuto come un condensatore di diverse situazioni possibili.

Una mesa by AAA | foto: © Josema Cutillas

El arquetipo de la Casa di Collective

Ultima tappa, immersa tra i vigneti che circondano Logroño, celebri per il vino di La Rioja, ecco EL ARQUETIPO DE LA CASA, che disegna le prospettive dello spazio domestico in funzione del paesaggio che lo circonda.

Il progetto definisce così i confini di un ambiente riflessivo e contemplativo per prendere coscienza del contatto tra uomo e natura.

El arquetipo de la Casa by Collective X | foto: © Josema Cutillas

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