In alto, Parco della Giustizia a Bari, immagine @AF517 & Diorama

Ospiterà le sedi dei tribunali e della procura penale e un parco che coprirà il 75% dell'intera area di progetto. Molto più di un "polmone verde": il parco della Giustizia a Bari è destinato a essere un luogo di aggregazione intergenerazionale ed un importante corridoio verde, di ricucitura, che collegherà l'area a margine di Bari sino al centro della città e al mare.

È quanto prevede il progetto vincitore del concorso di progettazione che era stato indetto dall'Agenzia del Demanio lo scorso febbraio per trasformare l'area  delle ex caserme "Milano" e "Capozzi" a Bari, di proprietà dello Stato. A vincere la competizione è Atelier(s) Alfonso Femia (mandataria) con Proger, Magnanimo Ingegneri Associati e Land Italia.

Parco della Giustizia a Bari, immagine @AF517

L'esito del concorso rappresenta un tassello importante verso la realizzazione di un'opera strategica a livello nazionale e soprattutto una grande occasione per il capoluogo pugliese, che potrà valorizzare un quadrante importante e centrale dell'area urbana grazie ad una nuova concezione di cittadella della giustizia, aperta alla cittadinanza.

Ovviamente, la cittadella avrà l'obiettivo di garantire il regolare svolgimento dei procedimenti e dei processi degli uffici del tribunale penale di Bari e della Procura della Repubblica, dopo la dichiarata inagibilità (da parte del Comune di Bari) del Palagiustizia che li ospitava, risolvendo così uno dei fatti più scandalosi della nostra Italia, quando le udienze erano svolte in una tendopoli (qui alcuni passaggi della lunga vicenda).

Parco della Giustizia a Bari, immagine @AF517 & Diorama

Parco della Giustizia a Bari, foto del plastico @AF517

Ma, tralasciando la storia e la cronaca, il progetto costituisce un'occasione per la città, di ricucitura, che cerca l'equilibrio tra natura e costruito, coerentemente con le trasformazioni globali che chiamano in causa temi imprescindibili, quali: la riduzione dell'inquinamento, la resilienza ai cambiamenti climatici e la salvaguardia della biodiversità in ambito urbano.

Una sfida ecologica e urbanistica insieme, che ben si coglie nelle parole di Alfonso Femia: «Intervenire a Bari, città-territorio - dichiara -, invita a rovesciare i canoni metodologici correnti e a formulare un atto progettuale generoso e responsabile. Mitigare e addomesticare le cesure e i tagli infrastrutturali che hanno separato brani di città, creando segregazione, sono obiettivi primari».

Il contesto è infatti determinato da un tessuto eterogeno con fronti compatti alternati a spazi aperti, con edifici di altezza contenuta, di edilizia economica e popolare a media e alta densità, affiancati a residenze unifamiliari. Un brano urbano dotato di una rete viabilistica nata "per pezzi", a servizio delle diverse lottizzazioni. In questo ambito, il parco della Giustizia è un progetto che riunisce e mette in correlazione parti frammentate della città.

Parco della Giustizia a Bari, foto del plastico @AF517

Parco della Giustizia a Bari, foto del plastico @AF517

Dunque, la prima azione progettuale è la creazione del parco verde, coerente con la necessità di incrementare il processo di forestazione urbana, di arricchire e integrare la biodiversità locale e di creare un grande spazio pubblico all'interno della città, fulcro e attrazione del nuovo quartiere e ponte verso le aree di prossimità. In questo originale contesto si innesta il costruito, il "nuovo polo giudiziario", non semplice sede amministrativa della Giustizia, ma elemento catalizzatore e trainante di un quartiere "attivo", dotato di servizi e spazi attrezzati all'aperto per tutti i fruitori. I percorsi ciclo-pedonali tra nord e sud del quartiere costituiscono una sorta di porta di accesso alle aree funzionali pensate per gli edifici della giustizia.

Su una superficie complessiva di quasi 150mila metri quadrati impegnata dalle casermette esistenti, l'edificio per il nuovo tribunale si svilupperà su 37mila metri quadrati. La superficie verde del Parco sarà di 105mila metri quadrati con una porzione di 7500 metri quadrati dedicata a un lago artificiale. L'estensione dell'area piantumata è, in realtà, ancora più ampia, considerando le coperture e le corti a verde: natura e costruito si bilanciano in un rapporto in cui la presenza della vegetazione impegnerà la quasi totalità della superficie di progetto.

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