Superbonus e altri bonus edilizi, il Governo cancella cessioni e sconto in fattura

di Mariagrazia Barletta

Arriva la scure sul Superbonus e gli altri bonus edilizi: in Consiglio dei ministri è stato approvato un decreto legge che elimina per le operazioni future la possibilità di ricorrere alla cessione o allo sconto in fattura. «Dall'entrata in vigore del decreto, con l'eccezione di specifiche deroghe per le operazioni già in corso, non sarà più possibile per i soggetti che effettuano tali spese optare per il cosiddetto "sconto in fattura" né per la cessione del credito d'imposta», si legge nel comunicato pubblicato al termine del Consiglio dei ministri. Le «spese» sono, appunto, quelle legate al Superbonus e agli altri bonus edilizi.

Aggiornamento del 17 febbraio. Il Dl è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale nella notte di ieri ed è in vigore da oggi 17 febbraio. IL TESTO 

Miceli (Cnappc): «Decisione grave e in contraddizione con la direttiva Ue sulle "case green"» Grido di allarme di Abi e Ance: «Serve una misura tempestiva che consenta alle banche di ampliare la capacità di acquisto». Link all'articolo

Il divieto di cessione del credito e il blocco delle opzioni per lo sconto in fattura non si applicano agli interventi in corso. Per gli interventi del Superbonus sono ancora possibili cessioni e sconti in fattura per gli interventi assentiti da Cilas presentate entro il 16 febbraio 2023. Per i condomìni anche la delibera assembleare che approva l'esecuzione dei lavori deve avere data antecedente al 17 febbraio. Per gli interventi comportanti la demolizione e la ricostruzione degli edifici l'istanza per l'acquisizione del titolo abilitativo deve essere stata presentata entro il 16 febbraio 2023.

Si fa salvo il passato anche per i bonus edilizi di cui all'articolo 121 del Dl Rilancio (bonus casa diversi dal Superbonus), per i quali sia stata presentata istanza di rilascio del titolo abilitativo entro il 16 febbraio. Per i bonus casa diversi dal superbonus che non richiedono titoli abilitativi, la deroga allo stop di cessioni e sconti in fattura vale qualora i lavori siano iniziati prima del 17 febbraio 2023.

E, se le Regioni, come la Sardegna e il Piemonte, insieme ad altri enti locali avevano preso iniziative per assorbire i crediti rimasti bloccati nei cassetti fiscali delle imprese, ecco che anche su questo fronte arriva l'altolà. Il decreto introduce, infatti, anche il divieto, per le pubbliche amministrazioni, di essere cessionarie di crediti d'imposta relativi agli incentivi fiscali maturati nell'ambito dei bonus edilizi.

Infine, il testo chiarisce il regime della responsabilità solidale nei casi di accertata mancata sussistenza dei requisiti che danno diritto ai benefici fiscali.

«Con le nuove norme - si apprende ancora dal comunicato del Governo -, ferme restando le ipotesi di dolo, si esclude il concorso nella violazione, e quindi la responsabilità in solido, per il fornitore che ha applicato lo sconto e per i cessionari che hanno acquisito il credito e che siano in possesso della documentazione utile dimostrare l'effettività delle opere realizzate. L'esclusione opera anche per i soggetti, diversi dai consumatori o utenti, che acquistano i crediti di imposta da una banca, o da altra società appartenente al gruppo bancario di quella banca, con la quale abbiano stipulato un contratto di conto corrente, facendosi rilasciare un'attestazione di possesso, da parte della banca o della diversa società del gruppo cedente, di tutta la documentazione».

«Resta, peraltro, fermo che il solo mancato possesso della documentazione non costituisce causa di responsabilità solidale per dolo o colpa grave del cessionario, il quale può fornire con ogni mezzo prova della propria diligenza o non gravità della negligenza». 

«Il provvedimento - ha affermato il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti - ha un duplice obiettivo: cercare di risolvere il problema che riguarda la categoria delle imprese edili e l'enorme massa di crediti fiscali incagliati e mettere in sicurezza i conti pubblici. Per quanto riguarda il primo aspetto abbiamo chiarito per legge i confini della responsabilità solidale da parte dei cessionari dei crediti di imposta e questo risponde all'obiettivo di eliminare quelle che erano le incertezze, le riserve che hanno fatto sì che tanti intermediari finanziari, in particolare le banche, evitassero da qualche mese di assorbire e quindi scontare questi crediti di imposta».

«Dall'altra - ha continuato il ministro -, traendo spunto dalla decisione adottata e comunicata in Parlamento da Eurostat abbiamo deciso di porre divieto alle amministrazioni locali e alle regioni di procedere a questi sconti perché avrebbero un impatto diretto sul debito pubblico». «Soltanto per i futuri progetti presentati da domani», viene meno «la possibilità di accedere allo sconto mentre rimarranno pienamente in vigore, nella misura attuale, tutte le forme di bonus, ma solo nella forma della detrazione d'imposta».

Quanto alla «possibilità di scontare i crediti maturati nel 2021, ne 2022 e in questa prima fase del 2023», «nei prossimi giorni - ha concluso il ministro - ci saranno incontri con le categorie per trovare tutte le forme possibili affinché si riesca a sgonfiare questo fenomeno che è frutto di una politica poco avveduta o poco consapevole rispetto agli effetti finanziari».

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