Stop alle cessioni e detrazioni in 10 anni: il decreto è legge

Le principali novità contenute nel provvedimento che ha terminato il suo iter di conversione

di Mariagrazia Barletta

Il Dl "Salva spese" (decreto 39 del 2024) diventa legge con l'ok definitivo della Camera arrivato oggi, 23 maggio. Confermata la cancellazione, salvo pochissime eccezioni, della possibilità di optare per lo sconto in fattura o per la cessione del credito per il superbonus e per gli altri bonus edilizi. La possibilità di optare per lo sconto in fattura o per la cessione del credito viene chiusa anche per gli Iacp, le cooperative di abitazione e il terzo settore, che ancora potevano beneficiarne.

Il decreto, diventato legge, agisce sulle regole del gioco messe a punto dal Dl 11 del 2023, ossia dal decreto che aveva bloccato, salvo poche eccezioni, le cessioni e lo sconto in fattura per gli interventi del superbonus e di altri bonus edilizi, trovando anche un modo per salvare i lavori già autorizzati prima della sua entrata in vigore. Il Dl 11 del 2023, infatti, aveva previsto che la Cila presentata entro il 16 febbraio 2023, insieme all'adozione della delibera assembleare nel caso dei condomìni, potesse salvare la possibilità di far ricorso alla cessione del credito o allo sconto in fattura per beneficiare del superbonus e di altri bonus edilizi.

Con il "Salva spese" questa possibilità può decadere: dal 30 marzo (data di entrata in vigore del Dl 39 del 2024) i lavori assentiti tramite Cila o altri titoli edilizi perdono la possibilità di far ricorso allo sconto in fattura e alla cessione del credito se i cantieri non sono aperti o se sono avviati ma non è stata pagata alcuna fattura.

Il testo del Dl convertito in legge

Spalma-crediti

La legge incrementa, inoltre, portandolo a dieci anni, il periodo entro cui spalmare le detrazioni per il superbonus, il sismabonus e per il bonus barriere al 75%. Una misura retroattiva, che si applicherà dal periodo d'imposta in corso, ossia per le spese sostenute dal 1° gennaio 2024.

Bonus ristrutturazioni al 30% dal 2028

Oltre alla misura spalma-crediti, sono diverse le novità che hanno preso forma durante la conversione. Un emendamento del governo ha anche disposto un taglio al bonus ristrutturazioni che dall'attuale 50% passerà al 36% nel 2025 e al 30% a partire dal 2028.

Travolto anche il bonus barriere

Il giro di vite alle cessioni coinvolge anche il bonus barriere. Le opzioni per sconto e cessione erano ancora possibili per eliminare o superare le barriere nelle parti comuni di edifici condominiali e per le unifamiliari e le unità immobiliari in immobili plurifamiliari. Più nel dettaglio, prima dell'entrata in vigore del Dl "Salva spese" e a partire 1° gennaio 2024, potevano optare per lo sconto o per la cessione i condomìni per lavori sulle parti comuni, purché l'edificio avesse prevalente destinazione residenziale, nonché le villette e gli appartamenti, purché si trattasse di abitazioni principali e il contribuente che intendesse beneficiare del bonus avesse un reddito di riferimento non superiore a 15mila euro.

Per le spese successive al 30 marzo 2024 i condomini, le villette e gli appartamenti possono optare per lo sconto in fattura o per la cessione del credito, alle condizioni appena descritte, solo se al 29 marzo 2024 sia stato già richiesto il titolo abilitativo, se dovuto, oppure se siano già iniziati i lavori. Nel caso in cui i lavori non siano ancora iniziati e non occorra per essi la presentazione di un titolo abilitativo, le possibilità di opzione sono salve se al 29 marzo 2024 risulti già stato stipulato un accordo vincolante tra le parti per la fornitura dei beni e dei servizi oggetto dei lavori e sia stato versato un acconto sul prezzo.

Le eccezioni

Per le aree colpite dal terremoto del Centro Italia e dell''Aquila le due opzioni restano una strada percorribile, ma entro il limite di spesa che per il 2024 ammonta a 400 milioni di euro e solo se le istanze o dichiarazioni siano state presentate a decorrere dal 30 marzo 2024.

Viene, inoltre, stanziato un fondo da 35 milioni per il 2025 finalizzato a riconoscere un contributo per gli immobili colpiti dai terremoti che si sono succeduti dal 2009 (ad eccezione di quelli del Centro l'Italia e dell'Aquila che hanno un fondo ad hoc, già previsto nel Dl) e che si avvalgono del superbonus. Per l'accesso al contributo gli interessati dovranno inviare una specifica domanda al commissario delegato alla ricostruzione post sisma. Prima, però, occorre che il capo del dipartimento Casa Italia proceda al riparto delle risorse. Inoltre, serve un Dpcm che stabilisca il limite massimo del contributo spettante a ciascun richiedente e il contenuto del modello standardizzato per la presentazione delle istanze.

Stretta per le banche sulle compensazioni

Dal primo gennaio 2025 le banche, gli intermediari finanziari e le imprese di assicurazione non potranno utilizzare i crediti di imposta acquisiti per compensare i debiti relativi ai contributi previdenziali dovuti e ai premi per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

Contributi per il terzo settore

La possibilità di optare per lo sconto in fattura o per la cessione del credito è stata chiusa dal Dl "Salva spese" - come già detto - anche per gli Iacp, le cooperative di abitazione e il terzo settore, che ancora potevano beneficiarne.

Con una modifica al Dl approvata in commissione Finanze al Senato, proposta dallo stesso governo, è istituito un fondo, presso il ministero dell'Ambiente, di 100 milioni di euro indirizzato agli interventi di riqualificazione energetica e strutturale (quelli di cui all'art. 121 comma 2 del Dl 34 del 2020) che fanno capo agli enti del terzo settore, alle onlus, alle organizzazioni di volontariato e alle associazioni di promozione sociale (già costituiti alla data di entrata in vigore della legge di conversine del "Salva spese"), realizzati su immobili che sono nello stato patrimoniale di tali soggetti e da loro utilizzati per lo svolgimento di attività che rientrano nelle finalità statutarie.

A ricevere le istanze di richiesta di contributo sarà l'Enea. Anche in questo caso occorre un provvedimento attuativo, ossia un Dm Ambiente che stabilisca il limite massimo del contributo spettante a ciascun richiedente, il contenuto del modello standardizzato per l'invio della richiesta e le modalità applicative della nuova misura.

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