Alle spalle duecento anni di storia, davanti a sé un futuro di riconnessone virtuosa con la città contemporanea.
Il destino dell'Ex Manifattura Tabacchi di Torino, affidato ad un concorso di progettazione bandito un anno fa dall'Agenzia del Demanio - Direzione Regionale Piemonte e Valle d'Aosta, ha oggi un'idea chiara.
È quella del progetto vincitore firmato dal raggruppamento guidato dallo studio fiorentino Eutropia Architettura e Pininfarina Architecture, con Weber Architects e i paesaggisti di Paisà Landscape, in vetta alla graduatoria davanti alle proposte di Settanta7, Atelier(s) Alfonso Femia, Rossi Prodi Architetti Associati e Guillermo Vázquez Consuegra.
Reinterpretare il dialogo tra la trama regolare della città storica e dei campi e le sinuose curve del Po e della Dora sono i temi chiave del progetto, inserito all'interno della rigenerazione urbana dell'ex quartiere industriale Regio Parco, nell'area Nord-est della città per l'insediamento di più funzioni aperte e fruibili ai cittadini.
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Un polo sperimentale, aperto e misura di tutti
Il carattere industriale, dunque, si scompone per aprire i nuovi spazi al flusso dinamico e continuo delle persone lungo la via Regio Parco. Al centro vi sarà il nuovo Polo Archivistico e Culturale, con aule di consultazione di documenti e un centro studi, a cui si aggiunge la rigenerazione di preesistenze industriali che ospiteranno un Polo Universitario con residenze, servizi per gli studenti e aule di alta formazione.
"La visione progettuale - spiega Luca Barontini, co-fondatore di Eutropia Architettura - ingloba l'intuizione di instaurare un dialogo tra la componente ambientale e paesaggistica, i nuovi fabbricati e l'eredità dei manufatti storici. Senza compromettere la ricchezza reale e potenziale del contesto, desideriamo generare una nuova immagine urbana estremamente riconoscibile, identitaria ed attrattiva".
Non un polo chiuso e selettivo, dunque: al contrario, la nuova Manifattura Tabacchi incarnerà il ruolo di luogo sperimentale, con un'ampia dotazione di servizi open-air, aree aggregative, ricreative e per lo sport, il tempo libero e la socializzazione, tutte indirizzate agli abitanti della città e al miglioramento della loro qualità di vita.
Parallelamente, l'intervento sul paesaggio urbano si trasforma in un'opportunità per la coesione collettiva e l'inclusione. Il progetto è infatti interamente pensato per essere vissuto quotidianamente, accessibile a tutti in totale sicurezza, non solo dal punto di vista fisico, ma soprattutto culturale, trasmettendo al tempo stesso il grande valore storico e sociale del complesso.
Da industriale a industrioso: un polo aperto alla città e alle contaminazioni culturali
L'eco industriale dell'area è conservato e fortemente palesato nella nuova estetica dei due complessi ospitanti gli archivi, che conferiscono alla struttura il ruolo di elemento sia formale che architettonico, con chiari riferimenti alle adiacenti opere di Pier Luigi Nervi.
Il ritmo compositivo interno ed esterno è definito, infatti, dalle nervature dell'edificio che corrono lungo tutta la sua lunghezza, declinate in due varianti e ripetute ad altezza diverse. La reinterpretazione delle tradizionali coperture a falda è ottenuta mediante l'introduzione di aperture in stile shed, utili anche per assicurare l'illuminazione degli ambienti interni, caratterizzati da spazi di design curati nel dettaglio, con raccordi smussati e arrotondati che assicurano una dimensione accogliente e confortevole.
"Gli spazi che il progetto ricava tra la Manifattura storica e le nuove Architetture diventano l'elemento catalizzatore tra passato e futuro, tra usi antichi e innovazione, tra spazi privati e pubblici - spiega Giovanni De Niederhäusern, Senior Vice President di Pininfarina Architecture - In quel luogo sospeso tra le curve del fiume e le linee rette del corso Regio Parco, la città trova una nuova dimensione per attrarre persone, idee, cultura ed economia. In sintesi, per innescare dinamiche di rigenerazione urbana a elevato impatto sociale".
Per l'ampio corridoio tra i due volumi degli archivi, il progetto prevede una grande copertura, finalizzata alla creazione di una nuova piazza urbana che favorirà l'incontro e lo svolgimento di eventi, proprio come fosse un grande palcoscenico di manifestazioni sociali e culturali.
Realizzati off-site e assemblati a secco, gli elementi e le strutture - oltre a facilitare la costruzione e ridurre gli scarti - sono pensati per l'integrazione di automazioni robotizzate, finalizzate a massimizzare la sostenibilità e ridurre gli spazi tecnici, favorendo funzioni culturali e sociali che connettono l'Ex-Manifattura con la Torino contemporanea.
Il paesaggio come protezione e connessione
Non meno importante lo sviluppo per creare la connessione paesaggistica tra il sistema urbano e le aree naturali circostanti, dal Po a parchi e riserve naturali.
Immaginato come una cerniera, il progetto funge infatti da fulcro della rivitalizzazione del contesto urbano, divenendo un hub a misura di tutti.
"L'obiettivo è offrire oltre al sistema urbano un secondo affaccio, immediato e vicino, che si relazioni con le risorse naturali è lo scopo principale del progetto" - spiega Antonio Stignani di Paisà Landscape - "Nel progetto c'è un nuovo paesaggio identitario, unitario e riconoscibile, nel quale le attività possono essere sperimentate nella natura secondo un modello innovativo".
Per riconnettere città e parco, i progettisti hanno dato valore agli elementi della memoria storica, introducendo anche una nuova rete di percorsi immersi nel verde del parco diffuso: il paesaggio si caratterizza infatti per l'alternanza di stanze minerali, piazze attrezzate, giardini ornamentali con arbusti e graminacee, rain garden e isole alberate, ristabilendo la continuità degli habitat tramite corridoi ecologici tra area di progetto e zone naturali.
Il percorso principale lungo il fiume si apre in un anfiteatro sull'acqua integrato nella morfologia, una vera e propria piazza naturale sul Po e un'oasi estesa dal Parco della Confluenza al Parco Pietro Colletta, mentre i canali lineari si diramano all'interno dell'area, fiancheggiati da percorsi che partono dall'area urbana e terminano con terrazze panoramiche sul fiume.
La gestione delle acque, infine, gioca un ruolo fondamentale la riscoperta del paesaggio fluviale. Oltre a migliorare la sostenibilità dell'intero intervento, l'utilizzo di sistemi di drenaggio urbano sostenibile, come treepit, piazze d'acque, superfici verdi permeabili, canali vegetati e aree di bioritenzione, integra l'infrastruttura verde e blu con l'edificato, incrementa la biodiversità, migliorando la qualità ambientale.
"L'intenzione generale del progetto - conclude Filippo Weber di Weber Architects nella nota del progetto - è quindi l'articolazione di un equilibrio innovativo e dinamico, che enfatizza l'unicità del luogo e rende l'intervento resiliente e qualitativo dal punto di vista ecologico, microclimatico ed estetico".
Le immagini del progetto
Crediti del progetto
Capogruppo: Eutropia Architettura
Masterplan e Concept Design: Eutropia Architettura, Pininfarina Architecture, Weber Architects
Design for Sustainability: Weber Architects
Landscape Design: Paisà Landscape
Progetto Strutturale: Aei Progetti
MEP Design: MCM ingegneria, LESS
Analisi urbana, economica e sociale: Area Proxima
Geologo: Davide Bolognini
Conservazione e restauro: Arch. Enrico Toniato, Arch. Verdiana Peron, Arch. Giorgio Danesi, Arch. Alberto Zanella
Giovane professionista: Arch. Vittorio Bonelli, Arch. Gloria Morichi
Comunicazione: Pressentosa HUB
Render: PF Visual Department, Eutropia Architettura, QuattroTerzi
Graduatoria definitiva
→ manifatturatabacchitorino.concorrimi.it
- 1° classificato: Carli Jacopo - progettista (capogruppo) · Weber Filippo - progettista · De Robertis Niccolo' - progettista · Stignani Antonio - progettista · De Niederhausern Giovanni - progettista · Chiaro Gianluigi - consulente · Toniato Enrico - consulente · Morichi Gloria - collaboratore · Bolognini Davide - progettista · Bonelli Vittorio - collaboratore · Vacchina Guido - progettista · Rollino Luca - progettista
- 2° classificato: Rionda Elena - progettista (capogruppo) · Bortolotti Emanuele Guido Maria - progettista · Cardinale Giovanni - progettista · Danesi Antonio - progettista · Griginis Alessia - progettista ·Prot Mathilde Amelie - progettista · Ferrari Alberto - progettista
- 3° classificato: Femia Alfonso - progettista (capogruppo) · Giacosa Luca Massimo - progettista · Fruscione Carmelo - progettista
- 4° classificato: Rossi Prodi Fabrizio - progettista (capogruppo) · Brugo Marco - progettista · Brugo Marco - progettista · Naldi Mario - progettista
- 5° classificato: Vazquez Consuegra Guillermo - progettista (capogruppo) · Paci Federico - progettista · Antinori Alberto - progettista · Testa Ugo - progettista · Gueltrini Paolo - progettista
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