Foto in alto. sx: Casa Coo, foto © Lorenzo Zandri | dx: Giulio Ciccarese e Valentina Pontieri
Pugliese lui, calabrese lei, entrambi classe 1986, Giulio Ciccarese e Valentina Pontieri sin dai tempi dell'università condividono la visione per cui l'architettura deve essere uno strumento potente e delicato insieme, capace di raccontare e assecondare le trasformazioni dello spazio al mutare delle esigenze dell'uomo, della natura e della società. Ma soprattutto condividono un'anima profondamente mediterranea combinata con un'attitudine elvetica, di grande rigore.
Con questi presupposti, ormai da tredici anni (per Giulio concettualmente molti di più: figlio di architetto, "dalla mia adolescenza ho giocato più a Primus che alla Playstation" racconta) i due portano avanti con successo l'attività di progettazione, pianificazione e ricerca di MARGINE Studio, accompagnando i loro committenti in tutte le fasi del progetto, da quella creativa a quella realizzativa.
Margine si occupa inoltre di interventi di valorizzazione e salvaguardia ambientale e paesaggistica, di pianificazione territoriale, di progettazione di reti per la mobilità lenta, rigenerazione urbana e processi di urbanistica partecipata fornendo consulenza ad enti pubblici e privati nella programmazione di fattibilità economica e tecnica degli interventi.
Ah, negli anni, hanno partecipato a diversi concorsi, vinto premi e preso parte a tavole rotonde, attività e mostre (all'Inarch, al Macro, alla Casa dell'Architettura).
Conosciamoli meglio.
indice dei contenuti
- Iniziamo dalla vostra storia
- E rispetto al nome, perché Margine?
- Descrivetevi con tre parole
- Chi sono i vostri riferimenti nel panorama nazionale e internazionale?
- Quali i progetti che considerate vostre milestones?
- Quali i vostri principali temi di ricerca quindi, su cosa si concentra il vostro lavoro?
- All'attivo anche tanto residenziale però
- Parliamo più in dettaglio di uno di questi interni, Casa Coo
- Come avete combinato antico e moderno quindi?
- Facciamo un bilancio: avete qualche rimpianto?
- E un progetto dei sogni?
Iniziamo dalla vostra storia
Margine studio nasce a Roma tra il 2011 e il 2012 dopo l'incontro avvenuto tra i banchi della facoltà di Architettura alla Sapienza - Valle Giulia.
Condividendo lo stesso approccio, abbiamo poi deciso, tra difficoltà iniziali e piccole opportunità, di unire le forze e le competenze per collaborare e dare vita ad una realtà professionale condivisa.
Oggi, lo studio ha due sedi: a Roma quella principale - ospitata negli ex Mulini a via della Marrana, sede di molti atelier, laboratori e realtà creative della capitale - e a Lecce dove, in un spazio incastonato in una via del centro storico, abbiamo centralizzato la parte esecutiva.
E rispetto al nome, perché Margine?
Come spesso accade all'inizio di queste avventure, non avevamo alcuna urgenza di darci un nome, ci bastava sapere di essere formalmente un gruppo di lavoro. Poi improvvisamente però quel nome è servito: e così l'idea è stata continuare ad usare una parola a noi cara, parte di un blog su cui avevamo lavorato durante gli anni universitari che si chiamava "Note a margine" e che raccoglieva articoli e riflessioni intorno ad architetture non main stream in giro per il mondo.
Margine inoltre è una parola chiara, diretta, che si capisce ma che al suo interno ne contiene delle altre, tra cui mare, spazio di soglia, luogo in cui si incontrano le persone.
Descrivetevi con tre parole
Metodici, essenziali, appassionati.
Chi sono i vostri riferimenti nel panorama nazionale e internazionale?
Sicuramente ci piace tutta la scuola portoghese, con cui condividiamo l'approccio su diversi punti: il togliere piuttosto che l'aggiungere, la ricerca di mediazione tra paesaggio, contesto e funzioni, l'attenzione alla luce e l'anima mediterranea.
Per il colore il messicano Barragan, per la Spagna lo studio Barozzi Veiga e per l'Italia, senza alcun dubbio, Renzo Piano, che per noi è un riferimento costante. Tra l'altro proprio lui negli anni Settanta si occupò del nuovo piano regolatore di Otranto e per mappare bene il territorio dal cielo si inventò un pre-drone: una mongolfiera con una camera istallata sul fondo che ha ripreso lentamente tutta la città dall'alto. Geniale! E poi come non citare Bruno Munari e Luigi Ghirri, dei giganti.
Quali i progetti che considerate vostre milestones?
A fare da "kick-off" alla nostra carriera - il progetto cioè che ci ha consentito/imposto di stutturarci e farci fare un salto di qualità - è stato proprio un concorso ristretto ad inviti a cui siamo stati chiamati a partecipare per la riqualificazione dell'Istituto di Cultura Italiana di Parigi. Un'occasione di livello che non ha portato a nessun esito significativo ma ci ha aperto una finestra sulla scena architettonica italiana, proiettandoci in avanti.
Da lì in poi, diremo il progetto di riqualificazione VERSO fatto per il Comune di Melendugno a San Foca (LE) per il quale, oltre ad occuparci della progettazione del nuovo accesso pubblico al mare, abbiamo anche ottenuto un finanziamento, essenziale per la realizzazione completa dell'opera.
Quali i vostri principali temi di ricerca quindi, su cosa si concentra il vostro lavoro?
Ci capita abbastanza spesso di essere impegnati in progetti che riguardano il paesaggio costiero e il lungomare, come per quello (ongoing) a Torre dell'Orso: il tema del recupero, della ricucitura, della salvaguardia idrogeologica e naturalistica ci sta particolarmente a cuore.
All'attivo anche tanto residenziale però
Si, nel corso di questi anni abbiamo anche affrontato diversi progetti domestici.
D'interni - come le case Eso, Kamaran, Nisida a Roma, giusto per citarne qualcuna - ma anche di riqualificazione architettonica più importante, come casa Ulìa a Caprarica di Lecce, pensata come un'oasi di pace nel cuore della campagna salentina dotata di tutti i comfort, un volume scultoreo bianco, intagliato da grandi vetrate che connettono senza soluzione di continuità gli interni con il paesaggio.
Parliamo più in dettaglio di uno di questi interni, Casa Coo
Casa Coo, ristrutturazione di un appartamento nel rione Monti a Roma, è uno dei nostri ultimi lavori e ne andiamo molto fieri. È infatti un progetto che ci rappresenta bene: inserito in un contesto storico, si pone come punto di incontro tra due secoli attraverso un'estetica semplice, pulita, funzionale ma allo stesso tempo ricca di dettagli, storie nuove ed elementi custom made.
Un attico vista Colosseo di 130 mq, ultimo piano del Villino Brini - Meschini, piccolo e caratteristico esempio di barocchetto romano progettato dall'architetto Pietro Aschieri nel 1923, su commissione del duo di decoratori protagonisti dell'art nouveau Capitolina che danno il nome al palazzo. Di cui ci sono ancora tracce: una rampa di scale impreziosita da un corrimano in massello di ciliegio intarsiato conduce proprio all'attico un tempo appartenuto al Brini, dove il pittore ha decorato l'ultimo pianerottolo con un trompe l'œil che allude continuità con la finestra pentagonale sulla facciata principale.
Casa Coo fotografata da Lorenzo Zandri





MARGINE | Casa Coo, Roma - foto © Lorenzo Zandri
Come avete combinato antico e moderno quindi?
Prima dell'intervento, la casa era un insieme di orpelli e rivestimenti, ribassamenti dei soffitti, modanature, carte da parati, stucchi e marmi che appesantivano la percezione dello spazio, riempendo tutto in modo caotico e sconnesso. Per questo la richiesta del committente, un chirurgo romano, era ristrutturare Casa Coo in una chiave minimalista per adattarla alle esigenze della famiglia, con un gusto sobrio, elegante e razionale che restituisse l'essenza antica della casa innescando però un contrasto cromatico e materico con gli inserimenti contemporanei.
La vera differenza l'ha fatta scoprire un meraviglioso intradosso a voltine in pietra e travi in acciaio: recuperarlo ha consentito di esaltare il soggiorno e donargli altezza. Così come sono stati recuperati ed efficientati gli infissi in legno e aggiornati tutti gli impianti, con l'obiettivo di migliorare il comfort abitativo nel rispetto dell'immobile storico. È stato sostituito il parquet - con doghe di noce e rovere, posate con un intervallo che rispetta l'orditura delle travi del solaio - sostituiti i rivestimenti del vecchio camino con lastre di beton e sospeso su un basamento in microcemento che funge da panca a servizio del soggiorno e pavimento nella zona verandata, elemento di continuità formale e funzionale tra la dimora storica e la superfetazione.
Per mantenere luminosità e questo rapporto con il fuori, la cucina è stata pensata in acciaio ed appesa alla struttura della veranda: da qui è possibile raggiungere il terrazzo con vista su colle Oppio, pavimentato con mattoncini di cotto colorati posati a spiga che rimandano alla tradizione romana.
Facciamo un bilancio: avete qualche rimpianto?
Rimpianti forse no, ma sicuramente note dolenti: ai concorsi a cui abbiamo partecipato arriviamo sempre secondi o terzi! E poi un progetto che non è andato come volevamo, ma lo stanno realizzando ugualmente.
E un progetto dei sogni?
Il progetto dei sogni è sempre il prossimo! Del resto noi architetti siamo una categoria di inguaribili sognatori: collaborativa, generosa, attenta al prossimo e con l'attitudine a migliorarsi continuamente. Giusto, no?
Falesie - riqualificazione del waterfront costiero di Torre dell'Orso

MARGINE | Nisida Roma | foto © Altrospazio Giuseppe Palmisano
MARGINE | Kamaran - Casa-studio per un musicista jazz | foto © Lorenzo Zandri
MARGINE | Verso - Valorizzazione e salvaguardia del paesaggio costiero di San Foca, Comune di Melendugno
MARGINE · Architettura, Paesaggio e Pianificazione
di Giulio Ciccarese e Valentina Pontieri
LE SEDI
Roma, via della Marrana, 94
Lecce, via Idomeneo, 16
Ig marginestudio | web margine.net
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