Un'idea che prende forma: è quella della famiglia Dallara, a capo della nota casa automobilistica, che con l'inaugurazione della Fondazione Caterina Dallara concretizza il suo intento filantropico di creare valore e opportunità insieme alla comunità locale.
Costituita nell'ottobre 2021 per sviluppare e sostenere progetti di utilità sociale, capaci di migliorare la qualità della vita delle persone, promuovere il territorio, contrastando le disuguaglianze e la povertà educativa e diffondendo l'arte e la cultura, la Fondazione aveva, dunque, bisogno di una sede all'altezza della sua mission.
Il progetto, affidato all'Atelier(s) Alfonso Femia, è un volume leggero e vetrato per garantire la continuità visiva tra interno ed esterno e apertura verso il territorio. Sorge proprio sulla strada Blu, la provinciale che attraversa Varano de' Melegari, occupando quella che un tempo fu considerata un'architettura rurale della campagna padana, un vecchio fienile non utilizzato.
Il risultato è un luogo che accoglie, che invita ad entrare e a restare, uno spazio aperto, dove le persone possono incontrarsi, confrontarsi, dare forma a nuove idee, non un edificio da riempire, ma un luogo da vivere. All'interno gli spazi favoriscono relazioni, progetti, percorsi educativi e culturali, momenti pubblici e privati, punto di arrivo di un lungo periodo di ascolto e confronto con il territorio, e insieme un nuovo punto di partenza.
Così, caratterizzata da geometrie semplici e giochi di luci e ombre grazie alle schermature a listelli, la struttura si presenta come un luogo che invita a rallentare, con le farfalle dell'artista Danilo Trogu che caratterizzano le facciate, incarnando lo spirito della Fondazione e caratterizzando tutta l'identità visiva.
"Volevamo che la nostra Fondazione trovasse sede in un edificio oggettivamente bello, ma non imponente - raccontano i fondatori - attrattivo per stimolare il desiderio di ritrovarsi insieme; evocativo dei sentimenti che ci hanno guidati nella istituzione della Fondazione. Siamo grati ad Atelier(s) Femia che ha saputo interpretare e concretizzare con sensibilità il nostro desiderio".
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foto: © Stefano Anzini
Il progetto
Dall'alto, l'edificio si presenta come un rettangolo di 25 metri per 13, inserito armoniosamente in un terreno in lieve pendenza e sviluppato su due livelli, uno dei quali seminterrato per adattarsi alla morfologia del suolo. I piani risultano sfalsati: il livello terra arretra rispetto a quello seminterrato, formando un'ampia terrazza coperta. La geometria di questo piano non è perfettamente regolare: il lato che si affaccia sulla scala esterna è inclinato e ridotto, un taglio che accentua la percezione di leggerezza dell'intera struttura.
Il livello di progettazione, curato nel dettaglio, garantisce una struttura leggera non soltanto per la presenza delle ampie vetrate, ma grazie all'equilibrio nell'uso dei materiali che ne bilancia visivamente l'involucro.
A definire il legame tra edificio e paesaggio rurale circostante sono tre elementi:
- l'aggetto del portico, costituito da una leggera struttura rettangolare realizzata con listelli metallici di color champagne, sorretta da elementi triangolari in rete metallica
- la terrazza affacciata sul parco
- trama dei brise soleil.
La copertura piana si estende con aggetti significativi sopra la terrazza, realizzati mediante telai metallici rivestiti da listelli in legno pre-composto (anima in alluminio rivestita in WPC). Questi sono sostenuti da travi coordinate che si sovrappongono tra loro, creando un sistema bidimensionale "a catasta" che contribuisce ulteriormente a rafforzare la sensazione di leggerezza.
I pannelli solari sono disposti in modo da risultare invisibili dalla strada, mantenendo la pulizia visiva del prospetto.
Connessioni e organizzazione degli interni
La connessione tra i due livelli è garantita sia da collegamenti verticali interni, sia da una scala esterna in calcestruzzo armato. L'affaccio sud verso il parco è scandito da grandi serramenti con apertura a bilico verticale, con le ante, montate su cerniere centrali che offrono una vista panoramica e un'abbondante entrata di luce naturale negli ambienti interni.
Qui trovano posto un auditorium, sale riunioni, uffici e uno spazio polifunzionale, tutti caratterizzati dalla delimitazione in partizioni trasparenti e dalla distribuzione degli spazi, pensata per non ostacolare mai la vista verso l'esterno.
Dall'ingresso, lo sguardo attraversa l'edificio fino a cogliere il paesaggio del parco, creando un gioco di contrasto tra la trasparenza totale del fronte rivolto al verde e la protezione più discreta offerta dal portico sul lato esposto alla strada provinciale.
Le fotografie di Stefano Anzini
Crediti del progetto
FONDAZIONE CATERINA DALLARA VARANO DE' MELEGARI
Committente: Fondazione Caterina Dallara
Progetto: Atelier(s) Alfonso Femia
Architetto: Alfonso Femia
Coordinamento: Simonetta Cenci
Progetto architettonico e paesaggistico: Atelier(s) Alfonso Femia
Direttore di progetto: Marco Corazza
Design team: Simonetta Cenci, Alfonso Femia, Marco Corazza, Elena Perrone, Basha Sikkander, Raffaella Francesca Pirello, Francesco Romano, Giacomo Ciavattini
Illuminotecnica: Alfonso Femia/AF* design con Silvia Perego, Invisible Lab
Image: AF517 / Giovanni De Grandi, Basha Sikkander, AF517 & Diorama
Artista Modello in legno: ©Stefano Rossi
Farfalle in ceramica: ©Danilo Trogu - La Casa dell'Arte di Albissola
Impresa: Dallara Costruzioni
Progetto impianti: INCIDE Engineering
Visual communication: Gianluigi Pescolderung, Marta Vianello / Tapiro Design
SCHEDA DEI FORNITORI
Pareti a secco: Knauf/Gyproc
Serramenti interni: Universal Selecta
Serramenti esterni: Zamagna
Porte e arredi: Attico
Arredi: Crasseveig, Emu, 727 TMC / Attico Interni
Maniglie: DnD
Tende: Medit
Frame facciata WPC: Deco
Boiserie scala: Isoldesign
Controsoffitti (isole acustiche): Isoldesign
Pavimentazione interna: Mapei
Pavimentazione esterna: Levocell
Autobloccanti: Paver
Rivestimenti scala esterna e interna: Marmi Faedo
Ascensore: Kone
Sanitari: Ideal standard
Corpi illuminanti: 3F Filippi, iGuzzini, Led Italy
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