Un po' archetipi, un po' geometrie che osano, pieni che si svuotano e vuoti che si riempiono: chi non vorrebbe trascorrere una vacanza in uno spazio che è contemporaneo, ma anche un po' storico e rurale, con viste sulla campagna e il silenzio che accompagna le giornate?
Casale Celato - recentemente completato dallo studio romano Westway Architects, fondato da Luca Aureggi, Maurizio Condoluci, Laura Franceschini - sorge proprio in un angolo privilegiato dell'agro toscano, tra le colline che degradano verso il mare e i panorami di Monte Argentario e il borgo di Capalbio.
Una reinvenzione di forme e prospettive che trasforma un'architettura consolidata e rigida nel suo schema in un organismo vivo dove paesaggio, identità rurale e abitare contemporaneo dialogano reciprocamente.
Con la sua superficie di 700 mq, il casale non abbandona i segni della tradizione ma anzi, li rispetta e li valorizza inventando un nuovo linguaggio architettonico fatto di leggerezza, trasparenza e geometrie rigorose.
«Le viste e i canali visivi sono un elemento fondamentale del progetto» - spiega l'architetto Laura Franceschini - «Sono state create delle "finestre" sul paesaggio, dei punti di osservazione privilegiati che permettono di godere appieno della bellezza del panorama circostante. Ogni finestra inquadra qualcosa. L'orientamento della casa, la posizione delle finestre, la disposizione degli spazi interni sono stati oggetto di uno studio attento per creare dei veri e propri "canali visivi" che collegassero l'interno con l'esterno, il costruito con il naturale».
Il principio ispiratore del progetto è proprio la presenza di due grandi pini marittimi, a cui è affidato il compito di tracciare gli assi visivi principali, orientando l'ingresso e costruendo l'impianto architettonico come fosse una storia attorno al paesaggio. Grazie alla conformazione del terreno, la casa si sviluppa su due livelli, mascherando gran parte degli spazi abitativi inferiori alla vista di chi arriva.
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foto: © Serena Eller e Francesco Marano
Svelarsi poco a poco
L'ingresso al casale è posto al primo piano. Varcata la soglia, un disimpegno accoglie gli ospiti e svela un canale visivo difficilmente immaginabile dall'esterno, prima verso il paesaggio, e poi verso il mare. Mantenendo salda la duplice anima del rurale e contemporaneo, il living si mostra come una struttura in ferro e vetro anche nella copertura, prolungata verso il terrazzo.
Il perno centrale della casa, nonché fulcro connettivo di spazi e livelli, è una scala scultorea che, articolandosi sinuosamente in verticale, invita a esplorare tutte le stanze.
Il piano terra ospita la grande cucina, nascosta dietro una parete lavorata, mentre la sala da pranzo è collocata nella serra che, aprendosi completamente da un lato, permette una continuità fisica tra interno esterno.
Il living al piano terra si apre invece su due salotti speculari e simmetrici, incorniciati da grandi aperture ad arco che catturano la luce in ogni ora del giorno, mentre le cinque camere da letto, tutte con bagno privato, sono distribuite sui due livelli.
All'esterno, un portico attraversa due anime: da un lato il mare e un pergolato per le giornate estive, dall'altro un patio in pietra con olivo secolare, intimo rifugio nelle stagioni più fredde.
Il giardino, infine, ospita una piscina in pietra perfettamente integrata nel paesaggio e una struttura open air attrezzata con cucina per la stagione estiva.
Le fotografie di Serena Eller e Francesco Marano











I disegni di progetto







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