Scuole, solo 15% antisismiche, più della metà non ha il certificato di agibilità

La fotografia sulla condizione delle scuole in Italia scattata da Ecosistema scuola, il rapporto annuale di Legambiente

Nel 2024 solo il 47% degli edifici dispone del certificato di agibilità, appena il 45% ha il collaudo statico, meno del 15% degli edifici in zona sismica è stato progettato o adeguato secondo la normativa antisismica, ancora il 54,8% degli edifici non ha beneficiato della verifica di vulnerabilità sismica. Preoccupa la sicurezza dei solai, il cui crollo rappresenta ancora oggi la principale causa di incidenti nelle scuole italiane.

È solo una parte della fotografia sulla condizione delle scuole in Italia scattata da Ecosistema scuola, il rapporto annuale di Legambiente che - per l'edizione 2025 appena pubblicata - ha raccolto i dati 2024 di 97 comuni capoluogo su 112 e che riguardano 7.063 edifici scolastici di loro competenza, tra scuole dell'infanzia, primarie e secondarie di primo grado,

I dati di 25 anni di indagine di Legambiente evidenziano quanto la scuola italiana continui a soffrire di forti disuguaglianze territoriali, con divari strutturali e funzionali che penalizzano soprattutto il Sud e le Isole. I fondi stanziati per la manutenzione, straordinaria e ordinaria, sono sempre pochi e frammentari e in alcuni casi diminuiscono. 

Il report 2025 evidenzia anche che solo il 31,2% degli edifici scolastici ha beneficiato di indagini diagnostiche sui solai negli ultimi cinque anni: il dato è leggermente più alto al Nord (32,0%) e al Sud (36,1%), ma scende al 33,9% nelle Isole e al 22,5% nel Centro. Gli interventi di messa in sicurezza dei solai sono stati ancora più limitati: solo il 10,9% degli edifici ne ha beneficiato a livello nazionale. Il Sud registra la percentuale più alta (17%), seguito dalle Isole (15,9%), mentre il Nord si ferma al 9,2% e il Centro al 7,7%.

Per Legambiente si tratta di una grave carenza di prevenzione, senza contare che in seguito al tragico incidente di Rivoli, sono stati stanziati fondi specifici per incentivare le indagini diagnostiche sugli edifici scolastici. La scuola pubblica italiana fatica, inoltre, anche sul fronte della sostenibilità e servizi. Gli interventi per l'efficientamento energetico riguardano solo il 16% degli edifici, solo il 6,5% degli edifici con certificazione energetica risulta in classe A, il 66,6% si colloca nelle ultime tre classi energetiche (E, F, G). L'adozione di impianti da fonti rinnovabili è ancora troppo marginale (21%), con forti disparità tra le Isole, ferme al 10,8%, e il resto del Paese.

Dati non rassicuranti anche per i servizi scolastici: il tempo pieno è attivo nel 38% delle classi, ma solo nel 16,8% nelle Isole. Il servizio mensa è presente nel 73,7% degli edifici, ma scende al 38,8% nelle Isole. Le strutture sportive sono disponibili solo nel 50% delle scuole ma meno della metà è accessibile in orario extrascolastico nel Mezzogiorno.

Altra nota dolente riguarda i fondi stanziati per la manutenzione. Nel 2024 quelli per la manutenzione straordinaria degli edifici scolastici diminuiscono, con una media nazionale di 39.648€ per edificio, in calo rispetto alla media annua degli ultimi cinque anni (43.563€). La spesa effettiva si ferma a 29.061 euro. Il Nord si conferma l'area con maggiore capacità di programmazione e spesa, con 41.699€ mentre il Sud e le Isole faticano a trasformare le risorse disponibili in interventi concreti, rispettivamente con 5.564€ e 5.234€.

La manutenzione ordinaria, pur essenziale per la gestione quotidiana degli edifici, resta sottofinanziata e diseguale, con una media di appena 8.338 euro spesi per edificio a livello nazionale.

«Per garantire edifici sicuri, sostenibili e adeguati ai bisogni educativi - commenta Claudia Cappelletti, responsabile nazionale scuola di Legambiente - la scuola pubblica italiana ha bisogno di investimenti regolari e consistenti nella manutenzione straordinaria e in quella ordinaria.  Seppure da anni vengono stanziati nuovi fondi per l'edilizia scolastica questi continuano a risultare estremamente frammentati, sia per fonte che per livello di governo, generando una dispersione che ostacola la pianificazione strategica e la trasparenza nell'allocazione delle risorse».

«Per questo - prosegue - chiediamo, in primis, che venga definito un piano e una strategia nazionale per la manutenzione delle scuole prevedendo risorse certe, procedure semplificate e criteri di riparto equi, capace di affrontare con urgenza i casi più critici e garantire il diritto allo studio in ambienti sicuri, accessibili e salubri. Allo stesso tempo è importante anche replicare le buone pratiche già attive nel Paese, come raccontiamo nel nostro report, e che hanno per protagoniste scuole attente alla sostenibilità».

Il rapporto Ecosistema scuola 2025

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