Valorizzazione beni culturali, ok alla Camera al Ddl che punta a favorire l'intervento dei privati

I soggetti privati interessati alla gestione dei beni pubblici saranno censiti in un apposito albo

di Mariagrazia Barletta

È stato approvato martedì 21 ottobre in Aula alla Camera il disegno di legge che punta a favorire l'intervento dei privati nella valorizzazione dei beni culturali. Interventi che possano sviluppare cultura, creare occasioni di crescita economica e appiattire divari sociali e territoriali.

Il disegno di legge che ha ottenuto, dunque, la prima approvazione in Parlamento, poggia su tre pilastri: la creazione dell'Anagrafe digitale degli istituti, dei luoghi della cultura e dei beni culturali di appartenenza pubblica; l'istituzione di un albo che censisca i soggetti privati interessati alla gestione indiretta dei beni culturali di appartenenza pubblica e, infine, l'elaborazione di una strategia nazionale di valorizzazione dei beni culturali. Strategia non ancora nata ma già battezzata «Italia in scena».

L'Anagrafe digitale dei beni culturali

Il Ddl prevede la costituzione, presso il ministero della Cultura, dell'Anagrafe digitale degli istituti, dei luoghi della cultura e dei beni culturali di appartenenza pubblica. Servirà a censire e rendere accessibili alcune informazioni che riguardano: le forme di gestione dei beni (dirette o indirette); le attività di valorizzazione e la loro qualità rispetto agli obiettivi di sostenibilità delle modalità di gestione, di conservazione della memoria, di promozione della cultura, nonché di partecipazione dei soggetti privati. E poi fornirà informazioni sulla possibilità di aprire il bene a forme indirette di gestione anche per una futura fruizione pubblica.

Ancora più importante: l'Anagrafe dovrà contenere i dati sugli immobili in disuso presenti nel territorio di competenza, precisandone la denominazione, la localizzazione, la proprietà, il regime di tutela, l'ambito cronologico, lo stato di conservazione e l'ultima destinazione d'uso e specificando anche eventuali progetti di restauro e accordi di valorizzazione esistenti.

I dati dovranno essere trasmessi da tutte le Pa proprietarie o che abbiano la disponibilità, a qualsiasi titolo, di un bene culturale, nonché da: musei, biblioteche, archivi, aree e parchi archeologici e complessi monumentali.

L'applicazione delle novità non sarà veloce. Le procedure di funzionamento dell'Anagrafe, le metodologie di raccolta, le tipologie di dati, le forme e le modalità di accesso e di pubblicazione saranno stabilite con decreto del ministro della Cultura entro 18 mesi dall'entrata in vigore della legge, che - va ricordato - ora deve passare al vaglio del Senato per la prima lettura.

L'albo digitale di sussidiarietà orizzontale

L'albo digitale della sussidiarietà orizzontale sarà compreso nell'Anagrafe e censirà i soggetti privati interessati alla gestione indiretta dei beni culturali di appartenenza pubblica. Ferme restando le forme di comunicazione e di pubblicità previste dalla legge, nonché le regole del Codice degli appalti, i soggetti iscritti all'albo saranno invitati a manifestare il proprio interesse per avvisi e procedure per l'affidamento della gestione dei beni culturali e la concessione in uso di beni immobili appartenenti al demanio culturale. Gli iscritti all'albo potranno, inoltre, essere consultati in occasione della definizione dei piani strategici di sviluppo culturale.

Anche in questo caso occorre un decreto attuativo del ministero della Cultura, da emanare entro 18 mesi dalla conversione in legge del provvedimento.

Italia in scena

Il ministero della Cultura dovrà definire una strategia nazionale per la valorizzazione dei beni culturali. Anche in questo caso vengono assegnati tempi biblici entro cui il ministero dovrà rispondere alla richiesta del Parlamento, pari addirittura a 24 mesi. La strategia dovrà occuparsi di promuovere la partecipazione di soggetti privati, singoli o associati, alla valorizzazione del patrimonio culturale pubblico, attraverso nuove forme di gestione, tra cui forme efficaci di partenariato pubblico-privato.

Tra gli obiettivi anche quello di garantire l'accessibilità e l'effettiva fruizione degli istituti, dei luoghi della cultura e dei beni culturali di pertinenza pubblica, con riguardo prioritario alle aree interne, ai comuni montani, ai piccoli borghi, anche mediante la realizzazione di spettacoli dal vivo e rievocazioni storiche.

Infine, la strategia dovrà definire nuove linee di promozione e valorizzazione dei beni culturali di appartenenza privata, senza oneri a carico dei proprietari.

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