Louvre: sistemazione del Dipartimento delle Arti Islamiche

Acquisisce una doppia valenza la scelta di ampliare e attrezzare gli spazi espositivi del Dipartimento delle Arti Islamiche al Museo del Louvre: oltre alla  carica simbolica legata alle problematiche sull'integrazione culturale e sociale dei musulmani in Francia, l'intervento che si prospetta implica il contributo di professionalità diverse ma capaci di interagire.

Come riportato da Archicool.com e dal portale di News Press, nelle scorse settimane il direttore del Louvre, nonché presidente della giuria selezionatrice, Henri Loyrette ha reso nota la rosa di sette gruppi candidati a realizzare la sistemazione degli spazi museografici e tecnici dell'ottavo Dipartimento del Louvre, completato il 1 agosto 2003 e situato vicino al "Cortile Visconti", la corte che un tempo conduceva dal Castello del Louvre alla residenza delle Tuileries.

I sette raggruppamenti di architetti (spicca il nome di Zaha Hadid), ingegneri, consulenti tecnici ed esperti economici saranno chiamati a ideare una proposta che consenta di ricavare 3500 mq di spazi espositivi attraverso la copertura del Cortile Visconti, oltre a 1000 mq di locali tecnici.

Il nuovo Dipartimento delle Arti Islamiche, mirato soprattutto a collocare adeguatamente l'ampia collezione di oggetti (10.000 pezzi) provenienti dalle aree di cultura e religione islamica sparse in tutto il mondo, dal Mediterraneo all'Iran e all'India, dovrebbe aprire al pubblico nel 2009.

I gruppi selezionati:

Zaha Hadid (con Ove Arup)

Mario Bellini & Associati con Rudy Ricciotti (insieme a Renaud Pierard per la parte museografica e a BERIM per la consulenza tecnica)

Pierre-Louis Faloci (con la società di consulenza tecnica TECHNIP TPS)

Coop. Himmelb(l)au (associata al museologo Dieter Bognern e a Har Hollands, per l'illuminotecnica; con le società B+G, Kuehn Bauer Partner, Cabinet Casso, nonché con l'economista Michel Forgue)

Francis Soler (con Observatoire 1 per l'illuminotecnica, le società VP Green, ALTO Ingenierie, Cabinet Casso e l'economista Fabrice Bougon)

Katrine Chartier, Thomas Corbasson e Nadir Tazdaït (insieme a Readymade e Ducks Scéno per la museografia, alle società di consulenza tecnica Terrel International e INEX, e all'economista Pierre Mahieu)

Alain Moatti e Henri Rivière (con Observatoire 1 per l'illuminotecnica, le società RFR, INEX e AKSSION, e l'economista Michel Forgue)

 

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