Ecodesign per tutti i prodotti connessi all’energia
Il Parlamento Europeo ha adottato una direttiva che estende a tutti i prodotti connessi al risparmio d’energia la normativa sulla progettazione ecocompatibile (ecodesign). Oltre a televisioni e computer, anche finestre, materiali isolanti e rubinetti, ad esempio, dovranno rispettare prescrizioni minime per poter essere commercializzati.
Con l’informazione dei consumatori s’intendono promuovere prodotti a basso impatto ambientale.
Entro il 2012, si valuterà l’opportunità di includere altri prodotti.
Il Parlamento Europeo ha approvato un maxiemendamento di compromesso negoziato con il Consiglio dal relatore Magor-Imre CSIBI in merito alla proposta di estendere il campo d’applicazione della direttiva quadro sulla progettazione ecocompatibile al fine di coprire altri prodotti connessi all’energia, diversi da quelli che consumano energia.
Ciò consentirà di elaborare, attraverso misure di esecuzione, disposizioni armonizzate e vincolanti per la progettazione ecocompatibile di tali prodotti, per garantire che non siano pericolosi per l’ambiente.
La direttiva, infatti, con la definizione di prescrizioni minime per l’immissione sul mercato dei prodotti, intende anche contribuire allo sviluppo sostenibile “accrescendo l’efficienza energetica e il livello di protezione ambientale” e, allo stesso tempo, migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico.
In pratica, l’attuale normativa che si applica a prodotti che consumano energia – quali scaldabagni, boiler, computer e televisioni – viene estesa a qualsiasi prodotto avente “un impatto sul consumo energetico durante l’utilizzo e che viene immesso sul mercato e/o messo in servizio nell’Unione europea … e le cui prestazioni ambientali possono essere valutate in maniera indipendente”.
Anche perché, come sottolineato da un emendamento proposto dai deputati e accolto dal Consiglio, “molti prodotti connessi e non connessi all’energia presentano significative potenzialità di ridurre il loro impatto ambientale e attuare l’efficienza delle risorse e del materiale attraverso una migliore progettazione”.
Infatti, durante il loro uso, possono contribuire a significativi risparmi energetici anche prodotti che non consumano energia in quanto tale ma che hanno un impatto sul consumo energetico, come finestre e materiali isolanti nell’edilizia, o dispositivi che consumano acqua.
A titolo d’esempio, la progettazione ecologica di docce e rubinetti può ridurre il consumo di acqua e, quindi, la domanda energetica complessiva per il suo riscaldamento.
La direttiva non si applica però ai mezzi di trasporto di passeggeri o merci (già soggetti a norme UE).
D’altra parte, entro il 2012, la Commissione dovrà verificare l’efficacia della direttiva e delle relative misure di esecuzione, comprese la metodologia per l’identificazione e la copertura dei parametri ambientali significativi, come l’efficienza delle risorse, prendendo in considerazione l’intero ciclo di vita dei prodotti, la soglia di dette misure, i meccanismi di sorveglianza del mercato e le pertinenti misure di autoregolamentazione.
Alle luce dei risultati della verifica, la Commissione dovrà valutare l’opportunità di estendere il campo d’applicazione della direttiva ai prodotti non connessi all’energia al fine di ottenere una riduzione significativa dell’impatto ambientale durante tutto il loro ciclo di vita.
Entro 21 ottobre 2011, la Commissione dovrà stabilire un piano di lavoro che fissi per i tre anni successivi un elenco indicativo di gruppi di prodotti da considerare prioritari per l’adozione di misure di esecuzione.
Nella fase transitoria, tuttavia, in sede di elaborazione del primo piano di lavoro, la Commissione introdurrà, se del caso, misure di esecuzione cominciando dai prodotti che siano stati identificati dal programma europeo per il cambiamento climatico “in quanto presentano un potenziale elevato per una riduzione efficiente in termini di costi delle emissioni di gas ad effetto serra”, quali impianti di riscaldamento e di produzione di acqua calda, sistemi a motore elettrico, illuminazione domestica e nel settore terziario, apparecchi domestici e per ufficio, elettronica di consumo, nonché sistemi commerciali di riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria.
Potrà anche definire una misura di esecuzione distinta volta a ridurre le perdite in stand-by per un gruppo di prodotti.
Come previsto dall’attuale direttiva, nell’ambito dei programmi di cui possono beneficiare le PMI e le microimprese, la Commissione deve tenere conto delle iniziative che le possano aiutano ad integrare gli aspetti ambientali, tra cui l’efficienza energetica, in sede di progettazione dei propri prodotti.
Linee guida che coprano le specificità delle PMI attive nel settore produttivo interessato potranno accompagnare una misura di attuazione. Se necessario, potrà essere prodotto ulteriore materiale specializzato da parte della Commissione per facilitare l’attuazione della presente direttiva da parte delle PMI.
Infine, gli Stati membri dovranno garantire il loro incoraggiamento alle PMI e alle microimprese, soprattutto rafforzando le reti e le strutture di sostegno, affinché adottino un sano approccio ambientale sin dalla fase di progettazione del prodotto e si adeguino alla futura normativa europea.
(Fonte: Parlamento europeo)
Maxiemendamento di compromesso (.pdf)
Attuale direttiva sull’ecodesign (.pdf) (testo consolidato)
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pubblicato in data: 27/04/2009