“Novedad de hoy y ruina de pasado mañana, enterrada y resucitada cada día,
convivida en calles, plazas, autobuses, taxis, cines, teatros,
bares, hoteles, palomares, catacumbas, la ciudad enorme que cabe en un cuarto de tres metros cuadrados inacabable como galaxia,
la ciudad que nos sueña a todos y que todos hacemos y deshacemos y rehacemos mientras soñamos,la ciudad que todos soñamos y que cambia sin cesar mientras la soñamos,
la ciudad que despierta cada cien años y se mira en el espejo de una palabra y no se reconoce y otra vez se echa a dormir” […]

[Octavio Paz, Hablo de la ciudad]

Ciudad de Mexico è una città “enorme, infinita come una galassia” – parafrasando il poeta Octavio Paz.
Questa breve serie cerca di raccontare una millesima parte di questa città, di questa galassia. Una serie di immagini che diventano un suggerimento, un pretesto di un racconto, architettonico e non.

Una scala senza corrimano, come quella disegnata da Juan Oʼ Gorman alla fine degli anni venti per la sua casa modernista; ma anche quella progettata da Luis Barragán nel Jardin di fronte la sua Casa Estudio | Lorenzo Zandri © 2020

Il profilo mutevole del fronte urbano nel quartiere Roma Norte | Lorenzo Zandri © 2020

Un uomo che passa vicino le Torres de Satélite, che misura la scala di questo incredibile landmark urbano | Lorenzo Zandri © 2020

La successione di uno spazio semplice “corte-capriata” come quello della Galerìa Kurimanzutto, ad opera di Alberto Kalach.
Una statua senza identità e senza autore, in un giardino della Condesa | Lorenzo Zandri © 2020

Un lungo e continuo terrazzo che avvolge su tre piani il Museo Jumex di David Chipperfield e che affaccia sul quartiere chic di Nuovo Polanco | Lorenzo Zandri © 2020

Il cane che aspetta il suo padrone allʼingresso della Cuadra San Cristóbal, una delle opere più note ed ultime di Barragán; ma anche una scopa per pulire il retro della stessa Cuadra – che è pur sempre un stalla per cavalli | Lorenzo Zandri © 2020

Un uomo che sale la scalinata davanti il murales dai rimandi aztechi dellʼiconica biblioteca dellʼUNAM, ad opera ancora di OʼGorman | Lorenzo Zandri © 2020

Lorenzo Zandri è fotografo ed artista.
Formatosi come architetto tra Roma e Parigi, dal 2017 decide di dedicarsi completamente alla fotografia di architettura e del paesaggio, iniziando a documentare le architetture e gli scenari urbani attraverso questo strumento.
L’immagine fotografica – espressa attraverso diversi strumenti, approcci e risultati – è lo strumento di rappresentazione che permette la narrazione dello stato attuale del panorama architettonico, urbano e non, nonché il risultato visivo di un processo sintetico e riflessivo del contesto circostante.
Negli ultimi anni, i suoi lavori sono stati esposti in Italia ed in Europa, oltre ad essere frequentemente pubblicati su magazine e piattaforme di architettura.
Attualmente vive a Londra, dove lavora a progetti di ricerca personale e su commissione di studi ed atelier d’architettura, riviste e magazine.
È il co-fondatore di ROBOCOOP, un progetto di ricerca e sperimentazione artistica urbana che utilizza il collage come strumento di indagine provocativo e comparativo fra presente e passato.
lorenzozandri.com | instagram: lorenzozandri

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