Campanellino : [post n° 109974]

Vi racconto una storia :-)

Chiedo un consiglio a chi lavora in proprio, con clienti privati.
Se avete 2 minuti vi racconterò quello che mi è capitato poco tempo fa:

Un cliente, arrivato a me tramite una conoscenza in comune, mi chiese di progettare completamente gli interni della sua casa al tempo (e tutt'ora) in costruzione. La richiesta riguardava sia la disposizione interna degli ambienti, sia l'impianto elettrico, tutte le finiture, ecc...fino ad arrivare, nella fase finale, a una consulenza sugli arredi. L'incarico non avrebbe incluso la direzione lavori (che ufficialmente sarebbe stata affidata al progettista dell'edificio e attuale DL) ma solo la stesura delle tavole esecutive da fornire al cantiere.

Dopo un primo incontro io elaborai alcune proposte progettuali (per l'esattezza 4 varianti) da valutare con il cliente per decidere l'assetto interno e iniziare poi a sviluppare la soluzione definitiva.
Ora ovviamente io non mi presentai già la prima volta con il disciplinare pronto da firmare, e neanche la seconda volta, quando gli presentai i disegni preliminari... semplicemente mi limitai ad accennare a come viene calcolata la parcella e a quanto avrebbe potuto ammontare in base a una stima dell'importo dei lavori.

Avrei presentato la volta successiva ma, come avrete ormai capito, non fi fu mai una volta successiva visto che il cliente, nonostante gli entusiasmi dell'ultimo incontro, si accontentatò dei progetti preliminari e decise di sparire!

Volevo sapere da voi più esperti: a che punto del rapporto con il cliente va presentato il disciplinare di incarico da firmare? Episodi di questo genere sono normali o sono io che ho sbagliato e dovevo dire subito: "o firmi qui o niente"?? Devo dire che la cosa non mi ha turbato granché visto che ero consapevole del rischio che correvo iniziando un lavoro senza che ci fosse nulla di scritto, era un'eventualità che avevo messo in conto...ma chiedere a un cliente di firmare un contratto prima che potesse vedere almeno un "inizio" di lavoro mi sembrava solo un modo di spaventarlo! Secondo voi dove ho sbagliato? Preparare un progetto preliminare, per quanto sommario possa essere, richiede comunque delle valutazioni da fare, delle competenze, del tempo di lavoro...soprattutto se si vuole rappresentare il progetto in modo accattivante, che sia piacevole da vedere e di particolare "effetto" per il cliente. E' normale che tutto ciò venga fatto senza garanzie per il professionista?

Raccontatemi le vostre opinioni e esperienze in proposito!
lorenzo :
questo è un errore fatale che penso abbiamo commesso un pò tutti; ossia evitare, un pò per timidezza un pò per paura di fare una cattiva impressione, di far firmare la lettera di incarico al committente.
Per cui molti committenti, vedendo la faccia del/la ragazzino/a sbarbatello/a, se ne approfitta non facendosi sentire e facendosi negare.

Beh, campanellino, che dire?
Bisogna smaliziarsi un pò, e solo battendoci il muso uno può impararsi.

Ps: grazie al mio buonismo sto attendendo da un anno il pagamento di una parcella - quindi la mia vuole essere una predica collettiva---:)
Anders :
E' capitato un po' a tutti, vedo. Un collega una volta mi disse che una stretta di mano va bene se cisono mille euro di acconto nell'altra. A buon intenditor...
Campanellino :
...è che il disciplinare non era ancora pronto, era in lavorazione e, visto che non ne avevo mai preparato uno prima, mi serviva un po' più di tempo del normale!!

Va be, comunque ero consapevole del rischio, nessuna sorpresa!
Piuttosto quello che volevo sapere è: voi come vi comportate nei vostri primi incontri con un nuovo cliente? Fate firmare il disciplinare ancor prima di fare qualsiasi cosa? E non date nulla a garanzia della vostra competenza? Fate vedere dei lavori fatti in precedenza?
giuseppe :
Carissima arch.
Penso che l’esperienza che hai avuto sia comune per tutti i giovani laureati e non solo certo per la nostra professione.
I committenti non sono tutti uguali e forse l’esperienza serve a capire subito le loro intenzioni e a dedicargli il giusto tempo.
In ogni caso io ho il mio metodo, che può non essere per tutti condivisibile, ma che mi consente di risparmiare tempo e di sondare il cliente: mi è capitato un lavoro tipo il tuo e, semplicemente gli ho presentato delle idee desunte da altri miei lavori simili o da riviste, facendogli capire come potrebbe risolversi il suo problema.
A questo punto se il cliente è interessato fissiamo un appuntamento per firmare il disciplinare con relativo acconto, se no massimo ho perso uno o due giorni.
Questo metodo del resto tutela anche il cliente perché se non apprezza il tuo modo di lavorare, avendo visto i tuoi lavori precedenti, non è necessario che perda, e che ci faccia perdere, settimane.
Saluti.

lorenzo :
Faccio firmare il disciplinare? Ora si (indoro la pillola dicendo che è un "adempimento fiscale");
A garanzia della competenza? Niente, perchè nel bene o nel male sono tutti committenti che mi conoscono, e quindi conoscono quello che ho fatto e come lavoro.
Faccio vedere dei lavori fatti in precedenza? No, casomai glieli racconto a parole :)
giuseppe :
Se sono conoscenti il problema dovrebbe essere relativo... ma se non è così stai fornedo al committente idee, tempo e soluzioni, completamente gratis, non ti sembra già tanto o gli dobbiamo dare gli elaborati definitivi e
aspettarci un atto di carità: ho due figli e di lavori gratuiti ne ho già fatti troppi.
lorenzo :
scusa... hai letto bene cosa ho scritto?
Ho scritto che il disciplinare di incarico lo faccio firmare comunque... (dopo alcune batoste che ho preso anch'io).

"A garanzia della competenza"... mi riferivo alla domanda di campanellino, ossia se faccio vedere miei lavori predecenti; ed io ho risposto che in genere sono committenti che conoscono come lavoro (e non conoscenti del tipo "buon giorno e buona sera" che non sanno cosa faccio)
giuseppe :
Si… avevo frainteso la tua risposta, ti chiedo scusa, sentendomi tacciato di essere fin troppo pragmatico: purtoppo ho finito di essere idealista già da tempo e oggi preferisco dedicare tempo alla mia famiglia piuttosto che affannarmi a portare elaborati su elaborati a possibili committenti prima di aver parlato del vile denaro.
Ciao.
lorenzo :
tranquillo, che la vedo esattamente come la vedi tu...
ciao
gionni :
Quando c'è una sfiga... io ci sono!
Ecco la mia esperienza: A maggio di qualche anno fa, una conoscente mi contatta per un
ampliamento, le stendo una bozza. 1 anno di silenzio. Nel frattempo supero
l'esame di stato e mi metto a camminare con le mie gambe. Miracolosamente
si fa risentire, all'appuntamento mi accorgo che il marito vedeva per la prima
volta il mio prog di un anno prima.. no comment. Idee fumose sul prosieguo
della faccenda, ma, richiesta di perizia e c.m.e quelle si. Visto che non
avevo assolutamente idea di cosa fosse una parcella (ero un 3dschiavo factotum)
quanto fosse giusto chiedere ed un disciplinare, nel frattempo mi documento.
Altra bozza, consulenza gratuita per una manutenzione e finalmente trovo il coraggio
di presentare disciplinare e bozza di parcella eeee... silenzio di nuovo.
Mi sarebbe piaciuto tanto che all'uni, nelle ore di esercizio professionale,
qualcuno mi avesse anche solo dato un'avvisaglia di cosa ti aspetta "là fuori".
E dulcis in fundo, ora, ogni cliente quando mi chiede una bozza di parcella,
premette chiaramente "tanto sò che adesso le tariffe non sono più obbligatorie".
Al che mi verrebbe da chiedergli, vuole che stimiamo un compenso in base al colore
del cielo di oggi? Ma come tutti, qualcosa devo pur portare a casa..
Scusate la lagna e grazie per tutti i preziosi consigli
Anders :
E' che il lavoro del professionista non è considerato, partendo dal presupposto che siamo un branco di sanguisughe che per scrivere una letterina in Comune chiediamo l'impossibile. Questa gente dovrebbe rendersi conto (e fare un confronto) che se vanno dall'avvocato o dal commercialista le pratiche non gliele fanno pro bono. E poi se confrontiamo beffardamente i costi orari degli avvocati con i nostri, la cosa diventa alquanto avvilente.
desnip :
C'è una legge che richiede di far firmare al cliente l'informativa sulla privacy, no? Ebbene se date un'occhiata al fac-simile presente un po' in tutti i siti degli ordini, vedrete che nell'oggetto è specificato di che incarico professionale trattasi. Allora al primo incontro si ficca sotto al naso del cliente con la scusa della privacy, così si ha già una prima "carta scritta" a garanzia di una eventuale controversia. Poi, con calma si prepara il disciplinare con lo specifico dell'onorario da corrispondere e lì si usa la scusa alla Lorenzo degli "adempimenti fiscali".
Insomma, se non si ha la faccia tosta, come nel mio caso, bisogna organizzarsi in qualche modo...:-)
lorenzo :
bella desnip.... questa me la segno...
Viva la privacy :)
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