IMMO : [post n° 58984]

Esercizio abusivo della professione

carissimi colleghi,
vi chiedo come sia possibile che, in Italia, ingegneri, nè edili, nè civili, possano partecipare a commissioni edilizie e giudicare il nostro lavoro frutto di anni di studi specifici.
Come se non bastasse hanno anche la presunzione di dirigere un cantiere e di firmare collaudi statici.
Gli albi dormono o semplicemente fanno orecchie da mercante nei confronti di una pratica diffusa?!
Preciso che i miei migliori amici sono ingegneri e poi penso che queste domande se le pongano anche tutti gli edili-civili, così come tutti quelli che si sono fatti le nottate sulla schienza e tecnica delle costruzioni.
Aspetto vostre risposte e/o critiche
Ronin :
poichè le leggi lo permettono, l'esercizio non è abusivo.
La questione è (o dovrebbe essere, se fossimo tra persone razionali) se queste persone sono competenti oppure no: di cretini con un pezzo di carta in mano è pieno il mondo, non è certo la laurea che stabilisce se una persona è capace o meno di fare calcolo strutturale (io non sarei in grado, per esempio...); viceversa come mai ci sono architetti che progettano impianti elettrici? Il punto non è se sono architetti o ingegneri chimici, è se sono capaci...
Quando tutti quelli che parlano di competenze inizieranno a parlare di capacità, il mondo delle professioni avrà compiuto un ENORME passo avanti.
patty :
ciao ronin
vedo che hai la fissa degli architetti che progettano gli impianti elettrici...eh!eh!eh!
sai perchè progettiamo gli impianti elettrici? perchè i professionisti per cui lavoriamo ci dicono di farlo!
Nella mia esperienza di studi, di architettura e ingegneria, gli ingegneri vogliono calcolare le strutture, tutto il resto: impianti idraulici, elettrici, termici....viene demandati a noi architetti!
hai ragione...c'è confusione...il problema è che chi ha una competenza.....dovrebbe averla perchè ne ha la capacità!
ciao
Ronin :
che fossimo tutti d'accordo su questa affermazione: "le capacità si acquisiscono più con la pratica che con lo studio universitario".
Se l'affermazione è vera, allora le competenze (che derivano dal titolo di studio) sono secondarie, almeno entro certi limiti ragionevoli, rispetto all'esperienza.
Quanto alle mie presunte fissazioni, dovendoci campare sopra, è ovvio che ognuno progetta quello che gli affidano da progettare, anche se magari non è quello per cui ha studiato (pensa un po', io sono elettrico e progetto impianti termoidraulici...). L'importante è che ne sia in grado...
patty :
sono d'accordo con te!
quanto agli impianti elettrici...io non credo di averne gran capacità...ma i miei colleghi ingegneri (uno strutturista ed un impiantista!!!!) non ne vogliono sapere...
questo per dire che non sono io che pretendo di fare il lavoro altrui arrogandomi capacità che non ho...ma è chi dovrebbe possedere queste capacità...che non ne vuole sapere....
sigh!
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