una giornata come tante altre.. solo, davanti al pc, con esecutivi da ultimare.. Lavoro in uno studio da meno di un anno; e la metà l'avrei potuta buttare nel cesso. La condizione è tale che l'arch per cui lavoro può permettersi di fare pochi lavori l'anno, e farseli pagare molto bene. Il suo tempo dunque lo passa più per i suoi interessi che per lavoro; e pure può permettersi di farci perdere tempo a disegnare e cancellare, disegnare e cancellare.. Siamo giunti al punto che ci evita, noi desiderosi di correggere assieme i lavori che noi stessi ci inventiamo,pur di fare, imparare, ragionare. Direte che me ne devo andare: lo so. Ma non in un altro studio italiano, provinciale, politicizzato,raccomandato. La voglia di cambiare aria, città, paese è tanta.. Doloroso a dirsi, le cose che mi mancherebbero sono poche. Gli affetti.. la pizza..! Nient'altro. Nessuna parola sulla condizione precaria; implicita.. Ora non posso; ho dei vincoli che me lo impediscono. E quest'attesa è lancinante.. Letture, concorsi, amici, amore non soddisfano quest'ansia.. La paura di rammollirsi, rallentarsi, sedersi..
Scusate lo sfogo.. solo voglia di parlarne..
Buona giornata a tutti
tristanio! : [post n° 78716]