john :
come se gli Architetti senior "normali" come noi, specialmente in questo periodo facessero "interventi di carattere innovativo o sperimentale"...Tutti, compresi i geometri "fanno costruzioni civili semplici, con l'uso di metodologie standardizzate" sopratutto oggi in piena crisi;....mi dispiace proprio ma messa in questo modo ci si pesteranno per sempre i piedi senza andare da nessuna parte.
gg :
niente che non si sapesse già...
ponteggiroma :
gg :-)... miglior commento 2013
archiiunior :
John, hai perfettamente ragione, il problema è che per avere certi diritti siamo andati nei tribunali.
Io sono sempre del parere che oggi l'unico lavoro per i progettisti è la ristrutturazione degli interni e la riqualificazione energetica.
Dovremmo però insieme proporre e farci sentire per abolire certe leggi e crearne di nuove.
In svizzera gli edifici hanno durata massima di 100 anni, qui invece anche se il 99% degli edifici sono dei "cessi" diventano patrimonio storico. Ma stiamo scherzando? Per fortuna o sfortuna ogni tanto ci pensa la natura a fare pulizia. Ma siamo talmente invasi da problemi giornalieri che non ci importa fare nulla per crearci un lavoro, proporre nuove regole, nuove leggi, nuovo tutto. Ci vuole la rivoluzione, adesso è il momento propizio.
Arch. Ir :
Si il miglior commento del 2013, concordo.
Il miglior commento del 2012 invece è il seguente;
l' 8/6/21012 un certo utente gg scriveva sapiente:
"Costruzione semplice (o modesta) con metodologie standardizzate, vuol dire che si possono usare, ad esempio, strutture assemblabili, i cui calcoli sono garantiti da altri. Di fatto significa niente progettazione in c.a. nel senso comune. Ed è giusto che sia: non mi risulta che nei programma di studi degli Iunior ci sia Tecnica delle costruzioni. Così come mi sembra giusto che uno iunior può far montare un prefabbricato se il fornitore, non lui, garantisce si possa usare in zona sismica. "
[post n° 289593]

Ci rendiamo conto?
Il fornitore, nemmeno il progettista, il fornitore, magari con la terza media, garantisce per il povero progettista laureato che fa montare la struttura...la commissiona....

In ogni caso cari colleghi, il link di archiiunior, riporta l'interpretazione discutibile di una interpretazione discutibile di una norma molto generica.
A quanto pare infatti le re-interpretazioni delle interpretazioni senza valore del CNAPPC sulle competenze stabilite da norme, le fanno cani e porci spacciandole per risolutive.
In realtà ci sarebbero un paio di cose da contestare sull'articolo oggetto della discussione, impreciso e poco approfondito, ma lasciamo perdere, è già un modesto passo in avanti rispetto ai pareri demenziali sentiti fino ad oggi.

Tata72 :
è ridicolo che ad uno iunior vengano date le stesse competenze di un geometra. Anzi, forse un geometra si prende più libertà!
Alle :
ma io Tecnica delle costruzioni lo fatto alla triennale mica alla magistrale
Arch. Ir :
ma certo Alle, scienze e tecnica sono fondamentali perchè il corso sia di classe adeguata all'accesso all'asame di stato per il settore architettura, sezione A o B.

Un geometra non può utilizzare calcestruzzo armato e la tendenza è quella di precludergli l'impiego di strutture intelaiate in genere, inoltre ha il limite delle costruzioni "modeste" definite in passato con una altezza massima di 12 m con un piano interrato,
Il termine costruzioni civili semplici non implica invece limiti quantitativi di cubautra.
gianluca :
Concordo con gg...
Quante volte mi sono sgolato nei corridoi dell'università per cercare di far capire a molti colleghi junior che sarebbero andati incontro a questo genere di problemi ma, puntualmente, non mi davano mai retta!
Arch. Ir :
e a quanto pare avevano perfettamente ragione.....
leggi la normativa, le circolari (comunque di poco valore) e questa discussione per intero.
Naturalmente il valore della magistrale è indiscutibile, ma si parla di altro.
Le opinioni come quelle di gg sono state spazzate via da sentenze gradualmente assimilate dal consiglio nazionale.
Alle :
C'e' anche da dire che dipende anche dalla specialistica' per quanto riguarda l'apprendimento, ho visto che la specialistica' in restauro a roma fa esami che io ho gia' dato alla triennale
DR COSTA :
Ma state ancora a discutere sulle competenze????La mediocre edilizia che ci circonda può essere benissimo progettata da uno con la terza media.........Ormai la laurea in Architettura è solo un pezzo di carta da prendere per soddisfazione personale, ma per favore evitate di dire che il vostro diplomino di tre anni che ora viene spacciato per laurea vi mette sullo stesso piano di chi ha fatto il corso di laurea in Architettura a ciclo unico.
La maggior parte dell'edilizia in Italia è progettato da geometri non serve avere una laurea, altro che soluzioni innovative.......ahahahahahah
archiiunior :
Egregio dott. Costa, il corso triennale in architettura non è paragonabile ai corsi precedenti dove rilasciavano diplomi di laurea.
Se potessi andare in francia a frequentare gli studi, mi mancherebbe solo un anno e sarei al suo pari.
L'Italia è progettata dai geometri per colpa degli architetti 50enni, 60 enni ecc che snobbavano la gente e non sapevano integrarsi nel territorio cercando solo il riccone di turno per rivestire con marmi di extra lusso.
DR COSTA :
Senti ora non per sminuire il vostro pezzo di carta, ma io li ho visti gli esami della triennale e non mi sembravano così complessi, certo le materie sono quelle, vedrai se studi architettura, ma sono i professori che facevano la differenza, almeno ai miei tempi; alla triennale non ci voleva andare nessuno ad insegnare.
Scienza delle costruzioni, statica, matematica, storia dell'architettura, si sicuramente, avete i nostri stessi esami.....ahahahah l'importante è esserne convinti, la differenza sta nel dover studiare, dopo aver frequentato e preso appunti per un semestre, 15 libri di storia dell'architettura in tre mesi ed essere magari, buttati fuori alla prima domanda; studiare sulle dispense del prof. e qualche libro è differente, poi ripeto, per quelo che vale oggi una laurea in architettura io abolirei il valore legale della laurea e l'esame di stato....le dinamiche del mercato sono indifferenti al tipo di laurea o diploma.
Ci sono Geometri che lavorano da far paura ed architetti disoccupati e viceversa.......quindi tranquilli a nessuno verrà in mente di mettere in dubbio le vostre capacità.
gianluca :
Il mio professore di tecnica delle costruzioni a cui avevo chiesto la tesi, mi sorprese appoggiato sull'uscio della porta a rimirare gli esami che egli stesso stava sostenendo con i triennali in tecnica delle costruzioni.
Col braccio sinistro fece un gesto quasi a poggiare la testa ma nella realtà cercava di nascondersi, sperava che il suo laureando che aveva seccato con freddezza qualche anno prima, che a cadenza settimanale andava nel suo studio a fare revisione per la tesi, non l'avesse visto.
Che tristezza!
Una materia così bella e vasta, una tra le più pratiche e ancestrali che di empirico non ha nulla, se non i numeri assoggettati alla cabala del sisma, venne distrutta nell'arco di 1/2 giornata!
Una materia ridotta all'osso per far passare un esercito di archijunior, come ai tempi del '68...
Arch. Ir :
DR COSTA con tutto il rispetto, il suo post è ridicolo.
Ma di quali docenti di quale corso di quale facoltà di quale città di quale stato sta parlando?
E soprattutto a quali anni si riferisce?
Si rende conto che opinioni così a senso unico e generalizzate riguardo alla qualità enormemente differenziata sul territorio dei percorsi accademici, sono per forza di cose, ridicole?
Alla triennale non ci voleva andare nessuno a insegnare?
Ma un professore non insegna alla triennale o alla magistrale.....insegna una materia, inserita nel piano di studi di vari corsi universitari, a ciclo unico, triennali o 3+2.
E poi mi scusi eh, senza offesa, ma studiare 15 libri di storia dell'architettura come grande esempio di estrema difficoltà di un percorso accademico.....
se leggesse un ingegnere o un geometra morirebbe dal ridere.
Inoltre è innegabile che se la qualità delle facoltà di architettura oggi è generalmente bassa, è perchè ci sono cattedre assegnate a persone incompetenti, formate ai tempi a cui forse si riferisce lei, con i famosi e temibili 15 libri di....storia dell'architettura, che poi sono anche i professionisti "colpevoli" della certezza generalmente radicata nella committenza e che lei condivide, sulla totale inutilità dell'architetto rispetto a un tecnico diplomato.
Arch. Ir :
Infatti gianluca è facile trovare architetti come te, magistrali, strutturisti, maestri del calcolo, che dominano la materia a tutti i livelli perchè forgiati nelle pratiche ancestrali da luminari, che surclassano oltre agli ingegneri civili, schiere infinite di iuniores con laurea regalata da professori che si vergognano di loro stessi, ma obbligati a frustate da chissà chi, a far passare poveri incapaci.
Mi sembra di vederli i professori, rossi di vergogna privati della loro dignità, nei loro uffici bui e umidi che sperano di non essere scoperti dai loro allievi migliori (quelli "ancestrali" per intenderci), mentre danno 18 al triennale.
Una immagine davvero toccante :-)
Sono sinceramente commosso.
DR COSTA :
ahahahahahah.......
Senti vai in Francia a fare il tuo annetto e poi ripassa in Italia e supera l'esame di stato da Architetto.....poi ne riparliamo.....ahahahahah
DR COSTA :
Comunque ribadisco che le lauree sono solo pezzi di carta attaccati al muro, conta solo come, cosa e dove si è studiato.
Se ti sei laureato a Firenze o Venezia è un po diverso da esserti laureato a Ferrara....
Se hai dovuto studiare 15 libri per un esame è diverso da averli letti 3, poi mi dirai che i tuoi erano più grandi più difficili da capire ecc...ahahahahahahah
Se venivi buttato fuori a costruzioni perche il risultato finale dopo due ore di compito e quattro pagine di calcoli invece di 1,123 veniva 1,124 è diverso da fare esami a crocette.
In ogni caso il valore legale delle lauree andrebbe abolito.
Tutto il resto è solo un inutile polemica.
gianluca :
In europa ci sono 549.000 di architetti, in Italia siamo 150.000, il 27,32% di tutti gli architetti d'europa (rapporto ACE del 2012 postato da me su blablabla), a questo dramma di cui le istituzioni sono le prime ad aver fallito con la loro pianificazione iniziata negli anni 80, ci mancavate pure voi, con un'altra pianificazione iniziata col nuovo millennio mirata a risolvere solo il lavoro a poveri cristi che da anni erano alla corte dei docenti.
Io non avrei mai attivato corsi triennali, o tutto o niente, o risolvi il problema o non lo risolvi, voi rappresentate l'ennesima toppa messa su un vestito rammendato da anni.
Il sistema è andato, siamo troppi, non c'è più via di fuga e lasciate perdere il diritto allo studio perchè non regge più!
Oggi esiste solo il "diritto ad essere disoccupati"!
Siete un'altra schiera di disoccupati e con le premesse fatte in precedenza, pretendete pure di avere spazio?
Vi consiglio di evitare un confronti tecnici con i magistrali, fareste una figuraccia a partire dal progetto di tesi!
Sempre pronto ad un confronto, ma sulla carta e non a chiacchiere!
gianluca :
Quando feci statica col professor Grillo, ingegnere di L'Aquila, abbruzzese, non passava l'esame nessuno!
Dopo un anno, stupidamente, girarono alcune petizioni fatte da studenti per cacciarlo!
Erano già 2 volte che mi seccava, una allo scritto e l'altra all'orale, ma non firmai mai quelle petizioni perchè erano ridicole... Come si poteva pensare di cacciare un luminare della statica... Mah!
Quando venne il preside a controllare il professore in una delle sue lezioni, tirò fuori dal cilindro un esercizio con asta appoggiata e caricata uniformemente... Un esercizio ridicolissimo!
Allo scritto ti trovavi davanti 2 corpi rigidi incernierati, uno con carichi e momenti applicati e l'altro era una reticolare con 24 aste tutte da scomporre: era talmente assurda la reticolare che anche Ritter lo avrebbe rispedito in Abruzzo ad indagare i terremoti...
Lui non fu mai cacciato, anzi se ne andò credo per scelta sua, probabilmente subiva le prime pressioni per rendere il corso "più light" e gli studenti continuarono a prendere schiaffi sia allo scritto che all'orale.
Quando passai statica e scienza delle costruzioni erano passati già due o tre anni, proprio il tempo d'una triennale!!!
Il Dottor Costa potrà capire di cosa parlo...
Tata72 :
Lo capisco anch'io... chi ha studiato a Firenze conoscerà la Briccoli-Bati di Scienza delle Costruzioni: tempo medio di superamento esame, scritto + orale: 2 anni. Sono capitata recentemente in facoltà e ho scoperto che ora l'esame è solo orale, male che vada alla quarta volta ti dà un 18 e una pedata. Non so se era un orale per triennali o magistrali,ma la cosa mi fa comunque capire come sia "cambiata" l'istruzione...
gianluca :
John, perchè non rispondi tu?
Esiste ancora lo scritto a statica, scienza delle costruzioni e tecnica delle costruzioni?
Se si, come ai vecchi tempi o è cambiato (risposte multiple)?
Arch. Ir :
Potrei anche essere d'accordo sul fatto che l'istituzione delle triennali potevano evitarla, ma la discussione qui è lunga....
E' difficile trovare, a prescindere dagli studi, due architetti uguali come capacità, modo di operare etc.... è evidente quindi che opinioni così (chi è uscito dal tuo corso soffrendo, è certamente più bravo di chi si è laureato in un altro più recente), a senso unico, banali e generalizzate riguardo ad argomenti così complessi, non hanno alcun senso, è come dire che chi si veste di verde è sicuramente più magro.

In ogni caso la committenza dovrebbe venire da voi perchè siete più in gamba, non perchè avete sofferto da piccoli.
Se un professore ti boccia per tre anni nel solito esame, o è uno str..zo, o non è in grado di preparare gli allievi, o tu veramente eri di coccio;
nel primo e secondo caso non vedo perchè dovresti incolpare altri studenti per non aver subito metodologie di insegnamento che hanno prodotto ad esempio il dr costa, che è li a misurare con il righello lo spessore dei libri che ha studiato per quantificare il suo quoziente intellettivo.

La difficoltà non è sinonimo di qualità, e tu non puoi certo incolpare il mondo se hai faticato più di altri, o se altri osano farti concorrenza.
L'università ti da il titolo, poi sei tu che devi farti valere.

Io personalmente auspico una drastica diminuzione degli esami della triennale a favore di un aumento della qualità della docenza, non sto certo li a vomitare veleno sulle triennali che sono diventate un pò più facili rispetto ai primi anni, o sui diplomi che erano più facili delle triennali.

Se la vostra estrema sofferenza durante gli studi, non si è tradotta in un reale vantaggio sul mercato nei confronti della concorrenza, la colpa è solo vostra e dei vostri professori, non certo di chi ha avuto la laurea in regalo che non dovrebbe a quanto dici, poter competere con voi su nessun piano, ne di chi gliel'ha regalata, dato che non gli ha fornito a quanto dite, nessuna arma spendibile nella professione.
Se invece vi siete fatti strada nella professione grazie alla vostra preparazione, il vostro rosicare è patetico.
gianluca :
"La difficoltà non è sinonimo di qualità" : parole che si commentano da sole...
La difficoltà e la severità negli esami, impongono allo studente di studiare tutto il programma...
Ho visto i vostri esami e conosco la qualità delle vostre tesi Arch. Ir...
Ciao caro.
Arch. Ir :
non c'è bisogno di nessun commento, che la difficoltà e la severità di una prova non corrisponde necessariamente alla qualità dell'insegnamento che la precede, è una banalità evidente a chiunque abbia mai messo piede in una scuola elementare e non solo.
Tu dovresti parlare della qualità delle lezioni durante i corsi, e della disponibilità della docenza a trasmetterti nozioni preziose che oggi hai fatto tue, non puoi pretendere di dare a bere ad altri professionisti "concetti" ridicoli come: mi han bocciato 100 volte quindi sono più bravo :-) (o peggio, ho letto 45 libri di storia dell'architettura, quindi ne so di più anche sulle altre materie).
Ma dai su, ma possibile che te le devo anche scrivere ste cose.
john :
Sono chiamato in causa? posso dire la mia. Difficile argomento, si fa un mero confronto tra come si studiava anni fa ed ora? C'è differenza è vero. Valle Giulia ai miei tempi era quasi vuota, ci si conosceva tutti, almeno nell'anno di corso comune, gli esami del 5 anno erano considerati tabù. Laboratori di progettazione che duravano 2 anni, Analisi Matematica che veniva presentata come un corso "facile" visto che noi architetti non eravamo del mestiere e poi regolarmente passava solo il 20%. Statica?? non ne parliamo....almeno 1 anno per avere la CERTEZZA di capire di cosa si stesse parlando, Fisica Tecnica? Restauro? Geometria descrittiva? per me furono scogli così grandi da rimanere appeso per mesi a capire se fosse stata la mia strada o no.... Questo era il valore di un esame, farti capire se avevi scelto la strada giusta. Ora l'esame lo passi solo se studi.

Al tempo non era così, l'esame DOVEVA essere insormontabile per creare una selezione naturale, gli studenti si ribellavano ed il professore era un cagnaccio non a CASO; questa cosa, per quanto possa sembrare ingiusta, regolava un equilibrio non solo tra i bravi ed i meno bravi ma anche tra chi avrebbe POTUTO fare il tecnico e chi no. Ora non è così, la triennale la prende anche il geometra del comune di 50 anni per potersi far chiamare architetto rispolverando magari qualche vecchio esame.
Ho seguito una ragazza per l'esame di staticascienzatecnica della costruzioni (perché alla triennale, almeno la sua, fanno tutto insieme) dove mi si chiedeva aiuto, ad una settimana dall'esame, per risolvere una trave appoggiata-incernierata senza sapere neanche che dove il taglio è zero il momento flettente è massimo. Cosa vuol dire? non lo so; tutti hanno diritto di studiare ma anche di avere lacune? forse che basta una infarinatura perché tanto poi "i calcoli tanto li fa il software di calcolo"? Ai miei tempi alcuni sistemi di insegnamento e valutazioni era chiaro a cosa servissero, oggi non lo capisco. Se si arriva così ad una settimana dall'esame a cosa serve un corso del genere? Vi assicuro che non è negligenza di chi studia, ma di chi non glielo ha mai spiegato e/o spiegato male.

A scuola il Latino veniva considerato "inutile" da molti studenti, ma la realtà era che il latino non serviva per poter poi andare in giro e lavorare ma serviva per strutturare un CERVELLO con una cultura adatta poi allo studio e quindi elevare la persona in modo che avesse una forma mentale adatta non solo a lavorare, ma a lavorare non qualità!!

troppo lungo il discorso, c'è chi pensa che l'università dovrebbe servire a formare per il lavoro, c'è chi pensa ce serva per formare la persona, chi il tecnico, chi pensa che non serva a nulla. Io la mia idea la ho ma non serve a molto dirla qui. Credo sia inutile mettersi a discutere su chi lo abbia più lungo, se un magistrale, un triennale, un geometra, un ingegnere....serve stabilire le competenze di ogni figura, il cardiologo pensa al cuore e nessuno si incazza se non sapesse rispondere ad una domanda in dermatologia. Creare specialisti, non dei factotum che poi vengono qui sulla bacheca a chiedere consiglio di come SCRIVERE una perizia....perché se l'università formasse TECNICI si sarebbe in grado di scrivere una perizia in italiano senza fac-simile o indicazioni perché si avrebbe sufficiente cultura per farlo.

Ergo più di corsa si vuole uscire, con meno scogli, meno esami, meno valutazioni, meno fatica.....più si formano tecnici scadenti, che fanno scopa con una sempre più scadente richiesta di lavoro e una società che non ha più valori culturali che , fino a non tanto tempo fa, almeno in Italia, ci si vantava di avere.
Arch. Ir :
Hai detto bene John, è un argomento difficile, altrimenti non esisterebbero oggi, docenti laureati ieri, totalmente incapaci, e laureati del nuovo ordinamento che non sanno scalare un disegno.
Ily :
Comunque mi sembra ovvio che se in tre anni devi studiare le stesse cose che prima si studiavano in 5... o ne studi meno, o le studi in modo meno approfondito... non si scappa...
Ily :
Così come la tesi... la mia tesi era di 4 volumi (non sto scherzando) e 12 tavole A1 (il massimo consentito). Un anno pieno di lavoro che mi ha permesso di studiare volumi e volumi di restauro, atti di convegni, girare per varie città a vedere dal vivo l'architettura di base tradizionale (le sue finiture, i colori, le proporzioni, le tipologie) colloqui e revisioni colla mia relatrice che in realtà erano vere lezioni private di due ore l'una...
Non credo che alla triennale, pur con tutta la buona volontà, si riesca a fare questo...
Arch. Ir :
No Ily, oggi è difficile avere la disponibilità dei docenti, sia per la tesi che per un qualsiasi esame, e non è possibile portare 12 tavole.
Poi come al solito ci sono persone con contatti importanti che riescono ad avere l'appoggio pieno dei relatori che promuovono adeguatamente certi lavori a livello di pubblicazioni, ma non è sempre questione di merito.
Anche per gli esami, a volte pare che non ti spieghino bene per bocciarti meglio...
Kia :
Per carità, non sarà il caso di Arch.Ir, ma purtroppo mi sono dovuta sorbire dei tirocinanti triennali qua in studio ai quali mancava solo la laurea (quindi una certa preparazione dovevavo averla)....e francamente avrei fatto fare loro non 2 ma altri 4 anni in aggiunta ai tre che avevano già fatto. E,tra parentesi, soggetti che avevano frequentato architettura in una delle sedi che in teoria (sottolineo "in teoria") dovrebbe essere di buon livello....
Kia :
Quindi quando sento cose del tipo che tanto gli esami sono sempre gli stessi......ho i miei forti dubbi e concordo con Ily che se in tre anni devi farci stare i contenuti che prima erano spalmati in cinque.....è chiaro che qualche taglio ci sarà stato o alla qualità o alla quantità. Non che quando mi sono laurata io fosse tutto bello e fatto bene, anzi!
pepina :
capisco Kia... io ho avuto una ragazza in studio di una delle più prestigiose facoltà di architettura...(penso sia quella a cui ti riferisci) e......al terzo anno non è riuscita a restituire nemmeno un rilievo di un edificio che aveva rilevato lei.Io sono rimasta allucinata.
ponteggiroma :
Non conosco il livello di preparazione dei corsi di laurea attuali, magistrali o brevi che siano, ma posso con certezza confermare in tutto e per tutto quanto espresso da john, per me finire il corso di studi a valle giulia è stata durissima... ogni esame era una storia a se, bisognava capire prima il professore psicologicamente dove volesse arrivare e poi cominciare a mettere mani ai libri. Insomma una vera e propria esperienza di vita che tuttavia mi ha permesso di affrontare il mondo del lavoro a testa bassa e senza paura di sbagliare o terrorizzato dal dover affrontare una perizia sui mq di un appartamento. Insomma se da un lato è vero che ogni settore necessita di specifica preparazione, le difficoltà cui siamo dovuti andare incontro durante gli anni universitari ci hanno permesso di affrontare le problematiche della professione con cognizione di causa e background di preparazione molto eterogeneo.
Kia :
@pepina:
mi conforta che anche tu abbia avuto una esperienza analoga. Perchè all'inizio pensavo di essere io la cattiva della situazione ma più andavamo avanti nel tirocinio e più mi rendevo conto delle lacune........proprio sulle basi, per l'appunto nella restituzione dei rilievi (diagonali?trilaterazione?), in persone che avevano già dato tutti gli esami e due mesi dopo si sarebbero laureate...
Ily :
Arch. Ir, è che mi sono scelta una professoressa che:
1) Mi aiutò a scegliere l'argomento della tesi dandomi validi consigli (e quindi era un argomento che le interessava molto). Inoltre non le pareva vero che qualcuno fosse così interessata alle sue ricerche personali (le sue lezioni private consistevano appunto nel farmi vedere le sue ricerche).
2) Ero la sua unica laureanda.
3) E' una persona eccezionale, e credo che nessuno abbia mai avuto una relatrice così competente e disponibile.
Poi cinque anni fa, a Ferrara, il massimo erano 12 tavole A1. La tesi vera e propria era 1 volume, gli altri 3 erano le schede delle circa 320 facciate senesi da me censite e fotografate :D.
Tata72 :
Ily, ponteggi, Kia, pepina... il tasto "mi piace"... dov'è il tasto "mi piace"???
Arch. Ir :
Ily, i tuoi discorsi mi piacciono molto di più di quelli dei due scienziati ancestrali, gianluca e dottor pippo li o come si chiama.
Tu hai una passione sfrenata che è stata assecondata e alimentata da una docente che è come te.

In queste situazioni si cresce per davvero e si acquisiscono nozioni importanti, non basta leggere 15 libri di storia se non c'è dietro dell'altro; io ho dovuto sostenere controvoglia 7 scritti di botanica con 3 docenti piuttosto severi per un solo esame, superato discretamente, ma non distinguo un palo della luce da un pino.

La mia tesi l'ho data con una prof di fama nazionale sull'argomento, ma ehm....l'avessi dato con mia nonna sarebbe stato uguale dal punto di vista dell'apprendimento;
il suo ruolo è stato massacrarmi continuando a puntare la penna sul monitor del mio portatile nuovo per evidenziare le sue perplessità, arrivando a contestare aspramente la carta troppo bella delle mie tavole.....
infine dopo mesi di revisioni irrilevanti, mi ha detto che non andava bene nulla una settimana prima della discussione e che forse lei nemmeno sarebbe venuta.....
per poi concludere in bellezza il giorno fatidico, tra i sorrisi alla commissione soddisfatta davanti alle mie tavole stampate identiche a quelle di 7 giorni prima, facendo battute gioviali con i colleghi per far vedere che mi aveva guidato sapientemente a quel risultato pregevole.....
Ily :
Mi dispiace Arch. Ir.
Ho una stima immensa per la mia relatrice di tesi. Andavo a fare revisione agli Uffizi (non so se mi spiego), dove lei lavorava all'epoca (nelle soffitte, bellissime, una saletta riunioni con intonaco seicentesco con annessi graffiti d'epoca. facevamo revisione lì).
Scelsi lei perché era stata la mia professoressa di restauro al quarto anno, sapevo che prendeva solo suoi ex allievi, mai più di due o tre laureandi alla volta (se no non riesco a seguirli adeguatamente, diceva) e con voti alti.
Un giorno dopo la revisione mi fece vedere un intonaco graffito quattrocentesco che aveva appena ripulito... io le feci vedere le mie foto delle facciate senesi e cominciammo a parlare di intonaci... a un certo punto lei guardò l'orologio e... "Ily, ma hai il treno, presto vai via o lo perdi!" e io "Accidenti prof, ha ragione!" e il treno lo presi all'ultimo secondo...
Alla discussione si è battuta con le unghie e coi denti perché ottenessi il massimo punteggio, ma non ci fu verso: secondo la commissione la mia tesi non era di architettura, perché era poco "progettuale" (cioè, non riguardava il progetto di un edificio).
Subito dopo la mia laurea, non le hanno rinnovato l'incarico di insegnamento: infatti non era docente di ruolo, ma a contratto.

Ily :
E poi mi correggeva le tavole e il testo della tesi, naturalmente, ma mai imponendomi le cose dall'alto (anche se ovviamente seguivo tutti i suoi consigli alla lettera) o facendo commenti sprezzanti: semplicemente mi spiegava sempre dove e perché sbagliavo, e cercava di fare in modo che fossi io stessa a capire gli errori e il modo migliore per impostare una tavola o un paragrafo della relazione.
Ah, quando facevamo revisione, lei naturalmente prendeva delle ore di permesso appositamente.
Era (è) un'ottima insegnante e sinceramente interessata sia ai suoi laureandi sia all'insegnamento. Quando i miei l'hanno conosciuta alla mia laurea sono rimasti letteralmente di stucco nel vedere di che tipo di persona si trattava ("squisita", secondo la definizione di mia madre).
archiiunior :
Triennale o no, quel che conta è la serietà dei professori, la serietà e la professionalità nel trasmetterti certi input per poi poter fare bene l'architetto. Ci sono architetti laureati ma hanno dato materie tutte con 18, si sono laureati, abilitati e sono architetti.
Sono tutte idiozie.
L'architettura bisogna averla nell'anima.
Se un professore di progettazione sa spiegare bene, in poche revisioni riesci a fare mega progetti, ma se non ti da le basi, le linee guida è finita.
I laureati degli anni 80 in certe facoltà avevano 8 materie l'anno, poi si sono moltiplicate, ma cosa conta? Sono i contenuti.
Diciamo la verità: nelle facoltà c'è stato un decadentismo nel trasmettere il concetto di architettura.
Un esempio solo: nel mio paese i cari vostri beneamati laureati magistrali, vecchio ordinamento, sono stati incaricati 10 anni fa di fare il PRG, il risultato è che abbiamo un prg rigido, non vi sono più aree edificabili, hanno allargato centro storico senza alcun ragionamento logico, hanno segnato sulla carta di abbattere porzioni di appartamenti per creare parcheggi, hanno bloccato l'economia. Se questi sono i risultati di chi ha studiato per 5 anni, allora credo di essere soddisfatto di ciò che ho fatto in tre anni e riesco a fare ora nella professione.
Le facoltà ti educano, sei tu ad aprire la testa e fare un buon progetto.
Il problema che i professori di oggi essendo precari trasferiscono il loro precariato in informazioni precarie.
PS i grandi laureati magistrali che hanno studiato 15 libri di storia hanno distrutto le città, non sono riusciti a modificare il concetto di centro storico, includendo il cesso accanto al bello.
Ovviamente non è un attacco a tutti i laureati magistrali, come ho sempre detto, so che a me mancano delle info importanti rispetto a un magistrale, vorrei tanto essere un laureato magistrale, ma l'italia non te lo permette sia economicamente che per via dei test d'ingresso.

L'Italia sta male perchè ci sono i grandi laureati della bocconi che non capiscono una mazza di economia.

.......continua la guerra tra poveri
Ily :
Appunto Archiiunior: se prima una certa quantità di contenuti veniva trasmessa in cinque anni, e adesso in tre, mediamente o si studiano meno contenuti o si studiano in maniera meno approfondita... non si scappa...
Poi anche tra i quinquennali vi sono pessimi laureati, come ci sono ottimi laureati, competenti e preparati, anche tra i triennali... ma in generale...
Il problema secondo me è che la progettazione viene insegnata MALE, basandosi su idee del tutto astruse e formalismi fini a se stessi e non spiegando molto bene ad esempio progetti famosi... e poi la progettazione deriva dal buon gusto, e quello secondo me ce l'hai o non ce l'hai: puoi anche educarlo in certa misura, ma secondo me la bravura nell'accostare materiali ecc è abbastanza innata.

P.S. Per capire un centro storico, più che storia dell'architettura è meglio studiare tipologia edilizia (Muratori, Caniggia, Maffei ecc). Con la storia dell'architettura riconosci e sai datare una chiesa, ma non riesci a capire le dinamiche evolutive di un tessuto urbano ;-)
pepina :
E' il lavoro sul campo a decretare quanto ne sappiamo. Ovvio che bisogna essere un po'autocritici.
gianluca :
archijunior più scrivi e più evidenzi le tue lacune e la tua sana ingenuità!

Lo strumento urbanistico ha fallito di suo...
Dovrei spiegarti i motivi di tale fallimento ma non è questo il luogo...
Il nuovo PRG di Roma è ciò che di meglio esista come pianificazione urbanistica, al suo interno ha una Valutazione Ambientale Strategica, eppure guarda cosa sta accadendo alla periferia romana...
Non esisterebbero i PRUSST in ambito europeo, se i PRG non avessero fallito!

E ricordati sempre che in un software di calcolo bisogna inserire i dati in entrata e bisogna saper leggere quelli in uscita:
se uscite dalla triennale e non sapete cosa sia un momento flettente (e figuriamoci un momento torcente), poi non potete rivendicare certe mansioni, perchè fate crollare la casa addosso all'amico che vi ha affidato l'incarico.

Ora la colpa è pure dei professori!
Non sarà mica dei corsi trimestrali?! Dei programmi accorciati?! Degli esami esemplificati?!

Nella guerra tra poveri, alcuni cercano di fare i furbi, pur operando nell'ambito della povertà... ... ...
Arch. Ir :
Colleghi, sorvolando sulle opinioni di gianluca, sempre a senso unico e faziose a prescindere dall'argomento e quindi totalmente irrilevanti, vi dico che la triennale in molti casi è una cosa a se, e non è un pezzo della magistrale, ma se dovesse essere paragonata al ciclo unico (ad esempio scienze dell'architettura triennale con un ciclo unico di 5 anni), il triennio risulta certamente "compresso" e quindi a parità di professori, piano di studi etc... per forza di cose peggiore dato che bisogna assimilare le cose in meno tempo.

In ogni caso non so oggi, ma dove ho frequentato io, non era possibile concludere in 3 o 4 anni un corso triennale, ma ce ne volevano sempre 5 o 6 (il ciclo unico in media durava invece 8 anni + la tesi).

Non so se sia meglio o peggio una triennale a se, o una triennale parte integante del ciclo unico (il triennio di un 3+2 per intenderci), con triennale in ogni caso non si intende solo scienze dell'architettura, ci sono tanti corsi triennali orientati al restauro, all'arredamento, al paesaggio, alla pianificazione etc....che poi portano allo stesso esame di stato, è evidente quindi che la competenza dei professionisti risulta molto variegata.

Ci sono laureati in ingegneria civile triennale, che hanno seguito corsi di laurea orientati interamente al calcolo strutturale, e che sostengono l'esame di stato da architetto iunior.

Insomma non ci sarebbe nulla di strano se un triennale laureato in paesaggio o pianificazione, che ha fatto ben poco di progettazione architettonica e quindi impreparato su certi argomenti, sia in altri ben più preparato di un magistrale che magari ha dato solo un paio di esami di pianificazione e nessuno di paesaggio.
(a parte l'ancestrale gianluca che sa su tutto più di tutti e meglio).

Comunque se tornassi indietro farei il ciclo unico, 5 anni di fila, formazione più classica e omogenea, una sola tesi, ed è evidente che sulla carta, per un concorso, vale di più.
andrea :
Non capisco l'astio continuo tra arch. senior e iunior.
Flavio Albanese e Tadao Ando non hanno neanche una triennale comunque....hahahaha..
Arch. Ir :
ma si ma si fa per discutere :-)
Kia :
Quoto pepina. Nessuno vuole colpevolizzare gli architetti iunior che sono le prime vittime dello sfacelo dell'università. Poi si vede sul campo.
john :
@gianluca, affermare che il nuovo PRG di Roma sia il meglio che esista per la pianificazione mi sembra tantino.....conosco alcuni che lo hanno fatto, materialmente...e loro stessi dicono che è un piano più per NON FARE che un piano PER FARE, che poi il FARE sarebbe lo spirito intrinseco di una pianificazione in qualsiasi ambito...scusate l'OT..

@andrea, non me ne frega nulla se Tadao o Albanese non hanno la laurea, sempre a tirar fuori il discorso, Einstein aveva 4 in metematica, Steve Jobs non era laureato....etc etc etc bla bla bla, tutte le professioni sono tali dopo un percorso di studi, il medico, l'avvocato, il manager....la nostra professione non è solo la progettazione o il design geniale, dove magari con un talento speciale si può pure pensare di lavorare in qualche paese del mondo....è anche COMPETENZA TECNICA, conoscere le norme, saperle interpretare, conoscere la matematica, la fisica, la statica, la storia...senza un percorso di studi, poi attestato da una laurea non vedo come si possa fare....io da un medico autodidatta e non titolate non ci andrei...poi ovvio che esiste anche gente che va dall'erborista e spera di vincere il cancro col bicarbonato.

serve migliorare la QUALITA' del percorso di studi, nel suo insieme, per formare gente che poi sappia lavorare e sia utile alla società....del minimalismo di Ando me ne faccio nulla.
archiiunior :
Ormai sono costretto a chiedervi cosa pensate di un laureato in architettura che ha fatto il percorso 3+2.
Da ciò che leggo, potrei trarne già il giudizio, non è molto preparato perchè non ha fatto il ciclo unico....................
john :
MA a cosa serve sapere cosa si pensi del 5, del 3+2 o del 3??? il problema è a monte, lo stato ha creato troppe figure riformando MALE l'Università...pensando di fare A hanno ottenuto B. Magari lo spirito era anche quello giusto. Provare a creare equipe di lavoro, incentivare società di architettura ideali con un senior a coordinamento come un Direttore Generale e tanti iunior competenti in più settori a completare il lavoro....

Hanno toppato, hanno creato figure contrastanti, non definiscono le competenze e le abilitazioni in modo CHIARO!! Ma vi rendete conto che un mio collega laureato nella triennale in "Grafica e progettazione mutlimediale" Dove non ha MAI fatto una riga di progettazione o fisica o statica, potrebbe abilitarsi nella sezione B e firmare come iunior? non lo fa perché si rende conto che la sua istruzione non PUO' permettergli di prendersi responsabilità firmando un progetto, lo sa che ha studiato linguaggio multimediale, progettazione dei siti, design e comunicazione, lo sa da se che non può fare l'architetto.

si può essere quinquennali catorci impreparati e iunior molto competenti. Il problema è che in una società basata sul pregiudizio come la nostra occorrerebbe creare meno equivoci possibili ed invece in questo modo se ne creano di enormi.

Poi se c'è lo iunior che ha studiato 2 anni in meno, meno esami, meno completi, meno approfonditi e uscendo due anni prima vuole avere la stessa competenza e qualità, almeno culturale, di chi ha studiato di più, più completo, più approfondito è una bella pretesa.
Alle :
John tralasciando il fatto che a grafica e progettazione multimediale fanno tecnica delle costruzioni e quindi la statica anche se non la fa' se la deve imparare lo stesso, e sopratutto dal fatto che voglio proprio vedere uno di grafica e progettazione multimediale passare l'esame di stato, di al tuo amico che il semplice fatto di aver fatto una laurea triennale alla facolta' di architettura non vuol dire poter fare l'esame di stato per diventare architetto iunior, perche mi dispiace rispondere che per il corso di laurea in grafica e progettazione multimediale (classe 42) non è previsto l'accesso all'esame di stato per architetti iunior, in quanto non rientra nella classe 4 "Scienza dell'architettura e dell'ingegneria edile" come stabilito dal DPR 328/01, anche la mia vicina di casa era laureata in disegno industriale pensava di essere architetto ma poi si e' beccata una doccia fredda
Ily :
Il problema, Alle sono queste lauree di architettura che non sono architettura, un po' come gli orologi Relex...
Il fatto è che se ti laurei in urbanistica o design solo quello puoi fare... mentre invece con la laurea di architettura puoi specializzarti con il laboratorio di indirizzo, gli esami opzionali e gli studi personali della tesi... Una mia amica come laboratorio di indirizzo (o sintesi finale, come si chiamava in facoltà da me) ha scelto l'urbanistica, io il restauro.
pepina :
Io restauro ma mi trovo a fare urbanistica ;)
Arch. Ir :
forse il collega di john può avere qualche possibilità di sostenere l'esame per il settore B della sezione B, ma non avrebbe alcuna competenza edile.
Per quanto riguarda disegno industriale invece, non credo abbiano alcuna possibilità nemmeno per il settore B sezione B, esattamente come chi studia design navale e simili all'interno della facoltà di architettura, sia triennali ma anche magistrali.

gianluca :
Tranquillo @john mi fido più di una MAZZARELLI o di un professor CASINI, o di un GARANO o di una RICCI o semplicemente di un buon libro che delle tue riflessioni, sulla base dell'aver sentito dire che...

Ma secondo te, le triennali e ultimamente il tfa per l'abilitazione all'insegnamento, non sono forse il traino economico per permettere alle facoltà italiane di andare avanti e di poter pagare gli stipendi ai docenti, dal momento che esse hanno percepito sempre meno fondi dalla politica a loro discapito, a favore delle università private che sono cresciute nell'ultimo decennio in modo esponenziale?
L'innalzamento dei contributi professionali ai liberi professionisti e l'istituzione della sezione B, non sono forse il traino economico per il pagamento delle pensioni ed un aiuto alla nostra cassa previdenziale che è da sempre abbandonata a se stessa, al contrario dell'INPS?

Questo è stato ed è ancora il problema da risolvere, perchè il sistema è ancora ingrippato.
Ora, a distanza di anni, ci rendiamo conto di molte cose e si contano i danni, purtroppo, pure quelli culturali che una simile offerta formativa, nata per altri scopi, inevitabilmente ha creato.

Io non ce l'ho con gli junior, e neanche mi metto di fare il gradasso come alcuni, che iniziano anche a scrivere "senior" sul loro bigliettino da visita (una tipa che faceva la vamp, neanche fosse Odile) ma queste differenze culturali ci sono e, se siete arrabbiati voi, figuriamoci noi, che non possiamo neanche partecipare ai concorsi a procedura ristretta perchè non hai i requisiti di ordine economico e devi costituire le ATI!

Un abbraccio...
Alle :
Mi spiace ma il collega di john non ha possibilita' www.architettiroma.it/quaderni/puntob/consulenza/index.asp?pag=72
Alle :
volevo scrivere ha qualche possibilita' perche' alcuni iscritti al corso di laurea GPM hanno potuto "usufruire dell'agevolazione"
Tata72 :
Non ricordo chi, ma qualcuno disse di aver scelto la laurea "iunior" perchè non voleva perdere altro tempo...
Arch. Ir :
Tata ricordo anche io :-)

Comunque John, è ora di finirla con la storia dei tecnici iuniores che vogliono le stesse competenze dei magistrali, noi iuniores vogliamo riconosciute le competenze che la legge ci da, e ce ne freghiamo altamente delle vostre che sta a voi far valere.
E' ora che qualche magistrale che non ha ancora ben chiaro chi possa fare cosa, si studi la normativa smettendola di pretendere scioccamente di avere l'esclusiva sulle competenze per legge, di altri.
Ily :
Il problema è che le lauree brevi hanno saturato il mercato, Arch. Ir. E questo ha comportato disoccupazione e abbassamento di stipendi per tutti, senior e junior.
Ily :
Purtroppo il problema è strutturale, perché abbiamo geometri, ingegneri edili e civili, periti edili, architetti senior e iunior, ingegneri iunior... Non si capisce più nulla e ovviamente non è certo colpa di chi si iscrive a queste lauree (anzi, forse loro sono proprio le prime vittime) ma di chi, volendo copiare (malissimo) l'Europa, come al solito non fa che complicare le cose.
E' vero che in Europa e in USA architettura dura meno (sopratutto in USA, da quello che so), ma in Italia abbiamo una complessità di architettura storica, paesaggi urbani più o meno storicizzati, centri storici, tipi di architettura tradizionale estremamente variegata (dallo chalet alpino della Valle d'Aosta e del Sutirol alla casa colonica mediterranea della Sicilia, dal Trullo pugliese alla casa colonica in mattoni con annessi incorporati) che è forse la più intricata del mondo...
Arch. Ir :
Hai ragione Ily, è un gran casino, io stesso sono un geometra laureato in paesaggio, abilitato al settore architettura, ma il numero dei professionisti di primo livello iscritti negli albi è molto ridotto, io non credo abbiano inciso direttamente su disoccupazione e abbassamento stipendi, almeno per quanto riguarda gli architetti.
Di certo non hanno semplificato il quadro delle competenze.....
Avvisami quando qualcuno risponde
Non mandarmi più avvisi

Se vuoi essere avvisato quando qualcuno interviene in questa discussione, indica un nome e il tuo indirizzo e-mail.