Abcdario : [post n° 469325]

Dopo quanto tempo vi siete potuti definire architetti veri?

Buongiorno, prendo spunto dai post sotto per chiedervi una cosa che può sembrare scontata ma non lo è affatto: quanto tempo ci avete messo per imparare il mestiere al punto tale da potervi ritenere indipendenti, da poter avviare delle attività da soli?
Avete fatto solo la gavetta? Vi hanno insegnato i vostri capi o spesso avete dovuto fare da soli, magari tramite corsi, formandovi da soli ecc.
Ily :
Mai, credo. Io non smetto MAI di perfezionarmi e imparare cose nuove: sul campo, confrontandomi con i colleghi, gli artigiani (chiunque ha qualcosa da insegnarmi) o gli studiosi di altre discipline (ad esempio gli storici o gli archeologi) o studiando da libri e documentari. Ho ancora TANTISSIME COSE da imparare, non scherziamo.
E poi non sono - né mi considero - un'architetta "vera", perché normalmente non faccio il classico lavoro "da architetto". Per dire, di solito a chi mi chiede che lavoro faccio, rispondo "mi occupo di restauro", e assai più raramente - e soprattutto per semplicità - "l'architetta" :-)
Se con "architetto vero", invece intendi un iscritto all'ordine degli architetti, con uso conseguente del titolo nelle mail di lavoro e in contesti professionali, mi considero "architetta vera" da un minuto dopo aver superato l'esame di stato :-)
ponteggiroma :
Ily io credo che l'autore del post intenda conoscere quando ci siamo distaccati dal nostro datore per renderci indipendenti (che poi da qui a diventare architetti "veri" ce ne corre). Io l'ho fatto nel 2008 a 10 anni esatti dalla laurea. Mi viene da sorridere quando chiedi se mi hanno aiutato i capi, la risposta è assolutamente "no", i capi fanno i capi e chi fa la gavetta deve sudare, cercando di assorbire ed imparare quanto più possibile
Abcdario :
Questo è chiaro, non si è mai veramente architetti pieni, tanti sono gli aspetti del nostro mestiere. Però c'è un momento in cui si sente più o meno pronto a seguire commesse o redigere progetti interi, dal concept alla direzione del cantiere da solo, senza aiuti. C'è sempre un punto di inizio, no?
ponteggiroma :
Certo, il punto giusto è quando inizi ad avere la clientela ....
ArchiFra :
io sono stata autonoma, in grado di seguire tutto dal progetto preliminare al cantiere come DL, 3 anni dopo aver fatto la collaboratrice di studio (solo committenza privata, non appalti pubblici su cui ho zero competenze). due di questi anni sono stati in uno studio che mi ha dato tantissimo, praticamente tutto, anche se dal piano umano erano degli scarti fognari.
non si finisce mai, mai, mai di imparare.
ora sono funzionario in comune perchè dovevo pagare le bollette e far mangiare mio figlio...
sclerata :
quando ho fatto il salto (sono passata da essere dipendente di un'impresa di costruzioni a essere libera professionista) non ero minimamente pronta. Il primo anno ho vissuto grazie al TFR, non lo nego.

Nemmeno adesso mi sento architetto vero, anche se in un certo campo in cui faccio consulenza ne so più di quelli che mi fanno i corsi di aggiornamento ... perchè per la parte di progettazione pura non sono stata molto fortunata tra occasioni sfumate e committenti decerebrati...

che dire, dall'esperienza di dipendente durata 7 anni ho cercato di assorbire quanto più potevo, credo vi stupirete (ma forse nemmeno tanto) sapendo che quelli che mi hanno insegnato di più sono stati la segretaria (che faceva anche le gare) e un geometra anziano che non sapeva manco accendere il pc ma sul cantiere era un vero mito, e non l' "architetto capo dell'ufficio tecnico" che più trattare tutti a pesci in faccia (come il capo supremo) e imboscarsi h24 per non fare nulla, altro non faceva. ..
desnip :
@Ily: fai bene a non dire semplicemente di essere architetta, perchè solitamente ti rispondono frasi del tipo "Eh, in Italia gli architetti si sprecano"... "Ah, sì, anch'io ho la laurea in architettura ma faccio il megadirettoregalattico della xxx Enterprise e guadagno 10.000 euro al mese" oppure la fantasmagorica "Architetto? di interni o di esterni?"
Meglio utilizzare una di quelle defsinizioni esterofile tipo "Sono chief architect data social media manager energetic building".
@ponteggi: prima mi sarei vergognata un po' a dire che mi sono "lasciata a camminare" dopo 10 anni dalla laurea, ma se anche per il mitico ponteggiroma è stato così, vuol dire che non è una cosa "malamente"... :-)
ponteggiroma :
desnip, i tuoi apprezzamenti mi confondono. Credo che sia normale per chi non ha un "pacchetto clienti" già alla nascita, investire qualche annetto per racimolarne qualcuno che ti garantisca un minimo di sopravvivenza. Questo per ribadire all'autore del post che non è tanto importante l'esperienza, che comunque ci dev'essere, quanto piuttosto essere sicuri, quando si fa il salto nella libera professione, di avere una clientela disposta a spendere soldi per le tue prestazioni. L'espeerienza tanto la farai sul campo e come ha detto qualcuno, non finirai mai di farla, fino al giorno della pensione
unfor :
io a 43 anni sono pieno di dubbi, agli inizi ero piuttosto sicuro di me anche se meno preparato.
Ily :
"Architetto? di interni o di esterni?"

Io uccido per molto meno :D
Comunque, tecnicamente, di entrambi, perché le "superfici decorate dell'architettura" di cui mi occupo stanno sia dentro sia fuori :D

Ahhhhh quindi io sono "specialist in plasters and frescoes nell'italian cultural heritage, gran lup mann figl putt" :D
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