GIOVANE architetto : [post n° 498617]

Sono SOLO un GIOVANE architetto

Cari colleghi,
Cari architetti
Sono una GIOVANE architetto, laureata da un anno e mezzo, ho iniziato sin da subito a "fare esperienza".
Un anno e quattro mesi di "pratica", lavoro? Tirocinio? Stage? E chi lo sa.
"Hai 25 anni, sei ancora GIOVANISSIMA"
"Hai 25 anni, sei una neolaureata, devi avere pazienza"
"31 anni? Ma possibile che i giovani oggi vogliano subito fare carriera aprendo uno studio da soli?"
"Hai 25 anni...ti arrendi così facilmente?"
È proprio perché non mi arrendo che continuerò a credere nel lavoro per cui ho studiato 5 anni di università magistrale a ciclo unico, per un esame di stato, per cui tra corsi, master, seminari, formazione continuo ad investire SOLDI, TEMPO, SALUTE MENTALE.
È proprio perché non mi arrendo che voglio denunciare questa indifferenza dell'Ordine ad un problema REALE che è lo sfruttamento di GIOVANI architetti che diventano OPERAI al servizio di studi spesso rinomatissimi che non riconoscono il lavoro, la passione, la voglia di fare di un GIOVANE.
"Voi GIOVANI pensate solo ai soldi..."
Quando la parola GIOVANE non verrà associata ad un parassita a caccia di denaro ma ad un essere umano che vuole essere gratificato e riconosciuto coerentemente con il suo operato, allora si, allora starò zitta e mi farò dare lezioni di CODICE DEONTOLOGICO da chi , di deontologia, a 50 anni ancora non ha capito nulla.
Archichetto :
Cara collega,

La questione che presenti, non è nuova.
Io ho notato che numerosi studi stanno ricorrendo all’assunzione sistematica di figure “junior” (non sezione B), ovvero neolaureati / neoiscritti tramite partita IVA, mantenendole in questa condizione anche per diversi anni (fino a cinque o più), senza alcuna reale autonomia né caratteristiche proprie della libera professione. In molti casi, appena i costi contributivi aumentano (con il passaggio a contribuzione piena Inarcassa al quinto anno e quindi con i costi di mantenimento della p.iva triplicati), queste collaborazioni vengono interrotte perché "troppo costose" e sostituite da nuovi iscritti, creando un ciclo di sfruttamento che si regge sull'instabilità e sull’assenza di tutele.
Questa dinamica, oltre a essere discutibile sul piano etico, rischia di svilire profondamente la nostra professione, minando le basi della formazione, della crescita e del rispetto reciproco tra colleghi.

Viene da domandarsi: la parassita sei tu o sono gli studi che offrono 1200€ al mese lordi sfruttando i vantaggi fiscali dei neoiscritti e, allo scadere dei 5 anni, propongono una miseria di aumento o "arrivederci e grazie" costringendoli, di fatto, a mettersi in proprio ma con il carico fiscale di una p.iva "anziana"?

Ma, soprattutto, qual è lo scopo di questo intervento? è un semplice sfogo o vorresti fare una segnalazione ufficiale al Consiglio Nazionale degli Architetti?
unoquasicomete :
Qualche giorno fa ho aperto un topic sulla cassa, in cui ho evidenziato alcune cose che a quanto ho capito condannano chi ha superato i 5anni di deroga ad accollarsi un debito di 3700e ogni anno, indipendentemente dal fatto che riesca a lavorare molto o poco. Ho proposto anche qualche soluzione, ma finchè il problema lo vedo solo io, non esiste.

Io di anni ne ho 40 e noto che tra i miei coetanei è diffuso un generico pessimismo disfattista sul futuro, ma nessuna voglia di cambiare la rotta (per non parlare di chi è più grande, o di chi è in età pensionabile e lavora ancora da stacanovista).

Voi ventenni come siete messi?

Se si vuole andare oltre lo sfogo e fare una segnalazione, o altro, appoggio l'iniziativa.
Lassa :
E che vuoi fare? è schiavitù legalizzata, legalizzata.
A parte questo, però, i titolari degli studi professionali hanno le loro regole, se ti stanno bene entri a far parte di loro, sennò no. E che gli vuoi dire? Giusto così.
Spetta poi a noi, al singolo individuo, RIFIUTARE e se lo facessero tutti...
Io ad esempio ho deciso di non fare lo schiavo e la mia piccola parte l'ho fatta, ho rifiutato tutto ciò e ora faccio altro, tanto ho capito che se non si hanno situazioni fortunate in famiglia questo mestiere non si può fare in proprio.
lorenzo_px :
Per evitare di continuare a fare lo schiavo per gli studi professionali dovendo pagarsi tutto è necessario abrogare l'art.2 comma 2 lettera b del DLGS 81/15 "Job Act".
Bisogna partire da qui, la seconda cosa è eliminare gli ordini provinciali a favore di un unico ordine nazionale.
Terzo togliere l'obbligo di versamento a Inarcassa, o si versa tutti all'inps per avere la libertà di cambiare lavoro senza perdere i soldi versati o danno la possibilità di scegliersi la cassa previdenziale.
Se sono libero professionista allora voglio essere libero veramente di scegliere.
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