Buonasera,
sono in procinto di presentare una pratica edilizia per manutenzione straordinaria (opere interne). L'immobile è dotato di uno spazio veranda ottenuto chiudendo un portico con tetto a falda, di detta veranda esiste un condono e la relativa agibilità. Aggiungo che il pavimento della veranda è11cm piu basso del resto dell'appartamento e che nelle intenzioni del proprietrio sarebbe di portarla alla stessa quota, eliminando cosi il gradino.
Dalla lettura del documento di agibilità, ho visto che è indicata la altezza minima (245cm) e la massima (307) del locale veranda.
Con il mio intervento la minima scenderebbe a 235 e la massima a a 297.
Il Regolamento Edilizio stabilisce a 270 l'altezza minima locali abitativi e a 240 la minima dei disimpegni, bagni e ripostigli.
La veranda è però derivata da un condono edilizio, e non sò in presenza di condoni possono essere accettate deroghe su taluni aspetti.
Un grazie anticipato,
massimo : [post n° 390047]
dubbi su altezze minime locali condonati
Ritengo improbabile che in Comune accettino una ulteriore diminuzione delle altezze interne già condonate.
ma non è che la veranda è stata condonata non per le altezze ma per il volume, cioè è stata costruita in assenza di permesso e volume residuo?
Prima di tutto vi ringrazio tutti,
perchè non è scontato che altri professionisti dedichino il loro tempo ad altri.
Rispondo a ArchiFra: si la veranda è stata condonata perchè in assenza di permesso (e quindi di valutazioni sulla volumetria residua), ma Giona giustamente consiglia di non alterare parametri igienico-sanitari sensibili su un locale oggetto di condono. Nel mio caso tali parametri sono le altezze minim e massima del locale veranda. Di seguito, per fugare ogni ambiguità, riporto anche i passi salienti di dell'iter di condono.
Riporto Le parti salienti di DOMANDA DI CONDONO e TITOLO EDILIZIO IN SANATORIA
Nella domanda di condono (febbraio 1995) il proprietario dichiarava sotto la propria responsabilità di aver eseguito in assenza di Concessione Edilizia, un aumento della superficie abitabile della sua abitazione per 10,26 mq al piano terra. Che i lavori erano stati eseguiti nel periodo indicato in zona libera da vincoli. Che l'abitazione è utilizzata direttamente dal sottoscritto e costituisce prima casa. Quanto sopra agli effetti delle riduzioni previste dalle norme vigenti in base al reddito dichiarato.
Seguiva l'elaborato grafico relativo ad un ampliamento di immobile ad uso abitazione. L'indicazione delle leggi sul condono del '94. L'indicazione della tipologia d'abuso n.1(Opere realizzate in assenza o difformità della licenza o in concessione e non conformi alle norme urbanistiche ed alle prescrizioni degli strumenti urbanistici).
Nel disegno erano evidenziati i due muri realizzati senza titolo, a chiusura del portico coperto (sono il lato lungo e uno dei due corti, sull'altro lato corto un muro era già presente (di separazione dall'altra proprietà del complesso a schiera). A chiudere la domanda di condono le schede catastali aggiornate e le ricevute di oblazione e oneri concessori.
TITOLO EDILIZIO IN SANATORIA
Il Comune rilascia il titolo abilitativo edilizio in sanatoria di quanto ha realizzato abusivamente cosi come risulta dall'istanza presentata e dall'accatastamento effettuato e depositato con relativa categoria catastale, ecc, ecc.
La presente autorizza la destinazione d'uso RESIDENZIALE 10,26mq. NON RESIDENZIALE 0,00mq.
A seguire le formule di rito sulla necessita di otenimento del certificato di agibilità, oggi ottenuto con l'intervento di un ulteriore tecnico.
Recentemente è stato richiesto (a nome dell'ultimo intestatario) domanda di agibilità, con allegata Perizia tecnica asseverata da tecnico nella quale si certifica:
1)regolarita urbanistica
2)salubrità (qui appare citata l'h minima (2,45m) e massima (3,10m) della veranda, richiamando gli estremi della C.E. in sanatoria.
.....
3)la superficie minima delle varie stanze e della veranda (si indica 10,70 a differenza dei 10,26 del condono).
4) la normale libera dei locai.
ecc.
Per concludere riporto che l'attuale proprietario (ha appena rogitato) il certificato di agibilità non ha materialmente il certificato di agibilità, che risulta rilasciato.
X Giona: hai citato un'altezza media come parametro per il locale veranda. Posso chiederti il riferimento normativo generale? immagino riguardi la valutazione delle altezze minime in locali con soffitto inclinato.
X tutti: ho letto che esiste la possibilità di derogare le altezze minime DM 26/6/2015, Allegato 1, articolo 2, paragrafo 2.3, comma 4.
In conclusione credo consiglierò di non sollevare il pavimento.
Grazie a tutti per l'aiuto
perchè non è scontato che altri professionisti dedichino il loro tempo ad altri.
Rispondo a ArchiFra: si la veranda è stata condonata perchè in assenza di permesso (e quindi di valutazioni sulla volumetria residua), ma Giona giustamente consiglia di non alterare parametri igienico-sanitari sensibili su un locale oggetto di condono. Nel mio caso tali parametri sono le altezze minim e massima del locale veranda. Di seguito, per fugare ogni ambiguità, riporto anche i passi salienti di dell'iter di condono.
Riporto Le parti salienti di DOMANDA DI CONDONO e TITOLO EDILIZIO IN SANATORIA
Nella domanda di condono (febbraio 1995) il proprietario dichiarava sotto la propria responsabilità di aver eseguito in assenza di Concessione Edilizia, un aumento della superficie abitabile della sua abitazione per 10,26 mq al piano terra. Che i lavori erano stati eseguiti nel periodo indicato in zona libera da vincoli. Che l'abitazione è utilizzata direttamente dal sottoscritto e costituisce prima casa. Quanto sopra agli effetti delle riduzioni previste dalle norme vigenti in base al reddito dichiarato.
Seguiva l'elaborato grafico relativo ad un ampliamento di immobile ad uso abitazione. L'indicazione delle leggi sul condono del '94. L'indicazione della tipologia d'abuso n.1(Opere realizzate in assenza o difformità della licenza o in concessione e non conformi alle norme urbanistiche ed alle prescrizioni degli strumenti urbanistici).
Nel disegno erano evidenziati i due muri realizzati senza titolo, a chiusura del portico coperto (sono il lato lungo e uno dei due corti, sull'altro lato corto un muro era già presente (di separazione dall'altra proprietà del complesso a schiera). A chiudere la domanda di condono le schede catastali aggiornate e le ricevute di oblazione e oneri concessori.
TITOLO EDILIZIO IN SANATORIA
Il Comune rilascia il titolo abilitativo edilizio in sanatoria di quanto ha realizzato abusivamente cosi come risulta dall'istanza presentata e dall'accatastamento effettuato e depositato con relativa categoria catastale, ecc, ecc.
La presente autorizza la destinazione d'uso RESIDENZIALE 10,26mq. NON RESIDENZIALE 0,00mq.
A seguire le formule di rito sulla necessita di otenimento del certificato di agibilità, oggi ottenuto con l'intervento di un ulteriore tecnico.
Recentemente è stato richiesto (a nome dell'ultimo intestatario) domanda di agibilità, con allegata Perizia tecnica asseverata da tecnico nella quale si certifica:
1)regolarita urbanistica
2)salubrità (qui appare citata l'h minima (2,45m) e massima (3,10m) della veranda, richiamando gli estremi della C.E. in sanatoria.
.....
3)la superficie minima delle varie stanze e della veranda (si indica 10,70 a differenza dei 10,26 del condono).
4) la normale libera dei locai.
ecc.
Per concludere riporto che l'attuale proprietario (ha appena rogitato) il certificato di agibilità non ha materialmente il certificato di agibilità, che risulta rilasciato.
X Giona: hai citato un'altezza media come parametro per il locale veranda. Posso chiederti il riferimento normativo generale? immagino riguardi la valutazione delle altezze minime in locali con soffitto inclinato.
X tutti: ho letto che esiste la possibilità di derogare le altezze minime DM 26/6/2015, Allegato 1, articolo 2, paragrafo 2.3, comma 4.
In conclusione credo consiglierò di non sollevare il pavimento.
Grazie a tutti per l'aiuto