RDL : [post n° 425371]

cliente rifiuta di firmare lettera di incarico

Buongiorno,
mi trovo in una situazione tra l'imbarazzante e il pericoloso e vi chiedo consiglio. Nel 2013 l'architetto per cui lavoravo, a cui avevo rilevato l'attività perchè già da qualche anno in pensione e con cui avevo un grande rapporto di amicizia, mi commissiona la ristrutturazione di un importante edificio in centro storico (cambio d'uso in ristorante più creazione di appartamenti ai piani superiori) di proprietà della famiglia. Dato il rapporto stretto tra noi faccio le pratiche e dirigo i lavori per due anni in piena fiducia e stretta collaborazione (e pagamenti precisi). Nel 2014 l'architetto viene meno e dopo un anno di fermo in cui i parenti si scannano per l'eredità emerge un nipote che prende tutta la proprietà in mano e decide di proseguire per commemorare la volontà del defunto a cui era legatissimo e perchè lo ritiene un'ottimo investimento. E' il 2015, riprendiamo i lavori interrotti e gli presento la lettera d'incarico che non firma. Data la fiducia (conosco il nipote da vent'anni) e il rapporto che mi lega alla sua famiglia, proseguo. Purtroppo. Già dopo pochi mesi di slancio infatti il cantiere presenta dei problemi: richieste continue varianti di progetto, pagamenti delle maestranze con forte ritardo, intromissione continua della nuova proprietà che vuole assumersi il ruolo di DL e che fa semplicemente confusione. Di conseguenza il cantiere si arresta di nuovo. Nel frattempo, riunioni su riunioni, in cui ho fornito e discusso più volte della necessità della lettera d'incarico e degli importi riportati per progettazione e direzione lavori (inviata la lettera almeno 3 volte via mail e altrettante data a mano). Tutte le volte sono parole nel vuoto. Ora alla fine del 2019 mi trovo come DL di un cantiere ancora al grezzo avanzato con alcune pratiche edilizie ancora attive in Comune (SCIA Ristrutturazione, SCIA recinzione, CILA per MS di altri subalterni interni al lotto, SCIA di variante), senza lettera di incarico e con chiara la certezza che la proprietà ritiene di non dovere nulla al tecnico. Temo che scrivere una lettera di dimissioni e interrompere i rapporti col la proprietà, significhi dire addio alla parcella ancora da pagare (che seppure fatta con prezzi bassi per motivi di amicizia, data l'entità del lavoro e la quantità di lavoro svolto è sostanziosa) o peggio (conoscendo il soggetto che si muove sempre accompagnato da un avvocato) trovarmi anche una richiesta di danni da parte della proprietà e dovermi difendere. Come ci si deve comportare in un caso come questo?
ArchiFish :
Direi che ci sono prove concrete a volontà per intraprendere le vie legali (mail, lavori più che iniziati, ruoli professionali palesemente delineati), anche in assenza di incarico firmato (per altro credo sia dimostrabile che lo hai più volte proposto). Ovviamente toccherebbe rinunciare all'incarico e pretendere il dovuto. Purtroppo le vie legali comportano esiti incerti, tempi biblici e grossi rischi economici anche per chi avrebbe potenzialmente ragione (del tutto o in parte).
In un Paese in cui la giustizia funziona, non avrei dubbi sulla strada dell'intransigenza, in "itaglia" ne avrei parecchi e cercherei la mediazione e/o un accordo.
In ogni caso, fermo restando la necessità di recuperare i compensi dovuti, a cliente che non firma l'incarico, deve necessariamente corrispondere tecnico che non lavora.
RDL :
*un ottimo (senza apostrofo). chiedo scusa della svista
arko :
Direi che dovresti rivolgerti ad un avvocato per evitare problemi futuri e sfaccettature che non hai considerato perchè, per l'appunto, non è materia di tua competenza.
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