Greenbcn : [post n° 445232]

LAVORI SENZA ISCRIZIONE ALL'ALBO

Buongiorno,
sono un giovane architetto laureato, ma non iscritto all'albo. Mi è stato richiesto di effettuare la ristrutturazione di un appartamento, di conseguenza sto mettendo giù la lettera di incarico da far firmare al cliente. Ovviamente per deposito CILA e documenti vari, mi avvalgo di un architetto iscritto all'ordine, mentre per quanto riguarda la parte progettuale, direzione lavori ecc..me ne occupo io: tutto questo sarà esplicitato nella lettera di incarico. Sto procedendo in maniera corretta? intendo in termini legali.
Grazie in anticipo
d.n.a. :
Direi di no..
ArchiFra :
Assolutamente no. Totalmente scorretto. Come pensi di poter fare direzione lavori e progetto senza iscrizione all albo, partita Iva e assicurazione professionale che è obbligatoria?
Non ci siamo proprio
archspf :
In maniera totalmente sbagliata: fermo restando che l'esercizio abusivo della professione (senza iscrizione) è reato penalmente perseguibile, il progetto e la direzione lavori richiedono il "titolo professionale" (che a monte prevede aver superato l'esame di stato ed a valle la partita iva, l'iscrizione all'albo ed alla cassa previdenziale e la polizza rcp, come già indicato da chi mi precede) per essere svolti.
Greenbcn :
ok riformulo la domanda: nel momento in cui un architetto iscritto all'albo conviene che il mio progetto è "eseguibile" (per dirlo in parole semplici) e lo firma, ne dirige i lavori e quant'altro, sto procedendo in maniera corretta?

Grazie in anticipo
Albo :
Si ma di fatto il contratto come il disciplinare sarà tra il committente e l'architetto.
Al massimo tu puoi fatturare a lui come prestazione occasionale per alcune opere come il disegno. Chiaro che la tua fattura a lui non può essere maggiore della sua fattura al committente.
ivodivo :
Colleghi, ma secondo voi la signora Maria non può farsi fare il progetto di ristrutturazione del proprio appartamento da chi vuole lei? Non sto parlando del titolo edilizio necessario ad eseguire le opere (CILA, SCIA, PDC) che evidentemente richiedono l'asseverazione di un tecnico abilitato, ma del progetto di ridistribuzione degli spazi interni (vedi lavoro di interior designer, arredatori....).
Secondo me Greenbcn può benissimo fare tutti i progetti che vuole se trova un accordo con la signora Maria, non può però asseverare nessun titolo edilizio e tantomeno fare la DL. Se ha un tecnico che al posto suo assevera e fa la direzione lavori non vedo il problema e neppure dal punto di vista del compenso non capisco perchè "non può" avere un importo maggiore del tecnico che firma.
Questa modalità di progettazione è la prassi di tutti i negozi di arredamento del mondo.
Greenbcn :
La ringrazio per la risposta esaustiva. In effetti è andata proprio così, ovvero che la alla "signora Maria" è piaciuto il mio progetto e vuole realizzarlo. Ovviamente, la signora Maria pensa che basti avere un disegno e un impresa per realizzare un progetto e fine. Per questo motivo, le ho detto che sarebbe opportuno che oltre al progetto, ci fosse una conseguente trafila burocratica e una direzione dei lavori.
Dal momento in cui sono consapevole di non avere i requisiti legali per fare ciò, volevo appunto capire in che termini stendere la lettera di incarico. Al momento ci sono io che non sono niente, dopodichè c'è un architetto iscritto all'albo etc e c'è un capocantiere (mio padre) con partita IVA e tutto.
desnip :
@ivodivo: certo che è la prassi. Ma ti aspetti forse che noi diciamo a Greenbcn che è una cosa corretta? Noi gli diciamo come stanno le cose, poi lui è libero di comportarsi come crede.
Greenbcn :
@desnip con tutto il rispetto, ma a me servono soluzioni, non problemi. Di fatto, ho chiesto quale fosse la maniera corretta di procedere per la mia situazione. Non mi serve un giudizio morale al riguardo. Non ho mai pensato di eseguire questo lavoro in maniera illecita, tant'è che se sono qui a chiedere consigli, un motivo ci sarà.
ArchiFish :
La soluzione, abilitazione professionale o meno, è emettere fattura e pagare tasse e contributi. Tutto il resto è concorrenza sleale e/o lavoro in nero. Sulla base di questi presupposti ci si muove secondo convenienza (giustamente, ci mancherebbe) e secondo le varie possibilità offerte dalla legge.
In questo frangete, fermo restando che non ho idea di come funzioni fiscalmente la prestazione occasionale verso il cliente privato, ravvedo, nè più, nè meno, ciò che comunemente fanno arredatori e designer d'interni, ergo esiste la possibilità di lavorare "in regola" anche se non si decide di esercitare una professione ordinistica. Forse, il miglior consiglio, in tal senso può darlo un commercialista.
ivodivo :
@desnip. Con "prassi" intendo modalità ammessa dalla legge. Non capisco proprio dove sussistano problemi di concorrenza sleale, lavoro in nero, operazione fuori legge. L'interior designer (arredatore in italiano) è sempre esistito ed ha anche un suo codice ateco, espleta la sua prestazione, emette regolare fattura e si fa pagare. Dove sta il problema? Nel caso specifico di Greenbcn dal punto di vista fiscale non sappiamo come intenda agire, fatti suoi, è chiaro che se lavora in nero commette un reato.
Se non entriamo nella logica che si sceglie l'architetto per la sua autorevolezza e non solo perchè appartiene ad un ordine, la nostra professione è destinata a scomparire (ed in effetti è quello che sta succedendo)
Greenbcn :
Questo lavoro è frutto di un concorso aperto (e non esclusivo di architetti iscritti all'albo) che ho vinto, per cui non si può parlare di concorrenza sleale. Dal momento in cui non ho intenzione di agire illecitamente ( sia perchè ho una coscienza molto pressante, sia perchè la "signora maria e cognuge" sono avvocati) sto cercando una formula per poter eseguire questo lavoro in maniera lecita.
ArchiFra :
Green, il tuo primo post diceva esplicitamente che la cila sarebbe stata firmata da un altro tecnico mentre tu avresti fatto direzione lavori e progettazione.
Ti è stato detto che non puoi: la progettazione architettonica è esclusiva di tecnici abilitati e iscritti, come pure la direzione lavori, e ciò presuppone avere anche partita Iva e assicurazione professionale obbligatoria se no è esercizio abusivo della professione e come tale perseguibile.
Poi hai corretto il tiro: tu sei libero di fare un disegno, ma che esuli dalle competenze specifiche dell architetto, perché se no anche io mi sento libera di fare un piano terapeutico al signor Piero anche se non sono un medico. È la stessa cosa. Il progetto architettonico per legge può essere redatto da specifiche figure con specifici requisiti.
Poi, perdonami, ma cosa intendi per concorso? È un termine molto preciso da non usare a sproposito.
A me pare che tu stia ingarbugliando troppo la versione per cercare di passare dalla parte della ragione, perché a ogni post modifichi qualcosa
desnip :
@Greendcn e ivodivo: io non ho espresso nessun giudizio morale, non siate permalosi. Ho detto semplicemente che i colleghi hanno spiegato come si devono fare le cose perchè siano in regola. Poi che ci siano tizi anche non laureati che fanno progetti e poi trovano un altro che firma lo sappiamo tutti (non siamo ingenui), ma semplicemente non possiamo consigliare di fare così.

@Archifra: io penso che sia una cosa tipo cocontest o come si chiama adesso.
ponteggiroma :
ma xxxxxxxxxo! (autocensura)
Greenbcn :
@ArchiFra io mi correggo ad ogni post, o cambio il tiro, in base ai consigli ricevuti fino ad ora, ma non perchè voglio passare dalla parte della ragione, se non perchè ( come ho spiegato in precedenza) farò questo lavoro, trovando la maniera di essere a posto a livello legale. Di conseguenza, è inutile che mi si venga a dire che la progettazione è esclusiva di tecnici abilitati, in quanto mi sembra ovvio. Ma dal momento in cui la situazione è questa, mi serve la conseguente soluzione. Legale.
ArchiFra :
https://www.architetti.com/competenze-professionali-architetto-facci…

Direi che è piuttosto dirimente in quanto parla delle competenze specifiche degli iscritti alle varie sezioni, e si parla anche di progettazione.
Quindi l'unico modo legale è fare il caddista per il tecnico, e stipulare un contratto per questo. Forse al massimo un layout artistico di massima. No progettazione, no direzione lavori.
E quoto ponteggi.
ivodivo :
Scusate, non capisco, secondo voi non esiste la figura (che personalmente odio) dell'interior designer?
E' perfettamente legale e non necessita di alcuna laurea, beninteso non può asseverare nessuna pratica edilizia, non può svolgere DL, ma può tranquillamente produrre layout distributivi di interni, se d'accordo con il committente. E' chiaro che poi il suo lavoro deve passare per una asseverazione di un tecnico abilitato.
Guardate che io sono dalla vostra, ma ritengo importante conoscere quali sono le proprie competenze e soprattutto quelle dei nostri competitor.
PS: non sono per nulla permaloso, anzi
ponteggiroma :
certo che può esistere, ma deve avere una posizione iva e pagare regolarmente le tasse
Ivodivo :
Sì certo ponteggi, deve anche andare a messa tutte le domeniche, lavarsi i denti almeno due volte al giorno, pagare il canone RAI... Altre banalità?....
Il quesito iniziale di Greenbcn era se stesse procedendo in maniera legale oppure no.... Probabilmente, che ci fossero da pagare le tasse, lo sapeva già sé e se così non fosse, di certo, non le pagherà perché glielo dici tu... Che dici?
ponteggiroma :
dagli interventi non era per niente chiaro, io a volte non so se tu ce sei o ce fai...
archspf :
Anche facendo riferimento alla figura dell'interior designer, comunque non può sconfinare in campi esclusivi delle figure professionali inquadrate nelle organizzazioni ordinistiche.
@Greenbcn sarà anche qualificato per "produrre layout distributivi di interni", ma sia per deontologia che per questioni inerenti il profilo meramente fiscale, trovo sia più corretta l'indicazione di @ArchiFra: predisporre un lavoro meramente di "concetto".
Greenbcn :
Amen
Greenbcn :
Alla fine ho risolto: Aprirò partita IVA ( o prestazione occasionale) come interior designer per essere a posto a livello fiscale, e per quanto riguarda la parte burocratica (per così dire) e direzione lavori, firmerà un architetto iscritto all'albo. Ho ottenuto questo lavoro perchè ho lavorato sodo, ho fatto le cose bene e perchè so fare l'architetto. Sono bravo. Non mi faccio definire nè da un esame, nè dall'iscrizione all''albo. Ovviamente il fatto di non essere abilitato, può rappresentare un limite, in quanto non potrò gestire il lavoro in completa autonomia, ma non mi dispiace neppure dividere il mio lavoro con altri; così come i compensi e come i meriti. Non capisco perchè bisogna parlare di competitor..
ArchiFra :
Una curiosità:' sei abilitato o sei solo laureato? E hai laurea triennale o magistrale?
archspf :
Eh niente allora è evidente che sono scemo io, che nonostante due lauree alle spalle prima di f(irm)are il primo progetto ho "aspettato" trascorressero 10 anni di gavetta per imparare le basi della professione, superare l'esame di stato ed iscrivermi all'ordine, pagando tasse e contributi ogni anno, anche quando non c'era lavoro...

Alla fine basta dirsi che si è bravi da soli: da oggi farò così.
ponteggiroma :
tutta sta solfa per dire che volevi fare il lavoro senza avere partita iva, ovvero al nero, c.v.d.
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