Ho comprato a fine 2021 una casa con giardino composta da una abitazione principale e da due piccole abitazioni in giardino. Consigliato da un mio vicino mi sono rivolto ad un architetto che non conoscevo, gli spiego che volevo ristrutturare tali abitazioni usufruendo del bonus 50% e del 110%.
Il suddetto " professionista " architetto mi dice che riuscirebbe ad inserirmi con la 110% due abitazioni con un generale contractor.
Inizia così il nostro rapporto.
Per una mia esigenza di trasferirmi al più presto si decide di ristrutturare le due abitazioni in giardino di unificarele e ristrutturare.
Mi viene chiesto un acconto e do' al professionista un acconto di euro 1000,00 in contanti e mi viene firmata una ricevuta in tal senso.
Viene fatta una CILA quasi esclusivamente sui documenti catastali e sulle piantine presentate, il professionista passa solo per prendere le misure di porte e finestre e si iniziano I lavori di ristrutturazione.
Il professionista mi chiede di pagare la CILA e mi fa una fattura che viene regolarmente pagata tramite bonifico.
Nel chiedere di poter iniziare i lavori per poter usufruire dei bonus fiscali il professionista mi dice che non possiamo più inserire tutte e due le abitazioni ma riusciamo probabilmente con una l'abitazione principale ( fine 2021 ).
Dopo qualche giorno mi dice che non è possibile più usufruire della 110% con quel generale contractor.
Mi informo, chiedo alla mia banca e decido di presentare per conto mio la documentazione per la 110% e di chiedere un prestito ponte.
Mi informo della documentazione da presentare e mi viene detto tra le altre cose e documentazioni di farsi fare in computo metrico, un preventivo da parte di una o più ditte esecutrice dei lavori ed in seguito una asseverazione di tali lavori eseguiti da parte del mio tecnico.
Il tecnico intanto presentava una SCIA per poter iniziare i lavori di ristrutturazione.
A questo punto inizia il mio calvario.
Il tecnico da me scelto mi dice che lui non può fare il computo metrico in quanto questo va fatto su un prezzario diverso e non ha tempo per studiarlo, inoltre alla mia richiesta di asseverazione mi dice che non è assicurato, ma volendo può farmi questa cosa pagando l'assicurazione a parte e solo per quell'atto. Gli viene chiesto inoltre su suo progetto di apertura di alcune finestre di mettere in condizione la ditta esecutrice di realizzarle e mi dice che non può farmi un calcolo sul cemento armato.
A quel punto sono stato costretto nonostante la fiducia che riponete in tale tecnico di chiamare un secondo architetto per poter andare avanti nei lavori.
Chiedo a questo punto al primo tecnico incaricato di rinunciare al lavoro in quanto non poteva o forse non valeva farmi le cose necessarie per il percorso tecnico fiscale che volevo intraprendere e chiedevo di regolarizzare con una fatturazione regolare del pagato in modo da poter fare un bonifico cosiddetto parlante per poi potermi scaricare le spese sostenute con il bonus al 50%.
A quel punto ci rendiamo conto che il tecnico aveva presentato al comune la SCIA COME PERMESSO A COSTRUIRE senza aver chiesto l'inizio dei lavori.
Chiediamo di provvedere in tal senso e di comunicare contestualmente il nominativi del nuovo tecnico.
Tutto ciò viene fatto e quando richiedo la restituzione tramite bonifico delle somme pagate per poter eseguire bonifico parlante per una o due fatture il suddetto tecnico mi dice che devo aggiungere una ulteriore cifra per i due lavori da lui fatti, la CIA e la SCIA.
Faccio presente che gli accordi presi erano diversi e di questo avevo anche testimonianza ma il tecnico insiste nel voler essere pagato del suo cosiddetto lavoro.
Faccio al tecnico questo esempio.
Essendo un medico oculsta se un paziente mi si rivolge per un distacco di retina ed ha anche una iniziale cataratta, io che non faccio o non sono in grado di fare l'intervento di distacco di retina non lo porto in sala operatoria per fare la cataratta ma lo indirizzo ad altro specialista.
Gli dico anche che mi sono sentito in parte preso per i fondelli da lui e che mi ha arrecato un danno economico, fiscale e mi ha fatto perdere del tuo prezioso in questo periodo in cui i tempi sono scadenzario.
In sostanza io ho una sua fattura regolarmente pagata con bonifico ma non in modo corretto come prevede la legge, ho dato un acconto in contanti con ricevuta cartacea firmata ed una seconda fattura che mi viene chiesto di pagare.
Come mi devo comportare?
Possibile che possano essere consentiti questi modi di fare?
Come posso fare per avere tutto correttamente per usufruire del bonus fiscale?
Sono tenuto a pagare la differenza richiestomi ( per carità per dei lavori fatti ) ma che mi hanno arrecato solo dei danni?
Il tecnico doveva avvisarmi che quel percorso lui non lo poteva o non lo voleva fare?
Spero possiate essermi utile.
Vi ringrazio sin da ora.
Buona giornata e buon lavoro.
Albakore69 : [post n° 458185]
Buongiorno, vorrei segnalare il mio caso e chiedere dei consigli.
Talvolta sono gli stessi committenti che, indirettamente e inconsapevolmente, "permettono" questi modi di fare: d'altronde esistono professionisti onesti ed altri truffaldini, come professionisti competenti ed altri incapaci.
Il tutto stà nel dover operare la scelta di un professionista con la stessa dedizione ed impegno con la quale si andrebbe per 100 concessionari per acquistare la propria auto (tanto per fare un esempio).
Senza conoscere la versione della controparte mi sorgono alcune domande:
- è stato firmato un incarico ed un preventivo dettagliato nel quale si evincevano le prestazioni che si sarebbero rese?
- ha incaricato anche un consulente per seguirla nella parte fiscale (dal momento che non è di competenza dei tecnici)?
Sbilanciandomi mi verrebbe da pensare che il collega non abbia fatto tutte le valutazioni del caso, oppure abbia tralasciato aspetti essenziali vista la complessità dell'intervento: il fatto stesso di aver presentato una "SCIA COME PERMESSO A COSTRUIRE" mi lascia perplesso dal momento che i due titoli sono diversi e per diverse fattispecie di lavori. Purtroppo le informazioni sono talmente (e naturalmente) parziali da non poter dare un parere completo.
In ogni caso il tecnico risponde di ciò per il quale viene incaricato: se le prestazioni concordate non prevedevano attività con specifico rimando al Superbonus o ad ogni altra agevolazione fiscale per la quale siano peraltro richiesti, titoli e specifiche competenze, non potrebbe farne una colpa per la mancata "informazione".
Se crede di aver ricevuto un torto o un danno può rivolgersi all'ordine provinciale di appartenenza del professionista e presentare un esposto, documentando con prove certe quanto asserisce.
Il tutto stà nel dover operare la scelta di un professionista con la stessa dedizione ed impegno con la quale si andrebbe per 100 concessionari per acquistare la propria auto (tanto per fare un esempio).
Senza conoscere la versione della controparte mi sorgono alcune domande:
- è stato firmato un incarico ed un preventivo dettagliato nel quale si evincevano le prestazioni che si sarebbero rese?
- ha incaricato anche un consulente per seguirla nella parte fiscale (dal momento che non è di competenza dei tecnici)?
Sbilanciandomi mi verrebbe da pensare che il collega non abbia fatto tutte le valutazioni del caso, oppure abbia tralasciato aspetti essenziali vista la complessità dell'intervento: il fatto stesso di aver presentato una "SCIA COME PERMESSO A COSTRUIRE" mi lascia perplesso dal momento che i due titoli sono diversi e per diverse fattispecie di lavori. Purtroppo le informazioni sono talmente (e naturalmente) parziali da non poter dare un parere completo.
In ogni caso il tecnico risponde di ciò per il quale viene incaricato: se le prestazioni concordate non prevedevano attività con specifico rimando al Superbonus o ad ogni altra agevolazione fiscale per la quale siano peraltro richiesti, titoli e specifiche competenze, non potrebbe farne una colpa per la mancata "informazione".
Se crede di aver ricevuto un torto o un danno può rivolgersi all'ordine provinciale di appartenenza del professionista e presentare un esposto, documentando con prove certe quanto asserisce.
Non è stato firmato nessun incarico o preventivo dettagliato, semplicemente all'inizio dell'incarico avevo detto le mie intenzioni e che mi volevo avvalere dei bonus fiscali questo anche alla presenza di testimoni. Ho firmato mandato per CILA e SCIA, e non essendo un tecnico non potevo sapere che tipo di SCIA andava fatta queste cose mi sono state evidenziate dal secondo tecnico.. Ritenevo e ritengo che in questo periodo sia ovvio che quasisi lavoro si intraprendere è con un bonus fiscale. Ovviamente non conoscevo tutte le procedure necessarie di cui solo ora sono edotto.. Sta di fatto e mi sembra scontato che un rapporto di fiducia che si instaura con un tecnicoco presuppone che ci si affidi a questo da un punta di vista professionale, anzi è lui che deve spiegare come realizzare le cose richieste. Sta di fatto che la CILA è stata fatta e anche se poco seguita realizzata, fatturata e pagata. La SCIA è stata presentata e solo dopo insistenza iniziata.
Si può pretendere il pagamento di una normale SCIA? Questa non era stata concordata come SCIA a costruire. Lontano da me pensare di aprire un contenzioso non ne sono capace, ma il signore pretende il pagamento di tale lavoro mentre per me sembra anche troppo quanto sino ad oggi pagato e volevo chiudere la questione. Delle mie intenzioni era ed è a conoscenza il mio vicino di casa che ha presentato tale tecnico. È testimone anche dell'ultimo incontro dove avevamo stabilito di chiudere il tutto con le somme già pagate.
Il problema è sorto quando ho chiesto la fatturazione e il rimborso di tali somme tramite bonifico per poi poterle nuovamente bonificare con il osiddetto bonifico parlante in modo da essere in regola con i bonus fiscali. Volevo solo dei consigli di come poter ottenere o fate questo.
Grazie
Si può pretendere il pagamento di una normale SCIA? Questa non era stata concordata come SCIA a costruire. Lontano da me pensare di aprire un contenzioso non ne sono capace, ma il signore pretende il pagamento di tale lavoro mentre per me sembra anche troppo quanto sino ad oggi pagato e volevo chiudere la questione. Delle mie intenzioni era ed è a conoscenza il mio vicino di casa che ha presentato tale tecnico. È testimone anche dell'ultimo incontro dove avevamo stabilito di chiudere il tutto con le somme già pagate.
Il problema è sorto quando ho chiesto la fatturazione e il rimborso di tali somme tramite bonifico per poi poterle nuovamente bonificare con il osiddetto bonifico parlante in modo da essere in regola con i bonus fiscali. Volevo solo dei consigli di come poter ottenere o fate questo.
Grazie
L'ovvio o l'implicito non è un fattore oggettivo, vale solo quanto indicato in un incarico peraltro scritto: a nulla valgono parole e testimoni poichè non parliamo di contenziosi ma di accordi.
La scia a costruire non esiste, pertanto non sò proprio come aiutarla, peraltro non potendo avere sottomano documentazioni minime per valutare la situazione.
Tuttavia, pur provando a pensare che il professionista si sia mosso correttamente (per quanto, ripeto, mi potrei sbilanciare per solidarietà nei suoi confronti di committente sul presumere l'atteggiamento contrario) non riesco a comprendere la negazione di stornare e riaccreditare le somme in modo che possa portarle in detrazione (probabilmente per diffidenza, per via del clima negativo che si è venuto a creare).
In ogni caso bisognerebbe anche capire quali siano i problemi legati a quelle somme: le fatture generalmente sono standard, se però Lei non si è fatta seguire da un consulente fiscale sulla procedura corretta per emettere i bonifici, questo ahimè non è un problema del tecnico.
Bisogna tenere distinti gli aspetti fiscali e quelli tecnici che prevedono competenze e menzioni "parallele" e dunque non sovrapposte ad una unica figura.
Su come uscirne rimane sempre valido il suggerimento dato: l'ordine dovrà fare un'istruttoria e se ha dei dubbi di cagionare al professionista un torto più di quanto le è dovuto dallo stesso, sarà la commissione a decidere in modo oggettivo e super partes.
La scia a costruire non esiste, pertanto non sò proprio come aiutarla, peraltro non potendo avere sottomano documentazioni minime per valutare la situazione.
Tuttavia, pur provando a pensare che il professionista si sia mosso correttamente (per quanto, ripeto, mi potrei sbilanciare per solidarietà nei suoi confronti di committente sul presumere l'atteggiamento contrario) non riesco a comprendere la negazione di stornare e riaccreditare le somme in modo che possa portarle in detrazione (probabilmente per diffidenza, per via del clima negativo che si è venuto a creare).
In ogni caso bisognerebbe anche capire quali siano i problemi legati a quelle somme: le fatture generalmente sono standard, se però Lei non si è fatta seguire da un consulente fiscale sulla procedura corretta per emettere i bonifici, questo ahimè non è un problema del tecnico.
Bisogna tenere distinti gli aspetti fiscali e quelli tecnici che prevedono competenze e menzioni "parallele" e dunque non sovrapposte ad una unica figura.
Su come uscirne rimane sempre valido il suggerimento dato: l'ordine dovrà fare un'istruttoria e se ha dei dubbi di cagionare al professionista un torto più di quanto le è dovuto dallo stesso, sarà la commissione a decidere in modo oggettivo e super partes.
La scia come permesso di costruire non esiste.
Non esiste nemmeno la scia a costruire.
Esiste la scia alternativa al permesso di costruire.
Detto ciò, su un forum non possiamo dirle se ha torto o ragione, perché manca la controparte.
Comunque sono anni che è obbligatorio firmare un disciplinare di incarico dove sono riportate nel dettaglio le prestazioni in capo al professionista, il compenso e la modalità di pagamento.
Non esiste nemmeno la scia a costruire.
Esiste la scia alternativa al permesso di costruire.
Detto ciò, su un forum non possiamo dirle se ha torto o ragione, perché manca la controparte.
Comunque sono anni che è obbligatorio firmare un disciplinare di incarico dove sono riportate nel dettaglio le prestazioni in capo al professionista, il compenso e la modalità di pagamento.