Guido : [post n° 459172]

Ristrutturazione edilizia rudere in pietra con vincolo paesaggistico

Buongiorno, ho acquistato un rudere in pietra accatasto F2, la cui sagoma, conformazione e volumetria sono pienamente riconoscibili. Il rudere necessita tuttavia di una importatante ristrutturazione in particolare sotto l'aspetto strutturale (evidenti crepe su alcuni muri, solai e tetto da rifare completamente). Il ruder si trova in una zono sotto vincolo paesaggistico.
La domanda è quindi la seguente: come si conciliano le necessità di adeguamento energetico e sismico con il vincolo paesaggistico?
1) Per quanto riguarda l'adeguamento sismico, secondo la ditta è sufficente un intervento di rafforzamento delle murature, che manterrebbe quindi l'aspetto originario in pietra. Secondo l'ingeniere è necessario un intervento con "gabbie metalliche" (attuabili con diverse tecniche), ma che comunque prevedono la compertura tramite intonaco delle pietre.
2) Stresso discorso per l'adeguamento energetico: Qualunque tipoi di coibentazione andrebbe a copertura dell'elemento caratterizzante, ovvero le pietre.

Gli interventi di adeguamento sismico ed energetico, sono obbligatori in caso di ristrutturazione edilizia? è sufficente un miglioramento dello stato attuale o si deve rispondere a determinati livilli di isolamneto e staticità sismica?

Grazie
Guido
d :
Se vuoi/devi mantenere a vista la muratura, potresti utilizzare la tecnicha "reticolatus" del prof. Borri. Inoltre si può integrare con cerchiature o solai in legno per consolidare la struttura nel suo complesso. Ti consiglio di non ascoltare l'impresa, ma l'ing. e farti supportare da un architetto: ad ognuno il suo ruolo.
La coibentazione dovrai farla internamente, se devi mantenere a vista la pietra.
archspf :
Premetto che vale quanto è "secondo l'ingegnere" visto che è lui il tecnico abilitato deputato al progetto di calcolo antisismico ed alle relative certificazioni, e non certo la semplice opinione dell'impresa (per quanto in certi ambiti e situazioni del tutto condivisibile) che esegue gli interventi.
Laddove vi sia un vincolo effettivo è del tutto evidente che bisogna ricercare il massimo beneficio in un intervento "invisibile" concordemente con le indicazioni del collega specialista (es. stilature armate, iniezioni di malta ecc.). Ma laddove sia, invero, una volontà estranea alla reale necessità, seguace di ricerca "estetica" della pietra facciavista, considerando che tutte le strutture antiche prive dell'intonaco in realtà non lo erano affatto (e pertanto il culto dei "paesi scorticati" è del tutto anacronistico e con rimando solo "cinematografico" per quanto oggi appartenente al paesaggio), si può tranquillamente trovare la strada più efficace alla soluzione primaria che rimane quella strutturale (es. intonaci armati).

In presenza di impedimenti effettivi, quali quelli di un vincolo, l'intervento di efficientamento può anche essere condotto dall'interno.

Per le strutture esistenti, inoltre non esiste adeguamento ma solo miglioramento sismico. Diverso il caso dell'efficientamento energetico ove la ricostruzione di manufatti collabenti deve portare ad edifici ad impatto zero.
d :
@archspf: non è assolutamente vero che "tutte le strutture antiche prive dell'intonaco in realtà non lo erano affatto". Ma in che nazione vivi? ci sono interi paesi con la pietra faccia a vista (con diversa struttura e tessitura) oltre che monumenti singoli o architetture rurali minori. Apri i libri e gira la nostra penisola
archspf :
Correggo: non tutte...quasi tutte.
Vivo in un paese dove per anni e tutt'ora mi occupo di recupero dell'esistente fondando le basi di intervento sulla conoscenza del passato, peraltro avendo avuto modo di affiancare maestri del restauro e della storia dell'architettura, materia che evidentemente non ti è nota altrimenti non faresti certe affermazioni.
Ti consiglio in ogni caso di moderare i toni e soprattutto dare motivazioni serie sull'argomento se ne vuoi discutere: di certo in questa sede trovo inopportuno qualsiasi commento fuori luogo...
d :
Anche io mi occupo di recupero, anzi restauro. Forse ho usato toni altisonanti e maleducati, tuttavia se ti poni come come esperto (da come ne parli) della materia, non puoi generalizzare.
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