Campanellino : [post n° 335046]

se non avessi più la partita IVA...

sto meditando di chiudere la partita IVA almeno verrebbe a mancare uno dei 3 requisiti per l'iscrizione a inarcassa (iscrizione all'ordine, p.iva e non assoggettamento ad altra previdenza). In questo modo eviterei di continuare a pagare inarcassa ogni anno che è il salasso maggiore...però mi chiedo:
1)senza la p.iva posso comunque mantenere l'iscrizione all'ordine ed eventualmente firmare dei progetti per me stessa (o eventualmente per un parente dal quale non mi farei pagare?)
2)senza la partita iva è possibile ugualmente fare qualche lavoro ogni tanto e venire pagati non con fattura ma per dire con ritenuta d'acconto o qualcosa di simile?? Mi riferisco sia a lavori che richiedono la firma come iscritti all'ordine (es. pratiche edilizie, certificazione energetiche) sia lavori che non la richiedono.
KLA :
L'iscrizione all'ordine si può mantenere senza partita iva ma per tutto il resto la risposta è no. Se timbri/firmi un progetto stai esercitando la libera professione e devi necessariamente avere partita iva, in quanto professionista non puoi utilizzare le ritenute di acconto ma solo ed esclusivamente le fatture. Per il discorso di fare lavori per te stessa vale lo stesso discorso, nel momento in cui firmi un progetto stai esercitando la libera professione a prescindere dal fatto che siano per te o per amici/parenti (in quel caso penso che vada fatta una comunicazione all'ordine e non so a chi altro per giustificare la mancata emissione di fattura o addirittura l'emissione di una fattura simbolica).
Per le consulenze (che non necessitano di timbri) suppongo sia lo stesso a meno che non lavori in nero e allora questo è tutto un altro discorso!
kia :
Se vuoi continuare ad esercitare devi avere per forza la p.iva e versare i contributi a inarcassa. NOn è che si possa scegliere...altrimenti, scusa la franchezza...ma quelli che restano iscritti sono scemi se se ne può invece fare a meno?
Campanellino :
x KLA: io ricordo che quando collaboravo in uno studio avevo una collega che non aveva p.iva e l'architetto titolare la pagava con ritenuta d'acconto...se ben ricordo un tempo ciò era possibile se il totale annuo non superava i 5000€, quindi presumo che nel caso di lavori per un altro soggetto con p.iva (cioè sostituto d'imposta) ciò sia possibile . Mi chiedevo se esistesse una possibilità del genere anche quando si viene pagati da un privato...
x kia: so bene come funzionano le cose visto che sono iscritta da oltre 10 anni e ho SEMPRE curato personalmente la mia contabilità, ogni dichiarazione, ogni liquidazione e tutto il resto. Il punto è che a me non interessa continuare a lavorare con la mia abilitazione nel senso di guadagnarci soldi. E visto che la partita iva serve ai fini fiscali se io non ho nulla da dichiarare al fisco, tipo appunto se firmo qualcosa per me stessa (e faccio l'eventuale comunicazione all'ordine o quello che serve) a cosa mi serve?
La firma è un'assunzione di responsabilità, la p.iva mi serve per tenere la contabilità in un certo modo...sono 2 cose distinte, non ho ancora trovato da nessuna parte che una cosa implica l'altra. Ovvio che se con la firma ci guadagno la p.iva mi serve...ma non perché firmo, bensì perché ho dei soldi da dichiarare.
Quelli che sono iscritti sono evidentemente lavoratori autonomi, come del resto lo sono stata io fino ad ora...non è che pensassi di aver fatto la trovata del secolo, è che adesso la mia situazione è cambiata. Spero di essermi spiegata.
Kia :
@campanellino:
ma anche io mi sono fatta pagare in retenuta d'acconto ma lo facevo quando non ero iscritta all'ordine. Evidentemente la tua collega non era iscritta ma magari solo abilitata o manco quello.
Per quanto riguarda la questione p.iva, tu nel post iniziale chiedevi se chiudendo la p.iva potevi comunque lavorare ogni tanto per pratiche sia con che senza firma....e la risposta sai bene anche ti quale è visto che dici di essere iscritta da oltre 10 anni.
Campanellino :
Allora concentriamoci su una questione per volta: detto in soldoni la cosa che mi dispiacerebbe è perdere la possibilità di arrangiarmi da sola se devo ristrutturare casa mia, farmi un docfa o cose così, cose che prima o poi capitano sicuramente a chiunque insomma. O magari farlo ad esempio per i miei genitori se dovessero averne bisogno.

Il discorso "lavori saltuari ogni tanto se me lo chiedono" non è una strada mi interessa intraprendere...però volevo sapere come funziona almeno se mi capita una richiesta sono informata sulla mia situazione e so cosa rispondere!!
john :
Tema già affrontato moltissime volte, quasi stancante, ma sembra che nessuno si voglia rassegnare....Funziona così...Se vuoi esercitare da architetto libero professionista L'UNICO modo legale è: Timbro+Partita iva+Inarcassa. STOP.

Quindi se qualcuno ti richiedesse una prestazione professionale, potrai rispondere che (senza p.iva solo col timbro) non la potrai svolgere.

Non ci sono altre strade

Poi se vuoi firmare per te stessa non so dove andarsi ad attaccare a livello normativo o fiscale.

Di certo è che non puoi percepire compenso e quindi esercitare, e purtroppo, anche i tuoi genitori sono "clienti" dotati di codice fiscale e quindi soggetti a tassazione perciò se non hai p.iva non puoi firmare neanche per loro.

Se poi vogliamo discutere se tutto questo sia giusto e che la legge "obbliga" il libero professionista ad una marea di spese minime, spesso insostenibili, anche se non riesce ad esercitare è un altro discorso. La ns professione non è vista come un lavoro saltuario quale ormai è diventato. Quindi o sei iscritto e (secondo loro) lavori di sicuro e quindi puoi permetterti minimi inarcassa+assicurazione+ordine+aggiornamento e altre diavolerie oppure ti cancelli dall'ordine e fai altro lavoro....a Noi la modalità "impasse" non è concessa.
Campanellino :
john prima di rispondere con tono acido assicurati di aver capito almeno l'argomento di cui si sta parlando...perché è evidente che non hai nemmeno capito la mia domanda.
KLA :
@Campanellino: anche io il primo anno di lavoro sono stata pagata con ritenuta di acconto ma solo perchè non avendo abilitazione ne iscrizione all'albo non potevo essere considerata "architetto libero professionista".
Sono sicura al 100% che nel momento in cui timbri (a prescindere dal fatto che siano i tuoi genitori o parenti per i quali TU decidi di non percepire denaro) stai automaticamente esercitando la libera professione e quindi devi avere partita iva...le due cose sono legate.
Te lo dico con certezza perchè io ho avuto il primo lavoro in totale autonomia l'anno scorso (compenso minimo per il quale avrei volentieri evitato l'apertura della partita iva) e tra i vari giri per uffici mi è stato detto che la ritenuta di acconto, per noi professionisti che abbiamo una cassa di appartenenza alla quale versare i contributi, non vale.
Comunque se hai dei dubbi ti conviene fare un salto all'ordine e all'agenzia delle entrate (o magari da un bravo commercialista abituato a lavorare con architetti).
desnip :
Scusa, Campanellino, ma non mi pare che John ti abbia risposto in maniera acida. Anzi ti ha detto chiaramente che le cose così come stanno non sono giuste, ma purtroppo stanno così.

Per quanto riguarda la ritenuta d'acconto, se non ricordo male tutte le cose che ci diciamo oggi sul fatto che non possa essere usata per prestazioni professionali, sono valide solo dalla legge Biagi in poi.
Forse prima era diverso, tanto che ricordo di aver fatto uno dei miei primi lavori (per un condominio), con questa modalità. Questo potrebbe spiegare la retribuzione della tua collega.
Stefano :
Ciao Campanellino, leggo ora la tua domanda e qua mi sembra che tutti ti diano delle risposte non corrette in quanto, evidentemente, poco informati della materia...

Certo che puoi (come sto pensando anch'io di fare come geometra), chiudere partita IVA, mantenere iscrizione Albo e, a prescindere dalla durata e dall'importo percepito, puoi fare qualche lavoro (compensato e classificato nei redditi diversi ex art. 67 c. 1, lett. L TUIR), purché episodico.

Stanno confondendo il LAVORO AUTONOMO OCCASIONALE (che vuoi fare tu) previsto all'art. 2222 e ss. del codice civile sul contratto d'opera, con le COLLABORAZIONI OCCASIONALI previsto dalla "Riforma Biagi" e modificato dalla "Riforma Fornero": sono due qualificazioni giuridiche diverse del rapporto di lavoro.

Questo è il link:
http://labortre.wordpress.com/2013/01/29/prestazioni-occasionali-app…

dove viene approfondito l'argomento e chiarita la questione.

Sperando di esserti stato utile ti auguro tante buone cose.
Stefano
alberto :
per Stefano,
ciao, sono in una fase leggermente diversa, non vorrei aprire partita iva fino ad un raggiungimento di una soglia di volume d'affari certa e sicura, visto che sono iscritto all'albo solo da gennaio 2014. ma mi chiedo se sei veramente certo che si possano fare prestazioni a LAVORO OCCASIONALE esempio APE o appunto una variante alla mia abitazione (non sono iscritto inarcassa e non ho partita iva)
desnip :
Le prestazioni descritte NON SI POSSONO FARE con prestazione occasionale. Con prestazione occasionale non puoi fare nulla che abbia a che vedere con la professione di architetto. Puoi fare il cameriere, il commesso, il baby sitter e via dicendo, ma non l'architetto.
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