A 900 metri di altitudine, nel bosco dell'Oasi Dynamo, sull'Appennino Pistoiese, raggiungibile solo a piedi, il 15 giugno 2025 torna OCA - Oasy Contemporary Art and Architecture. È un sentiero, ma anche un progetto che mette in relazione l'arte, l'architettura e il paesaggio montano.
Il percorso espositivo riapre al pubblico con nuove installazioni site-specific firmate da Alejandro Aravena, Kengo Kuma, Michele De Lucchi con Mariangela Gualtieri, Matteo Thun, David Svensson, Pascale Marthine Tayou e Quayola.
Sotto la direzione artistica di Emanuele Montibeller, già ideatore di Arte Sella, OCA prende forma come un luogo in costante trasformazione. Non è un parco, né un museo nel senso più tradizionale. È piuttosto uno spazio aperto al pensiero, dove architetti, artisti, poeti, filosofi e scienziati si confrontano su una domanda che, in fondo, riguarda tutti: come abiteremo il mondo?
Nel sentiero, le opere si inseriscono tra rami e radure in piena sintonia con il contesto. Ogni installazione è parte di un discorso aperto, un racconto frammentato, in cammino, che si compone a ogni passo.
Al percorso si accede partecipando alle visite guidate giornaliere (alle 11 e alle 15) prenotando con 48 ore di anticipo, fino al 7 novembre 2025. Un'ora e mezza di cammino tra le opere e gli elementi naturali dell'Oasi.
Le opere come narrazione
A OCA ogni opera è una tappa narrativa. Il progetto si arricchisce ogni anno di nuove presenze, mantenendo un carattere generativo e in continua evoluzione.
Il Dynamo Pavillion progettato da Kengo Kuma si rivela poco a poco, dentro una radura: una struttura minima, in acciaio e fibra di carbonio, che si lascia attraversare dal vento e restituisce, in forma visiva, la leggerezza del vuoto. Poco oltre, un'architettura costruita attorno a una poesia.
Michele De Lucchi e Mariangela Gualtieri uniscono parola e materia in un'opera che nasce da un testo e si trasforma ogni volta, come se la poesia stessa fosse parte del legno e dell'aria.
Matteo Thun lavora invece sul rito e sulla memoria. La sua opera si chiama Fratelli tutti, e costruisce un cerchio di pietre che evocano forme arcaiche, quasi sacre. Il titolo richiama l'enciclica di Papa Francesco, e nella disposizione delle masse si intuisce un invito alla comunione, alla riconnessione, a qualcosa che si muove oltre il progetto e si avvicina alla preghiera.
Altri lavori entrano nel paesaggio in forma di critica. Plastic Bags di Tayou denuncia lo scarto e il peso dell'occidente, mentre Home of the World di Svensson smonta il concetto stesso di confine e propone un'altra idea di appartenenza. Più in là, Erosions di Quayola fa emergere pietre laviche intagliate da algoritmi, lasciando che la tecnologia si misuri con la pazienza del tempo geologico.
A chiudere il percorso - o forse a riaprirlo - l'opera di Alejandro Aravena. Self Regulation è un'installazione che pone chi cammina di fronte a una scelta. Non c'è un cartello, non c'è un'istruzione. Solo due direzioni, una delle quali porta a vedere l'opera, l'altra no. La scelta - inconsapevole, casuale, istintiva - dice qualcosa sul nostro modo di stare nel mondo, sul desiderio di controllo, sull'attenzione o la distrazione, sull'abitare come gesto individuale e politico.
Completa l'esperienza la mostra allestita nella ex stalla dell'Oasi, con una selezione delle opere realizzate dai bambini e ragazzi di Dynamo Camp.
OCA - OASY CONTEMPORARY ART AND ARCHITECTURE
Percorso espositivo all'aperto
15 giugno - 7 novembre 2025
Dove
Oasi Dynamo, Appennino Pistoiese (PT)
San Marcello Piteglio
Solo con visita guidata
(ore 11 e 15) con prenotazione (48 ore prima) QUI.
Costo:
Standard→ 20 euro
Ridotto per bambini fino a 10 anni→ gratis
+info: oasycontemporaryart.com
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