Gli incentivi per il recupero contenuti nello Sblocca Italia.

Il Decreto Sblocca Italia, ormai convertito in legge, si appresta ad approdare in Gazzetta Ufficiale. Oltre a modificare le procedure edilizie, si tenta di incentivare il recupero dell'esistente, mettendo in campo diversi strumenti, tutti introdotti attraverso modifiche al Testo Unico Edilizia (Dpr 380/2001).

Interventi di conservazione

Le città, attraverso i loro strumenti urbanistici, sono chiamate ad individuare edifici esistenti che non risultano più compatibili con gli indirizzi della pianificazione. Per questi edifici si può prevedere la riqualificazione come alternativa all'esproprio. L'amministrazione comunale può favorirne il recupero mettendo in atto forme di compensazione, ma nel passaggio alla Camera viene introdotta una limitazione: le compensazioni devono incidere sull'area interessata e non possono prevedere aumento della superficie coperta.

Gli incentivi devono essere pensati allo scopo di invogliare i proprietari a riqualificare gli immobili ma allo stesso tempo devono rispettare il pubblico interesse e garantire l'imparzialità ed il buon andamento dell'azione amministrativa. Finché non si arriva all'attuazione del piano urbanistico, al proprietario è consentito eseguire gli interventi conservativi e per motivi eccezionali, dovuti a ragioni di tipo statico, anche operazioni di demolizione e ricostruzione.

Permesso di costruire in deroga in aree dismesse

Viene previsto l'utilizzo del permesso di costruire in deroga agli strumenti urbanistici per gli interventi di ristrutturazione edilizia e urbanistica anche attuati in aree dismesse. La deroga, in questi casi, non riguarda solo i limiti di densità edilizia, altezza e di distanza tra i fabbricati, ma si potranno anche prevedere destinazioni d'uso diverse rispetto a quanto programmato dagli strumenti di pianificazione. Il primo ed imprescindibile passo affinché tutto ciò avvenga è che il Consiglio comunale deliberi l'interesse pubblico dell'operazione.

Con una modifica inserita durante la fase di conversione del decreto, vengono aggiunte delle condizioni: il permesso di costruire in deroga è applicabile alle aree dismesse a condizione che il mutamento di destinazione d'uso non comporti un aumento della superficie coperta e fermo restando quanto disposto in materia di libertà di apertura di nuovi esercizi commerciali sul territorio (DL 201/2011).

Interventi di trasformazione urbana complessi

Viene cancellata la disposizione secondo cui agli interventi complessi di trasformazione urbana, e secondo le modalità individuate dallo strumento attuativo, spettava il solo contributo commisurato al costo di costruzione.

Oneri di urbanizzazione per la ristrutturazione edilizia

L'incidenza degli oneri di urbanizzazione, fissata dai Comuni in base alle tabelle parametriche regionali, dovrà essere stabilita in modo da incentivare gli interventi di ristrutturazione edilizia rispetto a quelli di nuova costruzione. Ciò dovrà essere attuato specialmente nelle zone a maggiore densità.

Incentivi al recupero nelle mani dei Comuni

Per incentivare il recupero del patrimonio esistente, i Comuni possono decidere che i costi di costruzione relativi agli interventi di ristrutturazione edilizia siano inferiori rispetto ai valori determinati per le nuove costruzioni.

Riduzione del contributo di costruzione per interventi di riuso di immobili dismessi

Entro 90 giorni dall'entrata in vigore del decreto, i Comuni dovranno individuare le modalità per ridurre i contributi di costruzione da corrispondere in caso di riuso, recupero e ristrutturazione di immobili dismessi o da dismettere. In questi casi il contributo di costruzione deve essere ridotto in misura non inferiore al 20% rispetto a quello previsto per le nuove costruzioni. La riduzione non potrà  riguardare i casi interessati da varianti urbanistiche, deroghe o da cambi di destinazione d'uso comportanti maggior valore rispetto alla destinazione originaria.

di Mariagrazia Barletta

» Il testo con tutte le modifiche apportate in sede di conversione

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