Nasce dalla volontà dell'amministrazione di Fano - con la finalità di attivare una strategia di sviluppo urbano sostenibile - l'idea di commissionare all'architetto Italo Rota - poi affiancato da 3TI e Dunamis Architettura - il progetto di un museo per celebrare la città quale patria del rito del Carnevale, tra i più antichi insieme a quello di Venezia. Una storia che ci riporta indietro al 1300, probabilmente come cerimonia per la riconciliazione tra la famiglia guelfa del Cassero e quella ghibellina Da Carignano, citate da Dante nella Divina Commedia. Ma si pensa possa essere anche antecedente a questa data, rimandabile alle antiche feste latine dei Saturnalia e dalle Dionisiache greche, caratterizzate dalla presenza della risata e dalla satira come elemento fondamentale della festa.

Ma torniamo al progetto. La Fabbrica del Carnevale sarà ospitata da una porzione del centralissimo complesso monumentale di Sant'Arcangelo, trasformata secondo le nuove funzioni, ma nel completo rispetto della sua identità storica.

"Affinché l'azione conservativa non risulti fine a se stessa, essa dovrebbe associare un'azione museale che realizzi un'ampia partecipazione sociale al godimento del bene conservato, per quegli aspetti che essa presenta di godibilità e di comprensione generalizzata". Scriveva così Franco Minissi, uno dei più importanti museografi italiani, parole che sembrano essere state prese come riferimento per tutto lo sviluppo del progetto.

Attenzione al contesto, dunque, ma occhi puntati verso le esigenze della contemporaneità, senza fare tabula rasa, bensì con la volontà di scrivere una nuova pagina di storia, affidata proprio agli abitanti di Fano e ai visitatori del museo.

Lo spazio immaginato si configurerà, dunque, come una fabbrica di sperimentazione e contaminazione, bagaglio di relazioni fisiche, espressive e culturali della comunità che, a partire dall'eredità culturale del Carnevale, lascerà spazio anche a nuove destinazioni funzionali, tra cui un piccolo hub della mobilità sostenibile, uno spazio caffetteria e, in alcuni locali dedicati, un'accademia e club jazz, denominati "Casa della Musica".

render: © Level Creative Studio

I percorsi espositivi e le 5 installazioni firmate Italo Rota

Il progetto di recupero, articolato e differenziato nel massimo rispetto della valenza storica espressa nelle diverse fasi costruttive, sviluppa l'intervento su tre livelli attorno al grande vuoto del cortile centrale, concepito come una cavea per raggiungere la quota del piano seminterrato: qui troveranno spazio i laboratori destinati alle attività di divulgazione, formazione, documentazione e sperimentazione.

Il risultato è una nuova macchina architettonica caratterizzata da un forte dinamismo spaziale con regole imposte dalla volontà di far conoscere l'anima del Carnevale in maniera immersiva, come se ci si trovasse dentro un carro allegorico.

Attraverso un percorso continuo, lo sguardo dei visitatori sarà infatti catturato da pannelli luminosi e sculture sospese, per giungere poi, al termine della visita, nella BIO-BUILDING MACHINE, una serra bioclimatica attiva con coltivazioni idroponiche di specie vegetali commestibili e illuminata da una vetrata tridimensionale dicroica che ricorda la veste di Arlecchino.

A questa si aggiungono altre quattro installazioni site specific concepite appositamente dall'architetto Italo Rota e perfettamente integrate nel contesto museale: il VITRUVIUM TRANSFERT - una torre rivestita in legno a base quadrata di circa 4 m per lato che attraversa l'intero edificio - che incanalerà i moti naturali del vento, svolgendo un'azione termoregolatrice dell'intero museo; il MAGIC CUBE, spazio cubico a tripla altezza di 12 m di lato che farà sentire il visitatore immerso in uno spazio in cui macchine mobili e spazi allestiti si alternano ad aree espositive; LIGHTING WALLS, superfici caratterizzate da una serie di elementi pannellati che, poste a varie altezze, permetteranno l'illuminazione tecnica e scenografica del Magic Cube e, infine, la FRONT STREET INSTALLATION, che caratterizzerà le vetrate del fronte su corso Matteotti con elementi tridimensionali colorati con conformazione "a bolla".

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 CREDITI DI PROGETTO 

Luogo: Fano (PU)
Committente: Comune di Fano
Cronologia: 2020 - Progetto Definitivo | 2021 - Progetto Esecutivo | 2023 - cantiere
Programma: 788,66 mq - Spazi Espositivi e Laboratoriali | 96,46 mq - Caffetteria
Costo: 5.298.396 euro

DESIGN TEAM

Capogruppo: 3TI Progetti
Architettonico: Progetto di fattibilità: Studio Italo Rota
Progetto definitivo e esecutivo: Dunamis Architettura
Strutturale e impianti: 3TI Progetti
Direzione Lavori:
arch. Massimo Fiori
3TI Progetti (Stefano Possati)
Dunamis Architettura (Lorenzo Cantalini)
Coordinamento Sicurezza: ing. Marcello Zanna

immagini: ©Level Creative Studio

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