Nei primi 3 mesi di vigenza del nuovo Codice, qualificate oltre 3mila stazioni appaltanti

Busia: «È una rivoluzione culturale, che renderà l'Italia più moderna, di livello europeo»

«Sono 3.138 le stazioni appaltanti qualificate nei primi tre mesi dall'entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti. Oltre mille i Comuni che hanno ottenuto il via libera (1019)». A comunicarlo è l'Anac, l'autorità Anticorruzione. Sempre l'Authority specifica che «a fine settembre erano 2.613 le stazioni appaltanti qualificate da Anac, cui vanno aggiunti altri 526 soggetti qualificati con riserva, grazie all'abilitazione di diritto concessa a unioni di comuni, province, città metropolitane, comuni capoluogo di provincia e regioni fino al 30 giugno 2023».

Il nuovo Codice dei Contratti (Dlgs 36 del 2023) - va ricordato - prevede l'obbligo di qualificazione delle stazioni appaltanti per le gare di lavori sopra i 500mila euro e per quelle di servizi sopra i 140mila euro. Ma, dal prossimo 1° gennaio, con l'entrata in vigore delle nuove regole sull'e-procurement, che prevedono appalti solo in digitale, la qualificazione sarà indispensabile, fa notare l'Anac.

«Direi che siamo marciando nella direzione giusta» - commenta il presidente di Anac, Giuseppe Busìa. «Il grosso delle stazioni che hanno richiesto la qualificazione - prosegue - l'hanno raggiunta. I numeri possono sembrare non altissimi poiché molte stazioni appaltanti non hanno avuto l'esigenza di richiederla subito. Ci sono elementi che giustificano una graduazione di questa richiesta della qualificazione. Innanzitutto, l'esclusione del Pnrr e la soglia dei 500mila euro sopra la quale è necessario qualificarsi».

«Ciò che è importante è che rimanga il processo in atto, e che via via tutte le stazioni appaltanti o si qualificano, o trovano una stazione appaltante vicina o una centrale di committenza su cui appoggiarsi per fare le gare», aggiunge il presidente.

«Nel complesso il mio giudizio è positivo. Il processo sta andando avanti. Il numero crescerà ancora. Ci stiamo avvicinando ad un numero ragionevole e realistico. Molte stazioni appaltanti capiranno la ragionevolezza di appoggiarsi a chi è più forte e qualificato per fare acquisti. Quella che stiamo portando avanti è una rivoluzione culturale che renderà l'Italia più moderna, di livello europeo, efficiente e in grado di fare in fretta e bene le gare e gli appalti».

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