Le pareti sembrano respirare una nuova vita nella Chiesa di San Francesco a Treviso, mentre l'architettura ri-disegna i confini sacri della Riconciliazione. Il progetto, curato dall'architetto Michele Sbrissa di 593 Studio, non è un semplice restauro, ma risposta ad un'esigenza precisa: riportare il sacramento della Riconciliazione al centro dell'esperienza spirituale, superando modelli obsoleti di confessione e creando spazi di dialogo, ascolto, accoglienza e raccoglimento.

Mosso dalle disposizioni CEI del 1996 sulla riforma liturgica, l'intervento reinterpreta gli spazi del sacramento, assicurando privacy, comfort, funzionalità e accessibilità, per garantire un ambiente favorevole alla riflessione e al dialogo in linea con le attuali esigenze liturgiche.

Il progetto, articolato secondo un approccio metodologico basato sui principi di reversibilità, funzionalità e discrezionalità, oltre a interventi reversibili e materiali compatibili con l'esistente, si sviluppa attraverso due macro-aree operative: la Cappella della Riconciliazione, con particolare attenzione ai confessionali, e il restauro conservativo degli apparati decorativi cinquecenteschi.

La ridefinizione degli spazi penitenziali si concretizza nell'inserimento di volumi lignei che dialogano con l'architettura esistente. Il restauro dei paramenti murari ha consentito il recupero delle superfici originali e la valorizzazione di un frammento di affresco raffigurante la Madonna col Bambino.

La Chiesa di San Francesco a Treviso, un cameo della cultura tra la reinterpretazione degli spazi liturgici

Tra le sue antiche mura, la chiesa di San Francesco a Treviso custodisce un patrimonio di valore storico e culturale. Qui riposano Francesca Petrarca e Pietro Alighieri, eredi primogeniti di due giganti della letteratura italiana che hanno intrecciato poesia e spiritualità nelle loro opere.

Dante, con la sua Divina Commedia, ha tracciato un cammino di redenzione e purificazione dell'anima, Petrarca nel Secretum ha esplorato il dialogo intimo tra l'uomo e la propria coscienza davanti a Dio. Le loro sepolture non sono solo monumenti funebri, ma simboleggiano un ponte tra la ricerca spirituale medievale e la contemporanea concezione della fede come percorso personale di crescita e riconciliazione.

Il progetto di restauro, che ha interessato una superficie di 35,75 metri quadri, riflette proprio questa evoluzione nella concezione della spiritualità. L'intervento ha reinterpretato gli spazi liturgici storici, creando un dialogo tra l'antica concezione della penitenza, così presente nelle opere di Dante e Petrarca, e la moderna visione del sacramento della Riconciliazione. Non più solo momento di pentimento ed espiazione, come era vissuto nel Medioevo, ma esperienza di condivisione fraterna e perdono, in linea con il rinnovato approccio della Chiesa contemporanea.

Rilievo fotografico - ante operam

Sezione longitudinale della navata laterale - ante operam

Le sfide e le risposte tra innovazione spaziale, materica e tecnologica

Il progetto è stato avviato per affrontare una serie di sfide, a partire dall'accessibilità. I confessionali presentavano scalini di accesso, rendendo difficile l'ingresso per anziani e persone con disabilità. Inoltre, l'area dedicata ai confessionali non rispettava le disposizioni liturgiche che richiedono un luogo autonomo per il sacramento della Riconciliazione, risultando troppo aperta e comunicante con la chiesa.

I confessionali risultavano angusti e scomodi, con arredi inadeguati sia per il sacerdote che per il penitente e necessitavano una revisione anche dell'insonorizzazione e dell'aerazione. Inoltre, i tre confessionali si trovano al di fuori dell'area celebrativa del Sacramento della Penitenza, davanti alla sacrestia, soggetti al disturbo del passaggio dei fedeli.

Infine, la stanza-parlatorio, trasformata in confessionale durante il Covid-19, non era idonea al sacramento per le stesse problematiche già evidenziate.

Geografie della prossimità: progettare l'accoglienza

La nuova Penitenzieria si colloca strategicamente vicino l'ingresso della chiesa, nella navata laterale, configurandosi attraverso un volume stereometrico ligneo che si integra armoniosamente tra le navate. Questa soluzione architettonica, pur garantendo l'intima connessione con l'aula ecclesiale, assicura la riservatezza necessaria al Sacramento della Riconciliazione grazie a due pannelli scorrevoli che ne delimitano l'ingresso.

Sono stati mantenuti l'ingresso principale da via San Francesco, sul lato meridionale, garantendo una completa accessibilità alle persone con disabilità grazie al pavimento complanare della navata laterale, e l'accesso dalla navata centrale.

I confessionali, spazi di dialogo

La progettazione dei confessionali rappresenta un esempio di come l'innovazione tecnologica possa porsi al servizio della spiritualità. I tre confessionali, dalle proporzioni generose, uniscono funzionalità e comfort.

L'accesso è definito da un doppio parametro ligneo che collega la cappella della Riconciliazione con l'area antistante. All'interno, un contro terra scuro segna il confine tra i nuovi confessionali e lo spazio esistente, creando un'area immaginaria per la riflessione dei fedeli.

La struttura, caratterizzata da un sistema di doppie pareti con intercapedine d'aria da 10 mm, raggiunge buone prestazioni acustiche grazie a pannelli fonoassorbenti. I rivestimenti in frassino conferiscono qualità materica, mentre l'illuminazione zenitale, ottenuta mediante lucernari in copertura, e il sistema di climatizzazione integrato completano un ambiente concepito per il raccoglimento spirituale.

I confessionali sono accessibili da due lati distinti: i sacerdoti entrano attraverso porte sulla navata centrale, celate nel rivestimento ligneo scanalato, mentre i fedeli accedono dalla Cappella della Riconciliazione, dove le porte a filo con pannelli variotech di 52mm si mimetizzano nel parametro murario ligneo liscio, in frassino chiaro con finitura trasparente opaca.

Le porte sono dotate di doppia guarnizione alle battute, profilo antirumore sullo zoccolo inferiore, cerniere invisibili cromo-satinate e chiusure a scrocco.

Ogni confessionale è arredato con un banchetto in frassino naturale, inginocchiatoio imbottito, poltroncina girevole per il confessore e seduta per il penitente. La grata tradizionale è reinterpretata in chiave contemporanea, integrandosi armoniosamente nel design complessivo.

Complementi d'arredo: quando l'oggetto racconta

L'elemento caratterizzante dell'intervento è un volume in legno di cirmolo, realizzato mediante lavorazione a sgorbia dall'artista Flavio Senoner, che si inserisce tra le volte, distaccandosi dalle murature storiche, delimitato parzialmente da un piano materico che lo separa dall'aula.

La composizione spaziale è articolata attorno a una croce in rovere termotrattato che, oltre alla sua valenza simbolica, funge da elemento ordinatore dello spazio, suddividendolo in quattro ambiti funzionali distinti. Il sistema illuminotecnico integrato nella croce definisce precise gerarchie spaziali e scandisce il percorso liturgico, instaurando una relazione visiva con la storica copertura lignea a carena di nave rovesciata.

Entrando nella cappella si trova una panca in legno offre uno spazio di raccoglimento che prepara spiritualmente il fedele e media il passaggio tra la dimensione comunitaria e quella più intima del sacramento della Riconciliazione.


Il risveglio degli affreschi

Un elemento centrale del restauro è stato il recupero degli affreschi della prima cappella, caratterizzati da decorazioni a grottesche. L'intervento di pulitura ha permesso di recuperare la cromia originale delle superfici annerite dal tempo. Particolare attenzione è stata dedicata alla ricollocazione dell'affresco raffigurante la Madonna col Bambino per valorizzarne la presenza e l'importanza storica.

I progettisti

593 Studio - studio di ingegneria e architettura con sede a Castelfranco Veneto - è specializzato in ricerca, sperimentazione e competenza. Con oltre 15 anni di esperienza, il team affronta progetti complessi nei settori residenziale, restauro, direzionale e pubblico, operando come una delle prime Benefit Corporation in Italia. Tra i progetti significativi figurano l'ampliamento del complesso Santuari Antoniani di Padova, il recupero per l'ex Monastero delle Clarisse a Castelfranco Veneto e la selezione per il laboratorio-concorso Cappella nel Bosco a La Verna.

593 Studio in collaborazione con gli Istituti Lasalliani e lo IUAV promuove e co-finanzia dottorati di ricerca nella gestione e recupero dei beni religiosi. La ricerca in ambito tecnologico ed ingegneristico viene svolta in collaborazione con l'International University of Applied Science in Germania.

Michele Sbrissa, co-fondatore dello studio e architetto con formazione specialistica in Italia e Germania, porta una visione innovativa ai progetti, interpretando lo spazio come espressione delle relazioni umane con il contesto.

CREDITI DEL PROGETTO

Luogo: Treviso, Chiesa di San Francesco.
Committente: Collegio Antoniano Missioni Estere.
Superficie complessiva: 35,75 metri
Data di completamento: 2023

Progettista:
Michele Sbrissa, 593 Studio.
Team di progetto architetti Raffaele Villano, Emanuele Baggio, Anna Disarò, Aurora Pizziolo, Alberto Simioni.

Collaborazioni
Flavio Senoner (paramenti lignei scultorei),
La Nova Sas (realizzazione nuovi volumi lignei);
Nuova Alleanza (restauro paramenti murari).

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