Non un'operazione di restauro fine a se stessa, ma un'intervento di rifunzionalizzazione urbana capace di trasformare un sito industriale in un luogo polifunzionale basato sull'interazione.
Ci troviamo a Milano, in via Vezza d'Oglio 14, a poca distanza dall'ormai nota sede di Fondazione Prada: una porzione di città dimenticata ma dalle infinite potenzialità, specie per i grandi vuoti tra i volumi tipici dei luoghi in passato dedicati all'industria.
A disposizione dello studio fiorentino q-bic - autore dell'interno progetto - una superficie totale di ben 3.000 mq con una sola condizione: far convivere armoniosamente tre realtà differenti, ma al tempo stesso complementari.
«Gli spazi industriali - raccontano Luca e Marco Baldini fondatori dello studio q-bic - sono vuoti urbani, preclusi alla città. Sia quando sono in attività che quando cessano la loro funzione, sono perimetri inaccessibili. Ecco perché abbiamo voluto pensare ad una piazza, un luogo centrale che fosse l'esatto opposto del vuoto urbano precedente. Uno spazio libero di socialità su cui si affacciano nuove attività».
Preservando i segni e le tracce del passato industriale del sito, nei primi del '900 adibito a deposito di ossigeno, i progettisti hanno dato vita a una soluzione potente dal punto di vista espressivo e al tempo stesso funzionale. La quiete della piazza, con il suo pavimento in porfido e i tre lecci che la abitano, avvolge chi l'attraversa, disegnando un luogo sospeso tra passato e presente, pronto a regalare un momento di quiete dalla frenesia della città.
indice dei contenuti
foto: © Nathalie Krag
Un dialogo materico tra passato e presente: Magma, Lubna e Scaramouche
L'intervento di recupero di q-bic ruota, infatti, attorno a una grande piazza trapezoidale di circa 1.200 mq che, oltre a definire lo spazio più pubblico, funge da elemento di connessione tra le tre diverse realtà. A queste si aggiunge un nuovo volume semicircolare, completamente vetrato, che si incastra perfettamente tra i volumi preesistenti, creando un forte legame visivo con l'esterno.
Il passato industriale e l'autenticità del luogo emergono candidamente nelle pareti lasciate volutamente allo stato grezzo, enfatizzati dalla sovrapposizione di elementi contemporanei in ferro ossidato, come la grande pergola che domina la piazza.
L'area eventi Magma occupa la vecchia sala macchine dell'impianto e, come già palesato dal nome, è pensata per essere "una massa in movimento", uno spazio multiforme che può essere interpretato di volta in volta dall'immaginazione di registi differenti.
La sua superficie, di quasi 900 mq, ha visto la demolizione del tetto originale, ricostruito seguendo pedissequamente la forma della copertura originale a shed in ferro, un materiale che si ritrova anche nei grandi parallelepipedi che compongono i nuovi lucernari calati dalle falde inclinate del tetto. Le pareti sono lasciate grezze, mentre un sofisticato intervento impiantistico è stato integrato nella nuova copertura, per garantire funzionalità senza comprometterne l'estetica.
foto: © Nathalie Krag
Al Listening Restaurant Bar "Lubna" spetta una superficie di 350 mq ed ha come elemento chiave il rapporto con l'esterno: una parte del locale è ospitata all'interno di uno dei vecchi edifici, mentre l'altra si estende nel nuovo volume semicircolare vetrato che affaccia sull'esterno.
All'esterno, una panca segna la connessione visiva e materiale tra la piazza e gli interni del ristorante, interrotta da una parete vetrata. Il protagonista delle scelte architettoniche è il cemento, utilizzato sia per la pavimentazione che per il lungo banco da cucina, il banco del cocktail bar e la postazione de dj.
In una delle due sale, poi, un'installazione di moduli girevoli specchiati veste una parete di 15 metri che, ruotati di 180 gradi, formano una sorta di superficie adatta alla proiezione di video immersivi.
foto: © Nathalie Krag
Infine, "Scaramouche", galleria d'arte nata nel 2009 a New York per mano del gallerista Daniele Ugolini e che oggi, in collaborazione con Simone Ferretti, promette di portare in Italia artisti internazionali sia famosi che emergenti.
Gli spazi, luminosi e dalle tonalità neutre, sono stati pensati per essere a servizio di esposizioni e mostre.
Si affaccia sulla piazza interna dello spazio anche un LOFT, un appartamento privato di 200 mq al primo piano con cucina a vista, un'ampia zona living e zona notte separata che verrà destinato a residenze d'artista a servizio della galleria o a piccoli eventi esclusivi, tasting, showcooking e photo shooting.
foto: © Nathalie Krag
Le fotografie di Nathalie Krag
Crediti del progetto
Nome: Magma, Lubna, Scaramouche
Luogo: Milano
Committenti: Francesco Sicilia, Natascia Milia ed Alberto e Lorenzo Querci
Progettazione architettonica: q-bic
FORNITURE
Illuminazione: Iguzzini, Flexalighting, Toscot, Genuit, Gruppo raina
Arredamento: Billiani, Quinti, Francisco Segarra
Attrezzature Cucina/bar: Prisma, Electrolux
Cappe: Qualitec s.r.l.
AZIENDE
Ditta edile: Gruedil s.r.l.
Impianti elettrici: Tiranzoni s.r.l.
Impianti idraulici: F.lli Testi Divisione Impianti s.r.l
Canalizzazioni: Canalsistem s.r.l.
Pavimentazione esterna: Appiantica s.r.l.
Carpenteria metallica: Comea s.r.l.
Vetri: Vetromania s.r.l.
Piante: Vivaio Arcangeli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
pubblicato il: