Disciplina edilizia e delle costruzioni in un unico testo, in coordinamento con la normativa urbanistica e quella dei beni culturali. E, riordino degli interventi edilizi e dei relativi procedimenti, tenuto conto del relativo impatto sul territorio. Sono alcuni dei punti fermi illustrati ieri, 17 giugno, al ministero delle Infrastrutture in un incontro con gli stakeholder in cui sono stati presentati gli esiti della consultazione sulla revisione del Testo unico dell'Edilizia. Revisione che sarà messa a punto a partire da una legge delega.
Gli altri obiettivi - elencati in una nota dello stesso ministero - comprendono: l'adeguamento del testo unico al riparto di competenze tra Stato e Regioni; la semplificazione dei procedimenti amministrativi anche grazie alla digitalizzazione; la certezza dei tempi di rilascio o formazione dei titoli abilitativi. E poi ancora - sulla scia del Dl Casa - la semplificazione delle modalità di attestazione dello stato legittimo dell'immobile. Infine, si punta a sostenere e accompagnare la rigenerazione urbana con semplificazioni e incentivi regolatori.
Durante l'incontro è stato fatto il punto anche sul cosiddetto Piano Casa Italia, un programma strategico volto a contrastare il disagio abitativo, rilanciare le politiche abitative e riorganizzare l'offerta esistente. Per la fase di avvio e sperimentazione del Piano sono stati destinati i primi 660 milioni di euro, di cui 560 milioni di euro (150 milioni di euro per l'anno 2028, 180 milioni per il 2029 e 230 milioni di euro per il 2030) stanziati con l'ultima Manovra economica e 100 dalla legge di Bilancio del 2024, ripartiti tra il 2027 e il 2028.
Da quanto annuncia il Mit, il Piano ha diversi obiettivi, quali: organizzazione del sistema di social housing e delle aziende Casa; promozione di modelli innovativi di finanziamento dei progetti di social housing, fondati sulla integrazione tra risorse pubbliche e private; creazione di soluzioni abitative flessibili, fondate sulla commistione di edilizia residenziale e sociale, e integrate nella città; definizione di modelli edilizi di social housing idonei a fornire una risposta alle esigenze di gestione dei bisogni sociali anche da parte del terzo settore.
Il Piano Casa dovrebbe innestarsi con le linee guida per la sperimentazione di modelli innovativi di edilizia residenziale pubblica che erano state previste dalla legge di Bilancio 2024, mai elaborate, che dovrebbero definire un programma d'azione per contrastare il disagio abitativo, facendo leva sull'invenduto privato, sul recupero e riconversione dell'esistente e sul partenariato pubblico-privato.
La Manovra 2025 prevede che quelle linee guida si occupino non solo dell'edilizia residenziale pubblica, ma anche sociale. Le linee guida avrebbero dovuto vedere la luce entro il 30 aprile 2024. Anche in quel caso si stanziavano risorse per gli anni futuri: sul piatto 100 milioni di euro da dividere equamente tra il 2027 e il 2028. Giusto per avere un termine di paragone, si ricorda che al Pinqua, grazie al Pnrr, sono andati 2,8 miliardi di euro, cui si sono aggiunti 767.3 milioni, per un totale di quasi 3,6 miliardi e 966 progetti finanziati.
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