Compenso equo, non solo verso i clienti cosiddetti "forti". Ridefinire le attività di competenza esclusiva di ciascuna professione. Revisione della disciplina delle Società tra professionisti (Stp). E poi la previsione di sistemi di tutela in caso di mancati adempimenti nell'esercizio della professione e violazioni di termini per scadenze di natura fiscale, tributaria e previdenziale, causati da infortuni, ricoveri ospedalieri, gravi patologie o maternità.
Sono alcuni dei paletti contenuti nel disegno di legge delega approvato in Consiglio dei ministri che dovrà ora essere esaminato e modificato dal Parlamento. Una volta convertito in legge, il governo avrà 24 mesi di tempo per mettere a punto la riforma delle professioni, compresa quella di architetto. Per coordinare le future disposizioni con le norme vigenti che non saranno abrogate, i decreti legislativi potranno anche prevedere la redazione di un testo unico per ciascuna professione regolamentata.
I decreti legislativi dovranno predisporre l'aggiornamento dei parametri per la determinazione dei compensi per le prestazioni professionali, anche svolte in forma associata o societaria. Aggiornamento che poi avverrà con Dm del ministero vigilante, su proposta del Consiglio nazionale, da adottarsi entro centoventi giorni dall'entrata in vigore dei Dlgs.
I decreti legislativi dovranno anche garantire l'indipendenza e l'autonomia intellettuale del professionista. Il testo del Ddl fa riferimento anche all'esame di abilitazione alla professione da superare al termine del percorso di studi universitario. Sembra, dunque, che l'Esecutivo (bisognerà vedere se il Parlamento concorderà) abbia intenzione di abbandonare l'idea delle lauree abilitanti che nel governo Conte-bis era stata proposta dall'allora ministro Gaetano Manfredi e confermata dal Parlamento. Il futuro Dlgs dovrà, infatti, «disciplinare (o meglio ridisciplinare, nda) l'esame di Stato mediante il sostenimento di apposito esame di abilitazione successivo al perfezionamento degli studi universitari».
Si tratterà anche di intervenire sul funzionamento dei consigli di disciplina e sulla formazione, prevedendo anche una disciplina delle specializzazioni, affidando l'organizzazione dei corsi formativi ai consigli nazionali e agli ordini e collegi territoriali, anche in convenzione con le università.
Il futuro Dlgs dovrà anche rivedere il sistema elettorale dei consigli nazionali e degli ordini e collegi territoriali e prevederne la disciplina della loro natura giuridica, quali enti pubblici non economici aventi carattere associativo, soggetti alla vigilanza del ministro competente e dotati di autonomia patrimoniale e finanziaria.
Infine, bisognerà prevedere l'accesso ai servizi di incrocio tra domanda e offerta di lavoro offerti dalla piattaforma Siisl - Sistema Informativo per l'inclusione sociale e lavorativa del ministero del Lavoro.
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