Osaka Expo 2025, in copertina il Grand Ring di Sou Fujimoto © foto Elisa Scapicchio

È ancora presto per fare bilanci definitivi in merito alle sfide vinte e perse di questa edizione, dal titolo Designing Future Society for Our Lives: resta infatti un mese scarso per prendere un aereo, destinazione Kansai International Airport, e andare a visitare l'Expo ospitato sull'isola artificiale di Yumeshima, nell'Osaka Bay.

Per la terza volta nella storia dunque, cinquantacinque anni dopo quella mitica edizione del 1970, ad Osaka torna l'evento internazionale che - da quando fu inventato, nel 1851 - a cadenza quinquennale mette insieme paesi, persone, aziende, innovazioni da tutto il mondo, rappresentando un punto di svolta nel mercato, nella cultura, nella tecnologia, nelle scienze e nella vita di tutti i giorni. E che - l'annuncio è del 6 settembre - ha infatti attratto 20,3 milioni di visitatori in questi mesi, grazie alle circa 160 partecipazioni nazionali e ai 188 padiglioni totali, organizzati su un'area di 155 ettari divisa in cinque sotto-aree tematiche, Connecting lives, Forest of tranquillity, Saving lives, Empowering lives e Signature.

Osaka 2025 © foto Elisa Scapicchio

SANAA in particolare firma quello che - a nostro avviso, insieme allo spettacolare Grand Ring e alla Shining Hat di Toyo Ito, quindi terna di giganti nipponici - è uno degli interventi più riusciti (e poetici): Better co-being, un'esile struttura architettonica senza pareti né tetto che appare come un gruppo astratto di alberi o una nuvola di dati, che si fonde con la foresta in cui è inserita simboleggiando l'unione di risorse naturali e artificiali. È invece un grande fungo dorato la Hall per eventi progettata da Ito, punto di riferimento per il complesso espositivo. Con una superficie totale di 8.400 metri quadrati e un anfiteatro circolare da 1.900 posti, questa struttura omaggia la Torre del Sole dell'EXPO di Osaka del 1970, e grazie alla sua iconica cupola riflettente da 60 metri di diametro, rappresenta una perfetta fusione tra tecnologia, arte e futuro.

Osaka 2025,  Shining Hat di Toyo Ito © foto Elisa Scapicchio

Ma prima di addentrarci nella nostra selezione di Padiglioni - che, attenzione, non è una classifica perché di esempi interessanti ce ne stavamo tanti altri, dalla Germania alla Cina, dall'Uzbekistan alla Spagna - meglio prima soffermarci un attimo sulla partecipazione italiana.

Osaka 2025 © foto Elisa Scapicchio

Italia + Santa Sede - MCA Architects

Progettato e costruito da Mario Cucinella Architects (con il supporto dei locali Yoshiki Matsuda Architects) il Padiglione è pensato come un laboratorio che racconta il nostro Paese attraverso una sequenza di esperienze sensoriali e narrative, rileggendo in chiave contemporanea i valori dell'ospitalità, del saper fare e del paesaggio nostrani. Ma soprattutto che punta a rappresentare un manifesto costruito della visione italiana su un futuro sostenibile, circolare e condiviso, rispettando il tema "Designing Future Societies for Our Lives" e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.

La struttura in legno modulare, le tecnologie a basso impatto e la predisposizione al riuso post-Expo ne fanno un esempio concreto di architettura reversibile, che mette al centro l'interazione tra uomo, natura e tecnologia. Al contrario, tutti i contenuti generati durante Expo - performance, installazioni, dati, opere - saranno raccolti e sistematizzati in un archivio permanente, digitale e fisico: una banca dati di buone pratiche, idee innovative, risultati di collaborazioni tra ricerca, imprese e istituzioni.

Concepito come "Hangar del sapere", il Padiglione Italia è un'architettura aperta, permeabile e accogliente, 3000 mq articolati intorno ad un corpo principale contraddistinto da una facciata trasparente che racchiude una sorta di Colosseo metafisico: l'involucro esterno è infatti composto da pannelli tessili a tutta altezza realizzati con una membrana permeabile in fibre minerali (dell'azienda italiana d'avanguardia I-Mesh) una pelle che contribuisce alla regolazione termo- luminosa passiva, accentuando il carattere effimero e reversibile dell'edificio e costruendo una relazione continua con l'intorno. La struttura portante è invece interamente realizzata in legno lamellare, con un sistema modulare a secco che genera un ritmo spaziale dinamico: un reticolo di travi e pilastri che riproduce con la sapienza dei sistemi tecnologici giapponesi un grande soffitto a cassettoni italiano. Un grande Hangar ospita l'esperienza espositiva - un percorso immersivo e multisensoriale, pensato come un viaggio nell'identità italiana tra arte, storia, innovazione e creatività - culminando in copertura con una terrazza visitabile, un giardino pensile ispirato ai giardini all'italiana, reinterpretato in chiave contemporanea come un complesso ecosistema vivente. Un labirinto organico con oltre 900 metri lineari di siepi, fiori, piccoli alberi di essenze italiane e giapponesi e installazioni artistiche.

Osaka 2025, Padiglione Italia _ Mario Cucinella Architects © foto Elisa Scapicchio

Grand Ring - Sou Fujimoto

Questa di Fujimoto - un anello in legno di pino, cedro e cipresso lungo oltre 2 Km, con un diametro di 650 m, la più grande architettura lignea al mondo - non è solo la cosa più simbolica e scenografica di questo Expo, ma anche la più intelligente, dal punto di vista della gestione dei flussi, delle visuali offerte e della fotografabilità.

Costruito con i tipici giunti "nucki", tecnica tradizionale dell'architettura giapponese impiegata per la costruzione di templi e santuari, il Grand Ring è una struttura - imponente e leggera insieme - pensata per facilitare le vie d'accesso al sito di Expo, consentendo spostamenti fluidi e offrendo ai visitatori uno spazio confortevole al riparo da vento, pioggia e sole.

Un camminamento in quota parzialmente coperto - con altezza variabile tra i 12 e i 20 metri sul perimetro più esterno - accessibile da scale e ascensori, che consente una vista d'insieme di grande impatto.

Magnifico!

Osaka 2025, Grand Ring - Sou Fujimoto © foto Elisa Scapicchio

Women's Pavilion - Cartier + Yuko Nagayama & Associates

Il Padiglione delle Donne, realizzato in collaborazione con Cartier, lo abbiamo trovato interessante per almeno due ragioni: pensato e progettato da una squadra di donne, intende divulgare il messaggio potente secondo cui l'emancipazione femminile è il cuore di un futuro più equo e sostenibile. E poi perché non fa solo bei proclama, slogan o dichiarazioni, ma agisce nei fatti: nato per l'Expo di Dubai 2020, per Osaka è stato reinventato dall'architetta e docente nipponica, classe 1975, Yuko Nagayama in collaborazione con Arup che, per l'occasione, ha sviluppato un software personalizzato per ricostruire il padiglione in tre mesi utilizzando solo componenti esistenti e rispettando l'obiettivo di non aggiungere nuove parti.

Affacciato sul Grand Ring e sviluppato su un lotto lungo e stretto che ricorda le proporzioni di una tradizionale casa a schiera di Kyoto, il Padiglione è caratterizzato da un etereo sistema di facciata costituito da losanghe triangolari a cuscinetto che proiettano la luce del sole a motivi geometrici chiamato "KUMIKO", un sistema strutturale a giunti sferici consolidato fin dall'Expo 1970 e noto per la sua riutilizzabilità. Yuko Nagayama ha infatti già dichiarato che una volta finita la manifestazione, la facciata dell'edificio godrà di una terza vita: diventerà la struttura principale del palco installato nell'area ufficiale dell'Expo Mondiale di Orticoltura di Yokohama nel 2027, perpetuando così l'impatto architettonico e simbolico del Padiglione delle Donne ben oltre l'Esposizione Universale.

Osaka 2025, Women's Pavilion © courtesy by Cartier

Osaka 2025, Women's Pavilion © courtesy by Cartier

Null² Pavilion - Noiz Architects+ Yoichi Ochiai

"Questo è il portale verso un regno sconosciuto dove i confini tra materiale e immateriale, reale e virtuale si fondono. Il vostro buon senso verrà sconvolto e la vostra visione del mondo potrebbe essere profondamente scossa." Questa la premessa con cui si entra in questo luogo, un padiglione che quasi si smaterializza, si moltiplica e si distorce, dove intraprendere un viaggio distopico nella natura digitale e dove silenzio e rumore, luce e oscurità si intersecano.

Prodotta dall'artista multimediale Yoichi Ochiai e progettata da NOIZ Architects, Null² - uno degli otto Signature Pavilions di Expo, ispirato al concetto buddista "la forma è vuoto, il vuoto è forma" - è un'esperienza architettonica interattiva. Un padiglione che esplora la fusione tra realtà fisica e digitale attraverso un'innovativa struttura smontabile in acciaio, rivestita da una membrana altamente riflettente (98%) e sensibile al vento: uno spazio immersivo, un'architettura aliena che deforma l'ambiente e invita gli utenti a riflettere sulla propria identità e sulla natura della realtà. Regolando vibrazioni a bassa frequenza e movimenti robotici, la membrana si muove creando una vera e propria trasformazione "nullo-nullo" [nuru-nuru significa scivoloso e fluido in giapponese]. Con due principali modalità di esperienza nelle sue 4 aree funzionali: nella modalità 'Dialogo' (30 min.) i visitatori possono interagire con l'app MirroredBody attraverso un avatar. Nella modalità 'Installazione' (10 min.) ammirare opere d'arte con vita artificiale generata autonomamente, proiettate su LED specchianti a soffitto e pavimento.

Ad altissimo impatto.

Francia - Coldefey + Carlo Ratti

I dati parlano: questo della Francia è il padiglione più visitato di Expo 2025. Progettato dallo studio di architettura francese Coldefy in collaborazione con CRA-Carlo Ratti Associati, è concepito come un "teatro della vita": ispirato ad un allestimento scenico, è una sequenza fluida di spazi che guidano i visitatori attraverso prospettive mutevoli dove l'architettura incornicia momenti di presenza, movimento e interazione.

Grande merito va sicuramente alla sua facciata, capace di sfumare i confini tra interno ed esterno, grazie a veli di tessuto alti 17 metri - che ricordano sipari teatrali sospesi che reagiscono alla luce e al vento - una foresta sospesa di led tubolari e una sinuosa scalinata in rame che forma un palcoscenico, accogliendo i visitatori in un percorso ad anello, che segue una progressione attentamente coreografata: sale verso una mostra allestita all'interno, mette in risalto il savoir-faire e il know-how dell'alta manifattura francese, alterna spazi chiusi e all'aperto, incluso un giardino, e si conclude con un ritorno al sito più ampio dell'Expo. In un'epoca caratterizzata dall'estraniamento digitale, il Padiglione rivendica lo spazio fisico come mezzo di dialogo. Ma, piuttosto che essere un monumento statico, sceglie di essere una struttura adattabile, che riflette la natura in evoluzione dell'architettura e degli spazi espositivi in risposta alle sfide contemporanee. Costruito con elementi prefabbricati e modulari, il Padiglione adotta infatti un approccio circolare, garantendo che i suoi materiali possano essere smontati e riutilizzati.

Osaka 2025, Padiglione Francia by Coldefey + Carlo Ratti © foto Elisa Scapicchio

Bahrein - Lina Ghotmeh

Il Bahrein all'Expo 2025 sceglie di commissionare all'architetta franco-libanese Lina Ghotmeh il progetto per il suo padiglione nazionale, ispirato ai principi di sostenibilità, scambio culturale e craftmanship. La sua struttura mette infatti in risalto sia l'artigianato bahreinita che la maestria giapponese nel lavorare il legno, creando uno spazio interno immersivo e rilassante. La sua forma, simile a quella di un dhow in sezione, evoca le imbarcazioni che un tempo navigavano nell'Arabia orientale e nell'Africa orientale, simboleggiando il viaggio e l'interconnessione.

Costruito con circa 3.000 pezzi di legno grezzo utilizzando un'intricata tecnica di falegnameria ad incastro, il padiglione (che da il suo meglio nei prospetti laterali dove è ben visibile questa tessitura lignea) riduce al minimo gli sprechi, non richiede materiali aggiuntivi e poggia su fondamenta minime per evitare l'uso di cemento, garantendo il riutilizzo di quasi tutti i materiali. Inoltre il raffrescamento passivo tramite ventilazione naturale riduce il consumo energetico, rafforzando l'impegno per un design sostenibile.

Qatar - Kengo Kuma

É Kengo Kuma & Associates (in collaborazione con il Qatar Museum) a firmare il padiglione nazionale, utilizzando la tradizione marinara millenaria come riferimento concettuale del suo progetto: il risultato è una struttura composta da una sinuosa membrana bianca - che ricorda le vele di una nave, ma anche una tenda nel deserto - utilizzata per ricoprire lo spazio espositivo e la falda freatica circostante. Così curvata e collegata a una serie di archi simbolici alla base dell'edificio, la membrana riesce a creare una passeggiata semicoperta vista mare che evoca le tradizionali geometrie islamiche.

Il padiglione vero e proprio - un semplice parallelepipedo di legno - è realizzato con pannelli in cedro rivestito con tre diversi colori per riprodurre il colore delle centenarie imbarcazioni in legno dhow. All'interno, OMA*AMO si sono occupati di realizzare una mostra multimediale che approfondisce le narrazioni culturali, industriali e ambientali dei 563 chilometri di costa del Qatar. Il secondo piano del padiglione comprende invece una biblioteca, una sala riunioni e uno spazio espositivo che mette in luce il dialogo culturale di lunga data tra Qatar e Giappone.

Osaka 2025, Padiglione Qatar - Kengo Kuma © foto Elisa Scapicchio

Portogallo - Kengo Kuma

È il mare, anzi l'oceano, il trait d'union che accomuna Portogallo e Giappone: per questo anche qui Kengo Kuma ha pensato un Padiglione capace di riflettere questo legame profondo. Un spazio in continua evoluzione plasmato da onde e vibrazioni, dove sperimentare la natura del mare come una sensazione fisica: con il vento che soffia e la luce che filtra attraverso una miriade di fettucce metalliche a spessore variabile lasciandole oscillare o vibrare leggermente, come sott'acqua.

Interessante la dicotomia tra leggerezza e solidità, tra movimento e stasi: il padiglione è infatti percepito simultaneamente come un volume solido e saldamente ancorato al sito, ma anche come un'architettura viva, che continua a muoversi, un'architettura libera e leggera come una creatura vivente.

Essenziale ed elegante.

Osaka 2025, Padiglione Portogallo - Kengo Kuma © foto Elisa Scapicchio

Arabia Saudita - Foster+Partners

Situato sul lungomare di Yumeshima, il Padiglione disegnato da Foster+Partners ricrea un'esperienza spaziale capace di reinterpretare l'esplorazione delle città e dei villaggi dell'Arabia Saudita. Il progetto rende infatti omaggio al patrimonio architettonico saudita - omaggio che, seppur in tutt'altra scala, gli abbiamo visto fare già con il Louvre Abu Dhabi - evocando il senso del luogo e offrendo ai visitatori uno sguardo sulla vita quotidiana e sul tessuto urbano del Regno. Vi si accede attraverso un piazzale, piantumato con flora autoctona dell'Arabia Saudita, percorrendo poi viuzze strette che conducono al Cortile, il cuore pulsante del progetto: spazio di relax durante il giorno, location per eventi e spettacoli di sera. Da qui, un "villaggio" di strade tortuose, con finestre e porte conducono a una serie di spazi immersivi.

E se di certo è vero che la volumetria del padiglione, così come il rivestimento che evoca la terra arida spaccata dal sole, richiama le forme organiche dei tradizionali villaggi sauditi, stiamo comunque parlando di sir Norman Foster: con lui il progetto ha sì sviluppato questi concetti con coerenza, ma lo ha fatto in un ottica high tech, utilizzando - ad esempio - simulazioni di fluidodinamica computazionale per trovare il giusto modo di consentire ai venti freschi da ovest di penetrare nelle strade durante il culmine dell'estate. Il padiglione è, inoltre, altamente sostenibile, ca va sans dire: progettato in linea con la Saudi Green Initiative, è realizzato con materiali a bassa emissione, utilizza apparecchi di illuminazione a risparmio energetico e integra tecnologie fotovoltaiche sul tetto per la generazione di elettricità. Il risultato? Raggiunge il livello più alto nel sistema di classificazione giapponese per gli edifici ecosostenibili (CASBEE S), ed è anche la prima struttura temporanea a ricevere la certificazione WELL Health and Safety Rating (HSR) grazie a emissioni di carbonio operative pari a zero.

Osaka 2025, Padiglione Arabia Saudita - Foster+Partners © foto Elisa Scapicchio

Osaka Expo 2025
13 aprile - 13 ottobre 2025

+ info expo2025.or.jp

Osaka 2025 © foto Elisa Scapicchio

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A una settimana dalla chiusura di EXPO, restano i padiglioni vuoti, pronti ad essere smantellati e smaltiti o, in alcuni casi, con la possibilità di essere rimontati altrove. È il momento perfetto per approfondire gli aspetti strutturali che portano in cima la bandiera italiana. Il nome nascosto è Rimond, che ne ha curato aspetti progettuali ed esecutivi.