di Elisa Scapicchio

L'Expo 2025 di Osaka, svoltasi dal 13 aprile al 13 ottobre sull'isola artificiale di Yumeshima, ha riunito oltre 150 Paesi attorno al tema "Designing Future Society for Our Lives".

Articolata nei sottotemi Saving, Empowering e Connecting Lives, la manifestazione ha esplorato innovazione, sostenibilità e qualità della vita attraverso padiglioni spettacolari e installazioni immersive, per un totale di circa 28 milioni di visitatori, contribuendo al rilancio economico e turistico del Kansai.

Il simbolico "Grand Ring" in legno di Fujimoto ha incorniciato un sito concepito come laboratorio di idee, incentrato su tecnologia, ambiente e cultura, consolidando l'immagine del Giappone come hub di innovazione e dell'Italia come eccellenza tecnico-architettonica globale.

Oltre al successo del Padiglione italiano firmato da Mario Cucinella Architects, che ha portato in scena i simboli di piazza, teatro, giardino, ma soprattutto la cultura del saper fare, aggiudicandosi il primo premio assoluto per la categoria Theme Development dal Bureau international des expositions (Bie), l'Italia è stata protagonista a ExpoOsaka 2025 in altre 6 occasioni, con la struttura dell'Arabia Saudita - progettata da Foster + Partners - che le è valsa anche il premio di miglior progetto della manifestazione.

Il nome nascosto dietro la riuscita dell'impresa è quello della società di ingegneria integrata e costruzione RIMOND, specializzata in progetti complessi e iconici a livello internazionale, a cui è spettata la complessa sfida di curare i progetti esecutivi e la costruzione anche dei padiglioni di Francia, Portogallo, Paesi Nordici, Emirati Arabi e Principato di Monaco.

Oltre le fotografie di copertina, abbiamo voluto focalizzare l'attenzione sugli aspetti ingegneristici di cantiere, chiedendo loro i momenti che li hanno visti in prima linea e qualche immagine significativa della realizzazione.

Padiglione Italia, Mario Cucinella Architects | foto: © Elisa Scapicchio

Arabia Saudita 

Progettato da Foster + Partners in collaborazione con Journey, il Padiglione trae ispirazione dai tradizionali villaggi sauditi, con edifici spigolosi, vicoli stretti e un ampio cortile centrale che celebra il patrimonio culturale del Regno, proiettandolo verso un futuro innovativo e sostenibile.

L'immagine cercata, e trovata, è stata quella piazzale leggermente inclinato, rigoglioso di vegetazione, passerelle ombreggiate dirette verso il cortile centrale, circondato da spazi espositivi immersivi che ricreano la vita quotidiana nelle città saudite attraverso un mix di luci, suoni e narrazioni visive.

La realizzazione

Dal punto di vista costruttivo, il padiglione ha adottato un sistema modulare che combina telai in acciaio con lastre prefabbricate in calcestruzzo metodo che ha garantito una costruzione rapida, precisa e sicura, riducendo al minimo l'uso di calcestruzzo nelle fondamenta. La struttura - leggera, antisismica e dal basso impatto ambientale, è stata rivestita da pannelli compositi in pietra leggera provenienti dall'Arabia Saudita, removibili e riutilizzabili, offrendo flessibilità per futuri riutilizzi dopo l'Expo. 

Il padiglione dell'Arabia Saudita ha ricevuto la medaglia d'oro per la migliore architettura e paesaggio nella categoria [Type A] 

foto: © William Mulvihill

Paesi Nordici

Tra i padiglioni stranieri, il padiglione dei Paesi Nordici è stato sicuramente il più italiano di tutti. Il progetto è stato, infatti, firmato dall'architetto Michele De Lucchi insieme al suo studio AMDL Circle, sviluppato e realizzato insieme a Rimond e commissionato da Innovation Norway per conto dei cinque paesi: Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia. 

Il padiglione, con una superficie di 1.200 mq e un'altezza di 17 metri, ha una struttura realizzata interamente con un assemblaggio di precisione del legno. Ispirata alla semplicità e alla funzionalità di un fienile nordico, si fa riconoscere per il colore scuro e l'architettura a due falde.

La realizzazione

L'intero processo di costruzione - guidato da Rimond - ha previsto tecniche di falegnameria avanzate e maestria artigianale giapponese, con i rivestimenti sterni trattati in loco con oli e pigmenti naturali, seguendo i tradizionali metodi nordici di conservazione del legno, caratteristiche che l'hanno reso un esempio di ingegneria di precisione, carpenteria in legno, collaborazione internazionale e del valore di un'esecuzione attenta ai dettagli.

Il padiglione nordico ha vinto il Gold nella categoria "Best Exhibit / Display" agli World Expolympics.

foto: © William Mulvihill

Francia

Anche il padiglione della Francia, ha una buona dose di italianità. Progettato da Coldefy insieme a Carlo Ratti Associati, ha visto infatti la società di Rimond impegnata nel complesso processo di ingegnerizzazione, dalla fase preliminare fino alla consegna finale.

Come un palcoscenico dove il naturale incontra l'artificiale, il progetto ha presentato la varietà del ricco paesaggio francese e, suggerendo nuovi intrecci tra gli esseri umani e altre forme di vita nelle nostre città, ha voluto mostrare l'approccio della Francia alla cultura e all'ambiente naturale del XXI secolo.

La realizzazione

La complessa struttura in acciaio, a sostegno delle geometrie curve del padiglione, dei balconi a sbalzo e dell'ampia rampa di accesso, si è fatta notare per il rivestimento in rame rosa riflettente, elemento di dinamismo dell'intera facciata, sia per l'effetto dei raggi del sole che per il movimento dei visitatori.

Un punto di forza tecnico è stata l'installazione del sistema di facciata a membrana tesa, progettato per muoversi delicatamente con il vento, evocando il movimento dei sipari teatrali. 

foto: © William Mulvihill 

Portogallo

Commissionato dall'AICEP, l'Agenzia Portoghese per il Commercio e gli Investimenti, il padiglione è stato progettato dal famoso architetto giapponese Kengo Kuma, con RIMOND incaricata di costruzione, allestimento, manutenzione e demolizione, oltre che del design espositivo e dell'intera progettazione e integrazione audiovisiva.

Occupando un lotto di 1.837 metri quadrati, il padiglione ha voluto rappresentare il tema "Oceano: il dialogo blu", riflettendo il profondo legame del Portogallo con il mare. L'edificio principale ospita due spazi espositivi, un ristorante, un negozio all'aperto, una sala riunioni e una sala polivalente. In particolare, il tetto della sala polivalente funge anche da palcoscenico, visibile dalla facciata del padiglione, e ospita diversi eventi culturali.

A caratterizzare il padiglione è stata la presenza di migliaia di corde sospese e reti da pesca riciclate come involucro della struttura. Questa facciata cinetica è stata infatti pensata per simulare le onde dell'oceano, creando un gioco dinamico di luci e ombre per evocare l'identità marittima del Portogallo.

La realizzazione

Realizzata in 8 mesi di lavoro serrato, la struttura in acciaio è stata fabbricata in Corea del Sud, mentre le funi provengono dalla Cina. Materiali portoghesi come il sughero e le finestre sono stati integrati per esprimere l'identità nazionale nel contesto giapponese. Ulteriori forniture sono state coordinate dal Vietnam, a dimostrazione di una strategia di approvvigionamento integrata a livello globale.

Per gli interni del padiglione sono stati previsti materiali sostenibili come sughero, burel e vimini, in linea con i principi dell'economia circolare. 

foto: © William Mulvihill 

UAE - Emirati Arabi Uniti

Il Padiglione degli Emirati Arabi Uniti si è distinto come una delle strutture nazionali più iconiche, mettendo in mostra la visione tecnologica e l'approccio ingegneristico all'avanguardia quale strumento per plasmare il futuro. Qui le soluzioni ingegneristiche avanzate e sostenibili con un forte riferimento architettonico alla tradizione emiratina, rendendo omaggio all'artigianato giapponese nella costruzione in legno. 

L'elemento architettonico e strutturale chiave del padiglione risiede nelle sue imponenti colonne verticali, a tutti gli effetti componenti integranti del linguaggio narrativo del padiglione. Rivestite con doghe in legno di palma da dattero, sono state utilizzate, infatti, per definire le sei zone tematiche all'interno dello spazio, creando sia una struttura funzionale che un'esperienza spaziale evocativa.

La realizzazione

In questo caso, il progetto esecutivo - guidato da Rimond - ha imposto importanti modifiche strutturali decisive per garantire stabilità, sicurezza e realizzabilità, pur rimanendo fedele all'intento progettuale originale.

Il concept iniziale prevedeva infatti 178 colonne realizzate interamente in legno di palma da dattero, rinforzate con anelli metallici distanziati ogni 10 cm. Dopo un'analisi approfondita legata ai calcoli strutturali e alla durabilità a lungo termine, Rimond ha, così, sviluppato un'innovativa soluzione ibrida, integrando un'anima circolare in acciaio all'interno di ogni colonna. Questo inserto in acciaio garantito la resistenza meccanica e la sicurezza strutturale necessarie per le condizioni operative reali, mentre il legno di palma da dattero è stato mantenuto come rivestimento esterno, preservandone l'estetica tradizionale e il simbolismo culturale. Parallelamente, la frequenza degli anelli in acciaio è stata ottimizzata da uno ogni 10 cm a uno ogni 20 cm, con conseguente significativa riduzione del numero di colonne, da 178 a 90, una razionalizzazione che ha migliorato l'efficienza strutturale semplificando al contempo la prefabbricazione, il trasporto e il montaggio in loco.  

Il padiglione degli Emirati Arabi Uniti ha ricevuto un Bronze Award dal BIE per l'architettura e il design del paesaggio.

foto: © William Mulvihill 

Principato di Monaco

Costituito da quattro distinti volumi e tre pergolati all'aperto, il padiglione si basa sul concetto di integrazione tra architettura e paesaggio, specchio del profondo impegno del Principato sul tema della sostenibilità.

All'interno, il visitatore è guidato in un'esperienza multisensoriale che unisce natura e cultura, e anche attraverso proiezioni verticali, incarna il messaggio centrale del padiglione: "Prenditi cura della meraviglia". All'esterno il giardino, ispirato ai paesaggi di Monaco, si sviluppa attorno a un percorso circolare incentrato sulla consapevolezza ambientale.

La realizzazione

Dalla visione concettuale alla realizzazione, il padiglione ha posto sfide complesse, come la delicata integrazione dei giardini e il grado di dettaglio, da adattare alle stringenti normative giapponesi in materia di sicurezza sismica, antincendio e degli standard Expo.

Il progetto ha richiesto una strategia costruttiva altamente sofisticata dalle opere strutturali, agli impianti meccanici ed elettrici, fino alle finiture ad alte prestazioni e l'integrazione dell'involucro architettonico.

Un'esperienza architettonica armoniosa, in cui tecnologia e narrazione si fondono perfettamente.

foto: © William Mulvihill 

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