Il quartiere dell'EUR, a Roma, ideato come sede dell'Esposizione Universale di Roma del 1942 (che non si svolse mai a causa della guerra), continua - tassello dopo tassello - a rinnovarsi..

Dopo l'intervento di riqualificazione di Alvisi Kirimoto per il Palazzo dei Congressi reso noto nel 2024 e i lavori per le Torri Ligini, arriva in questi giorni la presentazione del progetto della nuova sede del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, che si realizzerà di fronte al noto "laghetto dell'EUR". Si tratta del risultato di un pensiero condiviso - e vincitore della gara bandita dall'Agenzia del Demanio - di un team internazionale composto da PLP Architecture, GPA, OBLYK, Perillo Srl, arch. Andrea Valentini ed Enser.

Nexus Terrae, questo il nome, racchiude nelle due parole l'idea chiara alla base del progetto: "presentarsi alla città come un manifesto di sostenibilità e innovazione, un'architettura capace di rappresentare la visione e l'ambizione ambientale dell'Italia contemporanea".

Pubblicato lo scorso anno, il bando prevedeva la demolizione e ricostruzione del complesso di viale Boston, progettato negli anni '50 per mano degli architetti Renato Venturi e Guido Marinucci come sede per il Ministero del Commercio con l'Estero. Rappresentava uno degli edifici relativi alla seconda fase di crescita del quartiere EUR, successivo al piano per l'Esposizione Universale del 1942 e della sua trasformazione in centro direzionale, diventando casa per diversi uffici istituzionali, tra ministeri e Archivio di Stato.

L'edificio, che allo stato di fatto appariva non più idoneo come luogo di lavoro contemporaneo - flessibile, permeabile e rispondente agli standard in termini energetici e di sostenibilità ambientale - è stato ripensato dalla cordata internazionale come un luogo aperto, trasparente, efficiente, dove la natura entra a far parte dell'esperienza quotidiana del luogo di lavoro e della comunità.

 "Non sarà soltanto un luogo di lavoro - sottolinea Giuseppe Perillo, CEO, Perillo Srl - ma un organismo vivo capace di ispirare il futuro ambientale dell'Italia". 

Concepito come positive energy e life-cycle building, Nexus Terrae interpreta il ruolo dell'edificio istituzionale contemporaneo, mostrando da un lato il ricordo ben solido della tradizione razionalista, con geometrie lineari e pulite, dall'altro lo sguardo verso un futuro tecnologico e smart, spazio vivo, permeabile e inclusivo.

Anche la facciata, che fa incontrare vetro e travertino, restituisce una sintesi tra memoria e contemporaneità. Così, di giorno il volume si inserirà con discrezione nel contesto monumentale dell'EUR, di notte si illuminerà dall'interno diventando una lanterna urbana che animerà Viale America e racconterà un'idea di architettura pubblica e aperta.

Linee contemporanee, verde integrato e altissima efficienza energetica

La nuova struttura - costituita da due volumi in larice X-LAM - reinterpreta in chiave contemporanea le proporzioni e la simmetria del vecchio edificio. Occupando una superficie di circa 30.000 mq, il complesso si sviluppa intorno a un grande atrio centrale, che ne diventa il cuore pulsante.

Il piano terra, completamente aperto e permeabile sin dall'ingresso sulla piazza, invita il paesaggio e la comunità al suo interno, portando la natura nel cuore dell'edificio attraverso verde, specchi d'acqua e luce: ne deriva un ambiente accogliente, dove gli spazi espositivi si alternano ad aree di dialogo e luoghi di collaborazione.

Le due stecche funzionali adibite ad uffici sono inframezzate da un grande atrium verticale che attraversa l'edificio, inondandolo di luce naturale e vegetazione. Intorno, volumi sospesi e terrazze interne creano spazi di lavoro flessibili e intimi, in continuo dialogo visivo tra i diversi livelli.

A coronare l'edificio è una terrazza panoramica protetta da una grande pensilina lignea con pannelli fotovoltaici che, oltre a garantire la produzione di energia rinnovabile, diventerà uno spazio collettivo per la socialità.

L'insieme di strategie passive e impianti ad alta efficienza consentirà, infatti, all'edificio di produrre più energia di quanta ne consumi, trasformandolo in un vero organismo autosufficiente.

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