Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio
Avviata l’applicazione delle Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale:
per prevenire i danni causati dai movimenti tellurici, per tutelare la
vita, per proteggere i beni culturali e per spendere razionalmente le
risorse pubbliche.
È il contenuto della Circolare diramata dal Direttore
Generale Roberto Cecchi, che ha richiamato l´attenzione delle Direzioni
Regionali e delle Soprintendenze sull´Ordinanza 3274/2003, invitando
gli Uffici ad avviare gradualmente le procedure di valutazione per gli immobili in consegna ricompresi nel programma pluriennale dei lavori pubblici.
Le Linee Guida, oggetto della Circolare sono state
elaborate dal Dipartimento della Protezione Civile e il Ministero per i
Beni e le Attività Culturali per l’applicazione al patrimonio culturale
della normativa tecnica in materia di sicurezza sismica.
Lo scopo è quello di fornire indicazioni per la
valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale
tutelato, in applicazione dell’Ordinanza P.C.M. 3274 del 20 marzo 2003
e successive modifiche ed integrazioni (Primi elementi in materia
di classificazione sismica del territorio nazionale e delle normative
tecniche per le costruzioni in zona sismica) , del D.M. delle Infrastrutture e dei Trasporti 14 settembre 2005 (Norme tecniche per le costruzioni) e del DLgs 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio).
In particolare quest’ultimo stabilisce all’art. 4, comma 9 che per i
beni immobili collocati nelle zone dichiarate a rischio sismico il
restauro comprende l’intervento di miglioramento strutturale.
Il documento è stato redatto con l’intento di specificare
un percorso di conoscenza, valutazione della sicurezza sismica e
progetto degli eventuali interventi, concettualmente analogo a quello
previsto per le costruzioni non tutelate, ma opportunamente adattato
alle esigenze e peculiarità del patrimonio culturale; la finalità è
quella di formulare, nel modo più oggettivo possibile, il giudizio
finale sulla sicurezza e sulla conservazione garantite dall’intervento
di miglioramento sismico.
Per la conservazione in condizioni di sicurezza del patrimonio
culturale in area sismica è necessario disporre di strumenti di analisi
a diverso livello di approfondimento, applicabili a due diverse scale:
la valutazione della vulnerabilità del patrimonio culturale a scala
territoriale; la valutazione della sicurezza e la progettazione degli
interventi sul singolo manufatto.
SINTESI DEGLI ARGOMENTI
I diversi capitoli delle Linee Guida forniscono indicazioni per
definire l’azione sismica, in relazione alla pericolosità del sito ed
alla destinazione d’uso del manufatto, e la capacità della struttura,
attraverso una corretta conoscenza e modellazione del manufatto.
Il capitolo 1 definisce i contenuti e le finalità del documento.
Nel capitolo 2 sono suggeriti i requisiti di sicurezza
ritenuti adeguati per i beni architettonici di valore storico
artistico. Sono opportunamente ridefiniti gli stati limite di
riferimento, che non si riferiscono solo ad esigenze di salvaguardia
dell’incolumità delle persone (stato limite ultimo) e di funzionalità
(stato limite di danno), ma anche alla perdita del manufatto ed ai
danni ai beni di valore artistico in esso contenuti. Sono inoltre
suggeriti i livelli di protezione sismica, in relazione alle esigenze
di conservazione ed alle condizioni d’uso.
Nel capitolo 3 vengono fornite indicazioni per una
accurata definizione dell’azione sismica, che risulta particolarmente
utile in quanto il confronto tra l’accelerazione di collasso e quella
attesa al suolo non ha un valore cogente ma deve contribuire ad
esprimere un giudizio sul livello di rischio del manufatto. La
suddivisione del territorio italiano in quattro zone, attribuendo a
ciascuna un prefissato valore dell’azione sismica, rappresenta uno
schema semplice ed efficace per la progettazione di nuove strutture ma
può condurre a stime in eccesso o in difetto, che possono risultare
critiche per la conservazione di un manufatto esistente. L’azione
sismica di riferimento viene quindi valutata beneficiando degli studi
già disponibili sulla pericolosità sismica del territorio italiano ed
effettuando, approfondimenti sulle caratteristiche locali del sito
(microzonazione).
La conoscenza del manufatto (Capitolo 4) dovrà essere
acquisita tenendo presente quanto indicato al punto 11.5 dell’Ordinanza
e conformemente a quanto previsto dal programma per il monitoraggio
dello stato di conservazione dei beni architettonici tutelati (Allegato
A), elaborato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali –
Direzione Generale per i Beni Architettonici e Paesaggistici e
finalizzato all’acquisizione della conoscenza del patrimonio culturale
italiano, in una logica di ottimizzazione delle risorse disponibili per
l’analisi e la valutazione.
Nel capitolo 5 sono illustrate le diverse possibilità di
modellazione del comportamento strutturale di una costruzione storica
in muratura. In particolare, per la valutazione della sicurezza sismica
vengono individuati tre diversi livelli, di crescente completezza,
applicabili rispettivamente:
LV1) per le valutazioni della sicurezza sismica da effettuarsi a scala
territoriale su tutti i beni culturali tutelati, secondo quanto
disposto all’articolo 2, comma 3, dell’Ordinanza;
LV2) per le valutazioni da adottare in presenza di interventi locali su zone limitate del manufatto;
LV3) per il progetto di interventi che modificano il funzionamento
strutturale accertato o quando venga comunque richiesta un’accurata
valutazione della sicurezza sismica del manufatto.
Infine, nel capitolo 6 sono descritti i criteri da seguire
per il miglioramento sismico, ovvero per la riduzione delle
vulnerabilità accertate sulla base dei risultati della modellazione e
dell’osservazione degli eventuali danni; per ciascuna problematica sono
anche indicate le possibili tecniche di intervento, che vengono
esaminate criticamente in relazione alla loro efficacia, al loro
impatto sulla conservazione (non invasività, reversibilità e
durabilità) ed ai costi.
Il documento delle Linee Guida rappresenta il testo ufficiale prodotto
dal gruppo di lavoro. Tale documento è al momento all’esame del
Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Circolare 5 giugno 2006 e Linee guida
Vedi (in formato .PDF)
Ordinanza P.C.M. 3431 del 3 maggio 2005
Vedi (in formato .PDF)
Decreto interministeriale del 23 maggio 2005 istitutivo del gruppo di lavoro
Vedi (in formato .PDF)
pubblicato in data: 12/07/2007