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I software di BIM Authoring come Archicad forniscono interfacce per scambiare dati nel formato IFC. L’obiettivo è promuovere l’Open BIM, un metodo di lavoro basato sull’impiego di formati neutrali. Le potenzialità sono elevate, ma per poterle sfruttare è necessario comprendere come funziona IFC e come si può utilizzare concretamente.

Per questo motivo Graphisoft ha creato una Guida completa al formato IFC che descrive cos’è lo standard IFC, quali sono i suoi principi e quali sono i miti da sfatare sul suo conto.

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Cosa si troverà all’interno dell’e-book:

  1. Il formato IFC: cos’è e come funziona
  2. Il suo utilizzo: trasferimento di modelli fra software e conservazione delle informazioni
  3. Opinioni critiche sul formato
  4. Caso studio: la Stazione di Napoli Centrale

IFC – Industry Foundation Class

È un formato di file d’interscambio aperto e interoperabile che ha le potenzialità per rispondere a molteplici esigenze.

L’IFC nasce per iniziativa di buildingSMART, che ne dà questa definizione: IFC è una descrizione digitale standardizzata dell’ambiente costruito, inclusi edifici e infrastrutture civili. Il formato è in grado di definire i componenti fisici di edifici, i sistemi meccanici ed elettrici, nonché i modelli astratti per l’analisi strutturale, l’analisi energetica, la suddivisione dei costi e la programmazione dei lavori.

Si usa IFC principalmente per scambiare informazioni tra due o più parti e per archiviare informazioni sul progetto, in modo incrementale, durante la progettazione e la realizzazione, o come raccolta as-built per scopi di conservazione e operazioni a lungo termine. In pratica l’IFC risponde a diverse esigenze:

  1. è un file d’interscambio che permette trasferire un modello da un software a un altro
  2. è un modello di dati per estrapolare le caratteristiche necessarie a un particolare uso del BIM
  3. è uno strumento d’archivio per conservare le informazioni in modo sicuro e duraturo
  4. è un sistema di classificazione terminologica per assegnare a ogni elemento un termine appropriato e in modo univoco.

IFC come file d’interscambio

È la funzione principale del formato: permette di trasferire le geometrie e le informazioni mantenendo la struttura dell’insieme e delle parti.

Se si importa un qualsiasi formato CAD 3D possiamo ottenere geometrie anche piuttosto precise ma che non sono associate al piano di appartenenza e non avremo distinzione fra le categorie degli elementi: in altre parole, si otterrà un unico blocco di geometrie o un insieme di oggetti separati ma indistinti. Viceversa, attraverso l’importazione con il formato IFC, gli oggetti avranno una corretta collocazione nello spazio(piano di appartenenza, aree funzionali, ecc.) e saranno distinti fra di loro per categorie, caratteristiche e funzione.

L’importazione e l’esportazione dei file serve sostanzialmente a due scopi: per effettuare un’analisi delle prestazioni del manufatto e per poterlo modificare con altri mezzi. Il formato IFC gestisce entrambe le situazioni adottando diverse modalità di esportazione, come modello editabile o come modello di riferimento per il coordinamento.

Nel primo caso gli oggetti del modello saranno convertiti negli strumenti corrispondenti all’interno del software di destinazione: un elemento “trave” creato in Archicad verrà trasformato nel corrispondente elemento “trave” nel software destinatario e sarà pertanto editabile. Questa modalità è in uso fondamentalmente nelle fasi iniziali del progetto, fra modelli provenienti da uno stesso ambito disciplinare, (o comunque affini, come architettura e strutture) o in casi eccezionali, nel caso ad esempio venga affidato l’incarico a un altro studio e ci sia la necessità di trasferire in toto le caratteristiche del progetto insieme all’incarico stesso.

La seconda modalità di interscambio è quella del modello di riferimento: essenzialmente non si va a toccare il modello importato e lo si incorpora così com’è. Si procederà perciò a diversi aggiustamenti fino a quando i diversi modelli, per lo più provenienti da campi disciplinari diversi, coincideranno secondo modalità e coordinate condivise. In questo modo viene perfettamente preservata l’attribuzione di ruoli e responsabilità, dove nessuno, al di fuori del responsabile stesso del modello, sarà in grado di apportare modifiche non concordate.

IFC come modello dati

Con modello di dati si intende la struttura concettuale applicata al modello per gestirlo: è la capacità di smembrarlo e ricomporlo in modi diversi a seconda di un fine specifico.

I parametri che costituiscono la struttura del Modello di dati sono essenzialmente tre:

  • Il filtro dei dati: scelta di quali componenti interscambiare e quali no. Nel BIM la ridondanza dei dati è altrettanto dannosa quanto la loro mancanza. È necessario che per un determinato scopo siano incorporate solo e soltanto le geometrie e le informazioni necessarie
  • Proprietà: scelta di quali informazioni andranno a popolare gli oggetti del modello e in che relazione saranno articolate fra di loro
  • Attributi: scelta delle caratteristiche che dovranno avere gli oggetti nella scena

Il modello di dati dipende dal processo di sviluppo BIM e non unicamente dalle caratteristiche interne al formato IFC: i file proprietari sono identici indipendentemente dall’obiettivo e dal destinatario, cambiano i contenuti del modello senza intaccare la struttura informatica stessa; in IFC invece il contenuto del modello influenza la struttura informatica e due file IFC possono essere fra loro molto diversi, per dimensioni e caratteristiche.

IFC come strumento di archivio

Il Decreto n°560/2017, altrimenti noto come “Decreto Baratono” o “Decreto BIM”, all’articolo 4 richiama il principio dell’interoperabilità, sottolineando come i dati debbano “essere richiamabili in qualunque fase e da ogni attore durante il processo di progettazione, costruzione e gestione dell’intervento secondo formati digitali aperti e non proprietari […]. Le informazioni prodotte e condivise tra tutti i partecipanti al progetto e alla gestione dell’intervento sono fruibili senza che ciò comporti l’utilizzo esclusivo di applicazioni tecnologiche commerciali tecnologiche commerciali individuali specifiche”.

I dati devono quindi essere fruibili da più operatori e per un ampio arco temporale: il formato IFC, contrariamente a quanto accade per i formati proprietari, è accessibile da chiunque, indipendentemente dallo strumento adottato e dalla sua versione, oggi come fra 10 – 20 anni. L’archiviazione non consiste unicamente nel conservare un documento ma deve altresì garantire le condizioni per una sua agevole consultazione: i dati contenuti nel modello sono strutturati e i modelli stessi sono individuati e distinti secondo funzione e utilizzo.

I modelli sono per lo più aggregati in un insieme coordinato di più modelli singoli, ognuno dei quali fa riferimento a una disciplina, a una funzione o a una parte del manufatto. L’archiviazione del modello si riferisce alla parte e all’insieme, le aree di pertinenza e gli oggetti che lo compongono.

L’archiviazione risolve la questione della tracciabilità dei dati, della loro affidabilità e della trasparenza.

IFC come sistema di classificazione terminologica

Per poter essere opportunamente archiviato, un elemento deve essere innanzitutto organizzato all’interno di categorie che ne consentano la classificazione (l’oggetto fa parte di un determinato insieme di oggetti analoghi) e l’identificazione (quel particolare oggetto viene facilmente individuato e distinto da tutti gli altri che pure hanno le stesse caratteristiche). IFC è un sistema classificatorio in grado di assegnare un nome e delle relazioni fra gli oggetti che serviranno, oltre a ottimizzare il sistema d’archiviazione, a rendere gli oggetti leggibili reciprocamente da diversi software.

Ogni file IFC è una possibile configurazione del modello che viene via via definito lungo un percorso e che risponde esattamente a uno scopo preciso.

Si parte dal riconoscimento dei vincoli progettuali, normativi e procedurali; vengono considerate le altre parti di progetto che influiscono sullo sviluppo del modello di scopo; si prendono in considerazione i requisiti progettuali e vengono definiti gli standard d’interscambio e, da ultimo, viene effettuato un ciclo di verifiche fino a quando, il modello potrà essere considerato elemento archiviato.

Le potenzialità sono varie ed elevate, ma per poterle sfruttare è necessario prima comprendere come funziona il formato IFC e come si può utilizzare concretamente.

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Con l’e-book si comprenderà:

  • Che cos’è lo standard IFC
  • I 4 principi del formato IFC: identità, relazioni, rappresentazione e proprietà
  • Alcuni miti da sfatare sul formato IFC
  • Il progetto della Stazione di Napoli Centrale dello studio Minnucci Associati, che utilizza lo standard IFC come perno della sua filosofia di lavoro e collaborazione con gli altri progettisti.





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