Il Jobs act autonomi arriva in Aula, incisive le novità per i professionisti

È prevista in questi giorni (tra mercoledì e giovedì) la discussione, in Aula al Senato, del disegno di legge che introduce misure per la tutela del lavoro autonomo, ormai noto con il nome «Jobs Act autonomi».

Molte le novità contenute nel testo, tra le quali: la deducibilità totale delle spese di formazione sostenute dai professionisti, l'introduzione di tutele in caso di ritardati pagamenti, la creazioni di sportelli per l'impiego realizzati ad hoc, anche coinvolgendo gli Ordini professionali. E poi la possibilità anche per i professionisti di costruire network sfruttando i vantaggi dei contratti di rete, oggi prerogativa di imprese e di Stp (Società tra professionisti). Previsto anche un decreto legislativo che vada a rivedere, alleggerendole, le norme sulla sicurezza e salute degli studi professionali.

Dare largo spazio al principio di sussidiarietà, delegando ai professionisti funzioni proprie della pubblica amministrazione e allargare la sfera d'azione delle Casse private in materia di welfare. Sono alcune delle tracce che il passaggio al Senato ha lasciato sul testo del provvedimento.

Aggiornamento:
La discussione in Assemblea del disegno di legge sul lavoro autonomo, in calendario nei giorni 5 e 6 ottobre, è saltata. Il Ddl ricompare nel calendario dei lavori dell'Aula, con discussione programmata per i giorni dal 25 al 27 ottobre.

Tutele per ritardato pagamento estese ai professionisti

Le norme contenute nel DLgs 231 del 2002, che tendono a tutelare le imprese creditrici in caso di ritardato pagamento, andando a fissare, tra l'altro, gli interessi dovuti, vengono estese anche agli autonomi. Valgono se il cliente è un'impresa o un altro lavoratore autonomo e, aggiunge il Senato, tali  "tutele" vanno estese anche ai rapporti tra lavoratori autonomi e pubbliche amministrazioni. Un'estensione che avevano richiesto anche le associazioni ACTA, Alta Partecipazione, Confassociazioni e Confprofessioni.

Tra le tutele, il diritto del creditore alla corresponsione degli interessi moratori, che decorrono in modo automatico, dal giorno successivo alla scadenza del termine di pagamento. Inoltre, se il termine per il pagamento non è stabilito nel contratto, gli interessi decorrono, automaticamente, senza che sia necessaria la costituzione in mora, dopo 30 giorni dal ricevimento della fattura se questa ha data certa o, altrimenti, dopo 30 giorni dalla data di prestazione dei servizi.

Uno sportello per gli autonomi nei centri per l'impiego (anche in convenzione con gli Ordini)

I centri per l'impiego, e anche gli organismi autorizzati alle attività di intermediazione in materia di lavoro, dovranno dotarsi di uno sportello dedicato al lavoro autonomo, che faccia incontrare domanda e offerta. Si tratta di un servizio che avrà il compito di raccogliere le domande e le offerte di lavoro autonomo, ma anche di fornire informazioni su diverse questioni: procedure per l'avvio di attività autonome, accesso agli appalti, opportunità di credito e agevolazioni pubbliche.

E, nel nuovo progetto, potranno essere coinvolti anche gli Ordini professionali. Lo sportello dedicato ai lavoratori autonomi può essere, infatti, messo su anche stipulando convenzioni con gli Ordini professionali, con le associazioni delle professioni non organizzate in Ordini e con le più importanti associazioni impegnate a rappresentare i lavoratori autonomi sul piano nazionale. 

I centri per l'impiego dovranno, inoltre, offrire supporto per l'inserimento lavorativo di autonomi disabili.

La PA deve favorire la partecipazione dei professionisti a gare e incarichi di consulenza

Le amministrazioni pubbliche, in qualità di stazioni appaltanti - si legge nel disegno di legge - devono promuovere la partecipazione dei lavoratori autonomi alle gare pubbliche e e ai bandi per l'assegnazione di incarichi di consulenza e di ricerca. Per farlo devono favorire l'accesso alle informazioni, magari anche servendosi degli sportelli che i centri per l'impiego dovranno dedicare ai lavoratori autonomi.

Deducibilità totale delle spese di formazione

Viene prevista la deducibilità totale (entro il limite di 10mila euro) delle spese sostenute per l'iscrizione a master, convegni e a corsi di formazioni e di aggiornamento professionale. Integralmente deducibili, entro il limite annuo di 5mila euro, i costi di servizi di certificazione delle competenze, orientamento, ricerca e sostegno all'auto-imprenditorialità, finalizzati ad ottenere sbocchi occupazionali. Si tratta dei costi sostenuti per servizi specialistici offerti dalle agenzie del lavoro per assistere i lavoratori autonomi nel reiserimento nel mercato del lavoro.

Si prevede inoltre la deducibilità totale dei premi per polizze assicurative facoltative stipulate per tutelarsi dai rischi connessi al mancato pagamento delle prestazioni. «La norma - si legge nella relazione illustrativa - ha lo scopo di agevolare la stipula di dette polizze favorendo allo stesso tempo lo sviluppo del mercato assicurativo e la diffusione di tali forme assicurative con un conseguente abbattimento dei costi per il lavoratore autonomo».

Autonomi equiparati alle Pmi

Viene rafforzato quanto affermato dalla legge di Stabilità 2016, comparando i lavoratori autonomi ai piccoli imprenditori ai fini dell'accesso ai Piani Operativi Nazionali e Regionali (PON e ai POR). In particolare viene soppresso il limite temporale introdotto dalla legge di Stabilità, che individua i professionisti come destinatari dei fondi strutturali europei stanziati fino al 2020.

Norme «light» per sicurezza e salute negli studi professionali

Il disegno di legge sul lavoro autonomo, in seguito alle modifiche apportate dal Senato, contiene una terza delega, con la quale il Governo viene impegnato ad adottare un decreto legislativo che vada a rivedere le norme per la salute e la sicurezza degli studi professionali.

Primo passo: l'individuazione delle condizioni che, sul fronte della sicurezza, rendono uno studio professionale comparabile ad un'abitazione. E poi la scrittura delle misure di prevenzione e protezione da adottare per garantire la tutela della salute e della sicurezza delle persone che, con o senza retribuzione, vi lavorano. Tra i compiti del decreto legislativo, anche la semplificazione degli adempimenti formali e la riformulazione delle sanzioni in relazione alla violazione di norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro negli studi.

Contratti di rete estesi ai professionisti

Viene estesa ai professionisti la possibilità di costruire network con altri professionisti e con imprese, sfruttando il vantaggioso e flessibile strumento del contratto di rete. I professionisti potranno servirsene per partecipare ai bandi e per concorrere all'assegnazione di incarichi e di appalti privati (Per approfondire: Reti tra professionisti in arrivo col Jobs Act automi. Cosa sono e quali i vantaggi).

Limite ai contratti «capestro»

Vengono considerate abusive e nulle alcune clausole inserite nei contratti con la committenza che non tutelano il lavoratore autonomo. Sono nulle, ad esempio, le clausole che attribuiscono al committente la possibilità di modificare unilateralmente le condizioni del contratto o, in caso di prestazione continuativa, di recedere senza dare un congruo preavviso. Nulle anche le clausole attraverso le quali si concordano termini di pagamento superiori a 60 giorni dalla data di ricevimento della fattura o della richiesta di pagamento. Se si verificano condizioni «capestro», il lavoratore autonomo ha diritto al risarcimento dei danni.

Il disegno di legge stabilisce anche che il committente non può rifiutarsi di stipulare il contratto in forma scritta.

Dare spazio al principio di sussidiarietà

Il DDL, così come modificato in Commissione Lavoro al Senato (sarà in Aula a partire da settembre), delega il Governo alla messa a punto di un decreto legislativo che vada ad individuare tutti gli atti pubblici da rimettere alle professioni ordinistiche, ossia a soggetti con caratteristiche di terzietà.

Si tratta, dunque, di allargare il principio di sussidiarietà e di semplificare e velocizzare l'attività della pubblica amministrazione delegando ai professionisti funzioni che oggi sono della PA. Il decreto legislativo dovrà toccare più argomenti, individuando norme di semplificazione e atti che, trasferiti ai professionisti, possano aiutare ad "alleggerire" il contenzioso giudiziario. Si tratterà anche di mettere mano all'istituzione del fascicolo del fabbricato e alle regole che riguardano la certificazione dell'adeguatezza dei fabbricati alle norme di sicurezza ed energetiche. Una volta trasformato in legge il «Jobs Act degli autonomi», il Governo avrà 12 mesi di tempo per esercitare la delega e dunque per varare il decreto legislativo.

Casse di previdenza più impegnate nel welfare

Anche i nuovi compiti previsti per le Casse previdenziali dei professionisti passano per un decreto legislativo. Il «Jobs Act degli autonomi» prevede, infatti, una delega al Governo, chiamato in causa per mettere a punto un DLgs che permetta alle Casse private di attivare, anche in forma associata, prestazioni sociali a sostegno degli iscritti che abbiano subìto un drastico calo dei redditi per motivi non legati alla propria volontà o che siano stati colpiti da gravi patologie.

Per erogare le nuove prestazioni le Casse dovranno essere autorizzate dai ministeri vigilanti e finanziare le nuovi funzioni di tipo sociale attraverso «apposita contribuzione». Il decreto legislativo, il cui obiettivo è il «rafforzamento delle prestazioni di sicurezza e di protezione sociale dei professionisti», dovrà essere varato entro 12 mesi dall'entrata in vigore della legge sul lavoro autonomo.

Sì alla sospensione per 150 giorni, conservando il rapporto di lavoro

In caso di gravidanza, malattia o l'infortunio, il professionista che presta la propria attività in via continuativa per il committente, può assentarsi per un periodo non superiore a 150 giorni all'anno (anno solare). In tal caso il professionista ha il diritto di conservare il lavoro, ma non ha diritto ad essere remunerato nei giorni di assenza. 

Una modifica apportata in Senato ha specificato che la sospensione deve essere richiesta dal lavoratore e, non è riconosciuta qualora venga meno l'interesse del committente.

Sospeso il pagamento dell'Rc professionale in caso di malattia o infortunio

Se un professionista subisce un infortunio o è colpito da una malattia, che lo portino a sospendere l'attività lavorativa per più di 60 giorni, allora anche il versamento dei premi assicurativi e dei contributi previdenziali è sospeso per l'intero periodo di inattività, fino ad un massimo di due anni. Una volta rimessosi in sesto, il professionista è tenuto a versare i contributi e i premi maturati durante il periodo di sospensione. Il numero di rate mensili sarà pari a tre volte i mesi di sospensione. Non è chiaro se questa agevolazione riguardi anche i professionisti iscritti a Casse provate.

Mariagrazia Barletta

pubblicato il: - ultimo aggiornamento: