Sono stati annunciati lo scorso 15 giugno, durante la cerimonia di premiazione in Triennale Milano, i vincitori di Progettare futuri possibili, concorso aperto a giovani architetti under 35 e agli studenti dell'ultimo anno di Scuola del Design del Politecnico di Milano, dedicato alla progettazione di un luogo polifunzionale dedicato al tema dell'incontro.

Tra i progetti giunti al vaglio della giuria* sono stati premiati quelli di GUILLERMO SANCHEZ CARDENAS, ispirato al concetto di Wunderkammer, di CARLO FARINA, guidato dal principio delle strutture modulari del mondo del teatro e di VERONICA PESENTI ROSSI con un modulo abitativo senza pareti, pensato per entrare in completa simbiosi con l'ambiente naturale.

"Franco Albini era architetto, designer e urbanista e nel suo archivio sono conservati più di 22.000 disegni che spaziano e integrano ognuno di questi campi - sottolinea Paola Albini, presidente di Fondazione Franco Albini e founder della Franco Albini Academy - Nonostante i diversi ambiti di azione, nella sua opera si legge sempre una coerenza di procedimento, una stessa cifra stilistica. Ma come è possibile che il disegno di un edificio o di una grande architettura segua uno stesso procedimento, cosa lega progetti così diversi tra loro? Nel caso di Albini verrebbe da rispondere la leggerezza, il rigore, la razionalità poetica ma questo è un effetto formale che nasce da una consapevolezza interna e da 5 principi di un metodo di lavoro molto preciso1. SCOMPORRE: è partire da ciò che c'è, dalla propria tradizione, le proprie radici, il proprio vissuto: buttare sul tavolo tutte le idee che incontrano e possono delineare la nostra visione. 2. CERCARE L'ESSENZA: è togliere ciò che non serve, arrivare al nucleo, a ciò che sta al centro, che sostiene le nostre azioni, che rappresenta il nostro Perché: chi sono? cosa voglio dire attraverso quello che faccio? Che segno voglio lasciare? 3. RICOMPORRE: è trovare una nuova forma alla realtà, tirare fuori ciò che sta dentro, trasformare le cose secondo il nostro personale modo di vedere il mondo. 4. VERIFICARE: significa monitorare il percorso, indagare tutte le potenzialità racchiuse dentro un'idea e andare sempre più in profondità, all'essenza del progetto. 5. AGIRE CON RESPONSABILITÀ SOCIALE: è il fondamento, il motore dell'azione, il principio cardine che trasforma il processo creativo in un contributo al "prossimo nostro". Questo è il Metodo Albini e questo è quello che con la Fondazione, con l'Academy e oggi con Casa Albini, cerchiamo di divulgare come strumento per la buona progettazione e per la buona vita."

*La giuria era composta da: Francesco Albini, architetto Studio Albini Associati • Paola Albini, presidente Fondazione Franco Albini • Ico Migliore, architetto e docente del Politecnico di Milano • Giampiero Bosoni, storico del design e docente del Politecnico di Milano • Francesco Zurlo, preside della Scuola del Design del Politecnico • Ilaria Valente, vice rettrice relazioni internazionali del Politecnico di Milano • Daniel Gasser, responsabile ricerca e sviluppo, vendite e marketing di Rubner Haus • Andreas Webhofer, responsabile comunicazione di Rubner Haus

I progetti vincitori di Casa Albini

WUNDERKAMMER: DOVE IL LEGNO HA LA SUA ANIMA
di Guillermo Sanchez Cardenas

Il progetto di Guillermo Sanchez Cardenas si lascia ispirare dal concetto di Wunderkammer o Cabinet of Curiosities, rimandabile al periodo storico in cui le collezioni private venivano aperte al pubblico per rendere "le meraviglie" accessibili a tutti ma, questa volta, le stesse meraviglie sono rappresentate dalle persone, nell'ottica di un'architettura accessibile a tutti.

Per garantire la massima versatilità, la superficie di 49 mq è suddivisa in moduli di 1 metro x 1 metro e lo spazio è articolato in una struttura asimmetrica di due nicchie a forma di C di 4,30 x 1 metro e 3,30 x 1 metro che fungono da fulcro del progetto, a partire dalla funzione di struttura progettuale fino a quella di spazi di servizio, ingresso e principale fonte di luce.

L'utilizzo del sistema Blockhous di Rubner Haus garantisce robustezza all'intera struttura, facendo saltare fuori la vera anima del materiale.

ON STAGE | di Carlo Farina Architetto

Come recita il titolo stesso, il progetto di Carlo Farina trae ispirazione dal mondo del teatro, coniugando semplicità e leggerezza come tratti distintivi del progetto, incentrato sulla poetica della sottrazione e all'essenza della sua funzione.

La logica costruttiva è dettata dalla modularità e versatilità dello spazio, per una superficie di 12 mq con struttura portante costituita da setti in legno bi-lamellare, assemblata con sistema ad incastro Blockhaus. Tecnicamente ridotti al minimo indispensabile per garantire stabilità e predisposizione impiantistica, i setti disegnano quattro ampi portali che assicurano il costante ingresso della luce, protagonista assoluta dell'intero progetto.

A caratterizzare il modulo abitativo è, però, la presenza di una struttura in copertura composta da travi e travetti in legno lamellare, apertamente ispirata alla graticcia utilizzata nei teatri. Le travi sono ancorate tra loro tramite incastri "tenone-mortasa" che rendono lo spazio estremamente versatile grazie alla rapida manovra di stangoni, con conseguenti versioni di quinte sceniche e la totale assenza di pareti interne fisse.

L'intero modulo offre così la possibilità di essere attrezzato con barre d'acciaio avvitate sul perimetro superiore della struttura, utilizzabili anche come ancoraggio del tessuto tecnico di copertura in poliestere Nylon, tramite l'utilizzo di corde di iuta intrecciata. 

Il modulo, così replicabile ai suoi lati, crea spazi di varie metrature, con la possibilità di realizzare composizioni differenti, proprio come un palcoscenico minimo che offre a chi lo abita accoglienza, intrattenimento, educazione, aiuto e, soprattutto, ascolto.

LA VEDUTA KIT, come uno spazio da comporre che apre il suo sguardo verso l'esterno | di Veronica Pesenti Rossi

Anche Veronica Pesenti Rossi, con il suo progetto "la Veduta Kit" gioca su semplicità e modularità, mettendo in bella vista il sistema Blackhaus di Rubner Haus definito dall'incrocio di elementi lignei che dichiarano apertamente la regola costruttiva.

Il risultato è la definizione di più moduli, di dimensioni differenti, accostabili, incrociabili, capaci di definire differenti spazi in relazione alla necessità, liberi da uno schema compositivo, se non per il basamento a cui vanno fissati.  

L'idea verte su un'immagine di spazio senza pareti e, di conseguenza, confini, con la possibilità di inserimento di pannelli ad incastro per rendere lo spazio più intimo, se necessario.

Pensato appositamente per lo scenario naturale della Sardegna, il progetto vuole infatti creare il massimo contatto tra uomo e ambiente, sia da un punto di vista sensoriale che materiale, ponendosi come struttura perfetta per lo svolgimento di attività legate al benessere fisico della persona.

Prevedendo condizioni di pioggia o di troppo sole, il modulo prevede l'inserimento di schermature in tela, a forma triangolare, agganciabili con dei tiranti in metallo direttamente alla struttura o ai moduli.

COSA SUCCEDE ADESSO

Per sette giorni, nel mese di settembre, i tre giovani vincitori saranno ospiti a Casa Albini, la casa museo nella cornice della Gallura, in Sardegna.
Qui, seguiti da Franco Albini Accademy, con il supporto tecnico degli ingegneri di Rubner Haus i giovani architetti saranno accompagnati in un percorso esperienziale e interdisciplinare che darà vita, attraverso un processo di scomposizione, ricerca dell'essenza, ricomposizione, verifica e responsabilità sociale, a un unico progetto collettivo di co-creazione. 

Si tratterà di una sorta di Reality della Creatività, in cui l'esperienza verrà documentata in una VideoSerie che mostrerà l'evoluzione del pensiero durante tutto il percorso, tra lavori di team building, confronti con esperti, ispirazioni in natura, incontri con artigiani e personalità locali che condivideranno la cura del dettaglio tramandata attraverso la tradizione.  

Durante la Design Week 2024, poi, Il progetto collettivo nato in co-creazione prenderà forma grazie a Rubner Haus e l'installazione verrà̀ portata in mostra in una delle location più rinomate durante la Milano Design Week 2024.

Subito dopo la mostra, coerentemente con la filosofia di Rubner Haus e di Franco Albini della durabilità e del riuso, l'installazione verrà collocata presso Casa Albini, vetrina di visibilità e fulcro di azioni progettuali e manifestazioni artistiche in programma dal prossimo autunno.

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